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1879

Nei momenti più confusi le grigie voci della mente richiamano ululati dal profondo essere. Confuso mi dissolvo nel vino versato nel bicchiere, tra un tic toc del pendolo e l’assordante silenzio della notte, i fragori si confondono con la realtà circostante. Attimi di delirio trascrivo nel foglio bianco… ora non più bianco. Una goccia d’inchiostro ha macchiato questo istante, questa attesa così bianca, così vergine da ogni azione da rendere tutto così insignificante, da rendere tutto così strano. Mi affaccio sul balcone com’è d’abitudine ormai da anni per osservar e meditar nella riflessione. “La luna è rossa” in questo 1879. Tutto tace, tutto si è fermato. La gente in paese dice: “Non c’è da fidarsi a vederla così rossa, sicuro, è il demonio che la indossa, bada a non contemplarla nobile paroliere nella sua veste attuale nulla di romantico la potrà catturare, volta le spalle e inventa una maledizione, oppure taci o come noi rifugiati nella disperazione” Ed’io penso: “Ah pazze credenze, pazze disperazioni per uno come me che nel cielo osserva e se ne infischia di scemenze e stupide superstizioni. La luna è un raggio celeste, una rosa posta nel cielo, un mondo di verso e nel verso la luna mi appartiene e se mi appartiene sento già il demonio scorrere nelle vene. Chi se ne frega se il tempo si è fermato, se la notte ha colori più scuri, se questa luna s’affaccia con la sola faccia di sempre. La poesia non conosce meta. La poesia è musica per il silenzio, parola nel testamento. E' un vino che ubriaca nella sua sostanza, la poesia è amore per il brutto e per il bello, per la semplice cosa che ci sta dietro; non urlate per la disperazione, gente non è cosa che fa male parlar con la propria emozione, basta un bicchiere di vino una buona dose d’immaginazione, è via che si parte oltre i limiti e le credenze che schiavi ci fanno tra le catene della nostra generazione. Io parlo con la luna, canto con le stelle, sussurro al domani le parole più belle, non è pazzia è solo amore per chi,come me, piace parlare con la fantasia.


“Oh luna rossa.
oh stelle poste nell’anno luce,
richiamate con grazia
lucciole di fantasia.
Fatte del demone
l’aurora del domani
perché nel domani si rinnovi,
fantasia”


La mia questa notte lo versata in un foglio bianco, tra un tic toc del tempo e l’assordante silenzio della notte, io ho ascoltato il mio demone nel silenzio di un emozione.




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Racconto scritto il 02/12/2014 - 21:24
Da Sined Gabbana
Letta n.1163 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Molto bello questo tuo racconto di poeta
spesso osserviamo gli astri, spesso voliamo in mondi sconosciuti, spesso sogniamo così come i tuoi versi.
Bravissimo
Giancarlo

giancarlo gravili 03/12/2014 - 12:16

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