Plumbeo ,pesante,spento questo ciel
m'appare.
Scoppia ovunque la folgore e l" orizzonte
par un mare di fiamme
Rintrona per tutto la sua estensione il rombo sordo dei fulmini, un lamento antico che viene dal ventre del bell'azzurro.
Pioggia che piega la mente, cade copiosa come pianto d'una donna .
S'abbatte ovunque e piove dai monti ai colli
ai muti marni .
Bagliori sinistri , violenti e cupi
a rischiarar di lungi.
Esplodono i lampi come bocche di cannone
v'e' forse una guerra tra quelle nubi nere ?
Giove tonante come solerte arciere scaglia
le sue saette e quelle martoriano la livida notte .
Che far dunque?
Scintillio sui vetri freddi tra acqua e foco
nel buio si scorge solo qualche ramo tronco .
Niun sa ove cade sibillando questo fragore , ma lacera il silenzio tra il ticchettio della grandine e vento.
Tutto par un fremito di pavor .
dalle case alle umide cucce ,
pur il fogliame fugge dal vento
rapito .
Ma,come s 'era di pelle leonina vestito il cielo
ruggente,a brano a brano si quieta .
Lontani e flebili son i fuochi il rossastro
manto si dipana.
Ecco di nuovo una limpida notte stellata
con il chiaror della luna ,
ed uno stonato gufo il suo eco risuona.
Corrado cioci
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