Ascensore di notte
e il piano
volevo ancora lontano.
Ma il silenzio
della moquette
già sentivo.
E Il campanello gentile
timido di voce
quasi sembrava conoscesse
i segreti e desideri
delle parole.
A poco sarebbe servito aver avuto in mano una rosa
se non a porre fuori posto
l'incauto invito.
Continuai a viverti
tra i tuoi passi
silenziosi
che solo dentro me
facevan frastuono. Apristi
quella porta strisciando un
badge che era miscuglio di
lettere e numeri
dove io
non c'ero.
Buonanotte signora.
e il piano
volevo ancora lontano.
Ma il silenzio
della moquette
già sentivo.
E Il campanello gentile
timido di voce
quasi sembrava conoscesse
i segreti e desideri
delle parole.
A poco sarebbe servito aver avuto in mano una rosa
se non a porre fuori posto
l'incauto invito.
Continuai a viverti
tra i tuoi passi
silenziosi
che solo dentro me
facevan frastuono. Apristi
quella porta strisciando un
badge che era miscuglio di
lettere e numeri
dove io
non c'ero.
Buonanotte signora.
Poesia scritta il 06/07/2025 - 13:51Letta n.190 volte.
                        			
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Commenti
Un addio sussurrato nel silenzio di una notte, dove ogni gesto diventa ricordo. I passi, la moquette, il badge: segni di una presenza che vive solo dentro. La rosa, fragile e fuori posto, resta simbolo di ciò che non si è detto. Emotivamente profondo.
MARIA ANGELA CAROSIA  
 08/07/2025 - 11:25 --------------------------------------
  
            
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