Affacciandosi alla finestra
La nobildonna
Scorse il bruto
Intento in curva postura
A dare
Al suo indomabile pennuto
Libertà e oscillazione,
Ella arrossì un momento
Per la vergogna e l’indignazione,
Ricompostasi pur maritata
Gli offrì agli occhi
La movenza giocosa e maliziosa
Della sua fessa
E dei suoi ragguardevoli seni,
Infida e senza freni
Ridacchiando
Lo convinse a salire
Stendendosi di fretta
Sul talamo nuziale,
Al cospetto della dama ormai spoglia
Egli si tolse il soprabito
I calzoni e il gilet di damasco
E preso dalla gran voglia
Affrettò verso di lei il proprio passo,
Ma prima della virtuosa libidine dell’atto
Cadde a terra in deliquio
Indotto dal colpo d’un bastone,
Perché al peggio non esiste soluzione…
La nobildonna
Scorse il bruto
Intento in curva postura
A dare
Al suo indomabile pennuto
Libertà e oscillazione,
Ella arrossì un momento
Per la vergogna e l’indignazione,
Ricompostasi pur maritata
Gli offrì agli occhi
La movenza giocosa e maliziosa
Della sua fessa
E dei suoi ragguardevoli seni,
Infida e senza freni
Ridacchiando
Lo convinse a salire
Stendendosi di fretta
Sul talamo nuziale,
Al cospetto della dama ormai spoglia
Egli si tolse il soprabito
I calzoni e il gilet di damasco
E preso dalla gran voglia
Affrettò verso di lei il proprio passo,
Ma prima della virtuosa libidine dell’atto
Cadde a terra in deliquio
Indotto dal colpo d’un bastone,
Perché al peggio non esiste soluzione…
Poesia scritta il 03/07/2023 - 20:56
Da Mirko Faes
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