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E in sottofondo Fred Bongusto...

Lo hai alzato quel sopracciglio arcuato e rifilato, ombreggiato di polvere satinata e l'occhio un po' all'in giù, tuo naturale. La linea scura del trucco contrastava con le iridi chiare ma seguivi con la coda dell'occhio, fino all'estremo del vedibile, il pianista del pianobar, che vedevi solo di profilo e non poteva incrociare il tuo interesse, intento com'era a guardare per aria, dondolando il capo, ispirato dalla melodia di Fred Bongusto, chè come lui nessuno lo sa fare il cantante da night. T'annoiavi in quella serata poco promettente e seguivi le bolle del perlage che dal bicchiere di moscato fresco parevano cercare, alzandosi a coppie, una via di fuga verso il mondo superiore. Fu così che non percepisti l'avvicinarsi del cameriere, alle tue spalle. Alzasti i tuoi occhi, conscia ch'erano belli e a presa rapida. Vi fu un impatto di momento e di battito di ciglia. Il cameriere era una ragazza, vestita in nero e pantaloni con banda di seta al lato del calzone. Ti guardò per nulla intimidita, sulle labbra un sorriso rosato e discreto, ma gli occhi chiari appena socchiusi sembravano soppesarti: " Lo so chi sei, ubriacona ". " Desiderate altro, signora?" ti chiese con la professionalità di chi si fa l'intera stagione in riviera. Da seduta le potevi ammirare la carne fresca del collo, che s'allungava fuori dal colletto maschile della camicia, chiusa con un papillon. Non avevi voglia di null'altro ed il locale con le sue pretese d'altri tempi, una classe negligé, ti parve improvvisamente vecchio e sorpassato. " Lei balla? " chiedesti alla ragazza. All'altra s'illuminò lo sguardo, che aprì con curiosità facendo fuggire il brio della sua giovane età, trattenuta a stento. Le ciglia biondo pallido sembravano flessibili setole." Amo ballare signora, però ora non posso", rispose gentile e solidale. " Mi faccia una cortesia" - le sussurrasti guardandola negli occhi senza dardeggiare, perchè forse ti sarebbe piaciuto avere una figlia così ed invece eri soltanto una sciantosa di provincia - chieda al pianista se può accennare a " Una rotonda sul mare"... e poi mi porti pure il conto". Mentre la ragazza si allontanava, appoggiavi la schiena alla poltroncina e perdevi lo sguardo tra i piccoli cristalli semoventi dell'abat-jour.



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Racconto scritto il 02/03/2015 - 20:00
Da mariateresa morry
Letta n.984 volte.
Voto:
su 5 votanti


Commenti


Tanta bravura nel rendere le atmosfere...

Maria Valentina Mancosu 04/03/2015 - 11:15

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Che bella atmosfera, mi hai proprio rapita e fatto sognare!! Buona serata,

Chiara B. 03/03/2015 - 17:36

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L'atmosfera mi ha ricordato il film Casablanca. Mancano le volute di fumo nascenti dal lungo bocchino d'avorio..... Piaciuto. Saluti, Fabricio

Fabricio Guerrini 03/03/2015 - 14:54

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grazie Giancarlo, ho parecchi racconti brevi,unpo' su questo tono, d'altra parte negli anni 1970 c'ero, ero ragazza....

mariateresa morry 03/03/2015 - 08:40

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Atmosfera 70 tra fumose immagini e realtà di vissuto, mi hai fato venire
in mente le canzoni di paolo Conte con le sue atmosfere che rendono i componimenti eleganti e pungenti dentro lo spirito.

Giancarlo Gravili 03/03/2015 - 08:24

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