Se mi guardo intorno,
c’è qualcosa di diverso,
non voglio sentenziare
ma qualcosa è andato perso,
lo chiamano sviluppo,
il cammino del progresso,
lontano da un passato
rimpianto da me stesso
c’è qualcosa di diverso,
non voglio sentenziare
ma qualcosa è andato perso,
lo chiamano sviluppo,
il cammino del progresso,
lontano da un passato
rimpianto da me stesso
Impulsi luminosi
a frequenza irregolare
polarizzano gli sguardi
incollati a un cellulare,
rapiti dallo schermo,
un potente talismano,
di un mondo artificiale
custodito in una mano
Fonte di emozioni
dall'istinto vincolante,
uno svago illimitato
ambiguo e disarmante,
una spirale di messaggi
e un’inconscia dipendenza
da impulsi vorticosi
in pressante deferenza
E’ il tangibile passaggio
di quest’era digitale,
un treno in folle corsa
di un fenomeno sociale,
l’allarmante predominio,
ipotetico soltanto,
di non vedere il volto
di chi ti siede accanto
Poesia scritta il 07/07/2021 - 14:47
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