Era stata una giornata molto calda, non vedevo l’ora di tornare a casa, farmi una doccia, sdraiarmi in poltrona e godermi qualche attimo di tranquillità, con il mio “virtual-sensation”.
Stavo sfrecciando a velocità sostenuta, quando i miei occhi si posarono sul navigatore satellitare, notando qualcosa di strano; il display segnalava la data, “28 ottobre 2025”, la temperatura esterna “28°”, ma non la presenza del segnale gps… poi un urto tremendo, l’auto si abbassò improvvisamente sull’asfalto, il display segnalava un’anomalia al sistema di lievitazione gravitazionale.
Scendo dall’auto, prendo il cellulare e provo a contattare il centro assistenza, ma non c’è segnale.
Provo a scrutare una colonnina di SOS, ma niente, decido di aspettare, la serata è bella, c’è la luna piena, prima o poi passerà qualcuno…
Dopo un’ora, senza aver visto nessuno, mi guardo in giro e in lontananza scorgo una luce da una finestra, una luce strana, di un colore rossiccio, come se provenisse da un vecchio caminetto a legna…
M’incammino verso quella casa, arrivato sull’uscio, busso alla porta; mi apre una signora anziana, di cui non riesco a scorgere il volto:
“Mi dica”
“Buonasera signora, mi scusi se la disturbo a quest’ora, ma ho un problema con la macchina, si è rotta, il videofonino non funziona, potrei fare una telefonata?”
“Certo” mi risponde la gentile vecchietta
“si accomodi pure, il telefono è lì, sul tavolino”.
Aveva uno di quei vecchi telefoni neri, a disco, che avevamo ritirato oramai da più di 30 anni, ben tenuto direi, alzo la cornetta…
“c’è” esclamo, rivolgendomi verso la signora “la linea c’è”.
Finisco di telefonare e ringrazio “è stata gentilissima, la ringrazio nuovamente”, apro la porta per uscire e una voce mi risponde “ciao Roberto”, mi giro di scatto, faccio per parlare, ma la vecchietta mi mette delicatamente una mano sulle labbra, sussurrandomi “ssshhh, non dire altro”.
Esco dalla porta, senza voltarmi, le lacrime scendono sul mio viso e senza farmi sentire, sussurro “ciao mamma”.
Stavo sfrecciando a velocità sostenuta, quando i miei occhi si posarono sul navigatore satellitare, notando qualcosa di strano; il display segnalava la data, “28 ottobre 2025”, la temperatura esterna “28°”, ma non la presenza del segnale gps… poi un urto tremendo, l’auto si abbassò improvvisamente sull’asfalto, il display segnalava un’anomalia al sistema di lievitazione gravitazionale.
Scendo dall’auto, prendo il cellulare e provo a contattare il centro assistenza, ma non c’è segnale.
Provo a scrutare una colonnina di SOS, ma niente, decido di aspettare, la serata è bella, c’è la luna piena, prima o poi passerà qualcuno…
Dopo un’ora, senza aver visto nessuno, mi guardo in giro e in lontananza scorgo una luce da una finestra, una luce strana, di un colore rossiccio, come se provenisse da un vecchio caminetto a legna…
M’incammino verso quella casa, arrivato sull’uscio, busso alla porta; mi apre una signora anziana, di cui non riesco a scorgere il volto:
“Mi dica”
“Buonasera signora, mi scusi se la disturbo a quest’ora, ma ho un problema con la macchina, si è rotta, il videofonino non funziona, potrei fare una telefonata?”
“Certo” mi risponde la gentile vecchietta
“si accomodi pure, il telefono è lì, sul tavolino”.
Aveva uno di quei vecchi telefoni neri, a disco, che avevamo ritirato oramai da più di 30 anni, ben tenuto direi, alzo la cornetta…
“c’è” esclamo, rivolgendomi verso la signora “la linea c’è”.
Finisco di telefonare e ringrazio “è stata gentilissima, la ringrazio nuovamente”, apro la porta per uscire e una voce mi risponde “ciao Roberto”, mi giro di scatto, faccio per parlare, ma la vecchietta mi mette delicatamente una mano sulle labbra, sussurrandomi “ssshhh, non dire altro”.
Esco dalla porta, senza voltarmi, le lacrime scendono sul mio viso e senza farmi sentire, sussurro “ciao mamma”.
Racconto scritto il 14/01/2015 - 10:27
Da Masaniello _
Letta n.1200 volte.
Voto: | su 5 votanti |
Commenti
Un racconto breve, ma intenso, evanescente come un bellissimo sogno.
E poi "la voce" della mamma (scende dall'al di là?) che a sorpresa saluta suo figlio e che commuove per quel "ciao". O:- )
E poi "la voce" della mamma (scende dall'al di là?) che a sorpresa saluta suo figlio e che commuove per quel "ciao". O:- )
Domenico De Marenghi 03/02/2015 - 22:25
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grazie per i vostri commenti, ma non credo di meritarmi tanto
Masaniello _ 15/01/2015 - 09:11
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Bellissimo racconto molto commovente!!!
Chi ci vuol bene ci proteggerà anche nel futuro.
Bravissimo
Chi ci vuol bene ci proteggerà anche nel futuro.
Bravissimo
giancarlo gravili 15/01/2015 - 09:01
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Il tempo perduto ,struggente rimpianto,complimenti per la brevità ma intensità del racconto
genoveffa 2 frau 15/01/2015 - 07:41
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ti rinnovo i miei complimenti!Bellissimo e struggente racconto!Ciao!
Anna Rossi 15/01/2015 - 03:10
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Lei ti avrebbe riconosciuto sempre e comunque...FIGLIO! Ma, a sconcertarmi, è stato soprattutto il finale tuo, FIGLIO! Come hai potuto allontanarti e basta???...Questo racconto esige proprio un seguito!
Vera Lezzi 15/01/2015 - 01:18
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