Chiedo venia
ma il diavolo la pentola scoperchia.
Credevo d'aver alla vita messo un punto
e mi ritrovo nella solita vecchia cerchia
a discutere ancora di pesi e di bilance.
E tu tremante con una vecchia coperta
con pudore la tiri fin sopra le guance
nascondendo una triste ansia sofferta
Non pensavo di ritrovarti nel mio cammino
ti lasciai tempo addietro nella tua dimora
non scorderò mai quel triste mattino
Mi par di riviverlo soffrendo ancora.
Ti sorpresi col tuo amante mentre albeggiava
abbracciata e sorridente innanzi al camino.
Pensai d'aver preso un incredibile abbaglio
la mente ancora accelera pensieri e viaggia
cercando un appiglio a quel terribile sbaglio.
M'arrampicai sulle travi in legno come un gatto
poi corsi a gran velocità sulla spiaggia
a seppellire quell'inaspettato ritratto.
Ora ti ritrovo innanzi allo sguardo mio
col viso e il corpo ancora giovane e intatto
mentre io barcollo da vecchio balordo rifatto.
Tu mi sorridi dicendo
“Chiedo venia”.
E rispolveri un antico motto,
non ti rendi conto di quanto vale
finché non incontri un galeotto”.
Genoveffa Frauopere©2021
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