Alla memoria di Gigi Proietti
NE Re ,ne corona,
non seta, palazzo ,
e Tiara  del bianco padre, 
eppur fosti la maestà del popolo.
Un pianto si leva da Roma Novembrina,
quella bell 'urbe tanto amata  
dei giorni mortal;or ti saluta. 
Mira gli alti obelischi ,
le mura possenti ,
l'ombra del Colosseo ,
la severità  degli imperatori.
Or la ghirlanda d'alloro si tolgono 
al tristo feretro che innanzi  gli para .
Roma e figli tuoi,or 
un altro tuo eletto si diparte,
sona  all' uninsono le tue campane,
le tue trombe  come un di'
furono  vanto dei vincitori ,
 siamo da trapasso  a chi
Con l 'arte sua t 'ha fatto brillar
d' orgoglio. 
Dal palco ligneo ,
quanti  ne facesti beffa ,
del poter  dell.intoccabil  casta 
ma non per incendiar  gli animi 
Inver scroscio di lieto plauso .
Il vero attor cone camaleonte 
entra  e si fa proprio  quel che crede.
Inver e' il tempo del tuo riposo
dal lungo teatrare,
Togli il pesante trucco ,
la cipria, la cera.
Qui ve' solo um uomo ,
al suo tratto con l'ultimo 
atto della storia carnale ,
con la morte non puoi esser 
beffardo  .
Ella reclama quel che vole.
Ai pie' di Cristo,
Tra incenso e un amen 
 assisti al pianto 
dei fedeli. 
No ,non lasciate che salga al  sommo seggio 
Con questa nenia di dolore, 
ma vi rassereni  il viso
che del dolce giubilare 
ne fece  arte della vita 
Corrado cioci
Poesia scritta il 05/11/2020 - 15:19Voto:  |  su 0 votanti  | 
	
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