Un tuffo nel presente
Oggi, invece sono precipitato all’indietro di 40 anni e oltre.
Che bello era incontrarsi di nascosto .
Quei baci vogliosi quasi a screpolare le labbra.
Scambiati sotto un porticato, dietro l’ultima colonna al buio.
Dati oppure in un portone dove, al minimo rumore,
ci si atteggiava in discorsi promettenti.
Le guance rosse e i capelli, allora rigogliosi , tutti arruffati,
ed un cuore che sorrideva e batteva forte.
Certo che un bacio era veramente tanto.
Il pudore .
Anche fumare una sigaretta aveva un altro sapore.
Tutti su una panchina a divorare l’ultima cicca.
Fumavano un tiro per uno.
Ci passavamo la sigaretta e non certo il fumo.
Non c’erano i soldi . La pizzetta dell’amico finiva sempre
in più stomaci e qualche volta ci scappava la partita al flipper o biliardino.
La semplicità.
Il furbetto che di tanto in tanto si infiltrava nel gruppo
veniva subito adocchiato.
Se qualcuno infastidiva l’amico dieci amici pronti ad intervenire.
Lo spintone o forse lo schiaffo al massimo, ma finiva lì.
Nessuna rabbia o bullismo da sfogare allo stadio o l’intolleranza dei nostri tempi.
Rispetto.
La fiera del Levante era attesa. Non eravamo coltivatori ma semplici ragazzi.
Eh si, la fiera dava corso alle 10 di ogni mattina alla proiezione in tv
di film, spesso western. Le tapparelle o gli scuri nella più parte dei casi, appannati
Creavi fresco in camera e tutti seduti a terra di fronte a quella scatola magica
a seguire John Wayne negli attacchi agli Apache.
Un panino all’olio pieno, anzi no appena spalmato al suo interno di Nutella.
Felicità.
Ti alzi al mattino, ginnastica ,doccia colazione un velocissimo saluto.
Atleticamente prendi ,l’ascensore, corri in macchina inverti la marcia.
Traffico , viola in viso, stomaco bruciante, parcheggio, in divieto, bambini a scuola
nuovo traffico, colore melanzana in viso, stomaco fumante, parcheggio, quasi una vincita al lotto.
Corsa ,timbratura , ufficio e già pausa caffè. Quanto stress. Il lavoro attende.
Grandi defilé e passerelle . Menti eccellenti. Studiano tutti su come mandarti via.
Non torni a casa per pranzare. Offri altra ulcera al tuo stomaco malato da continui fast-food.
A sera ti ricongiungi. Ma con chi. Sei fatto e non di fumo. L’ennesimo traffico parcheggio e viola rossastro sul viso.
Ti butti su un divano e non parli più . I tuoi figli , loro interfaccia una “i”. I-Pad-, I-Phone, Internet.
Tv satellitare 200 pollici frigo con dispenser per il ghiaccio, forno sul terrazzo per la pizza. Suv in garage e così via.
Non si parla più.
Tristezza.
Luciano Capaldo 14 aprile '15
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:-
Bravo Luciano.
Mi hai fatto ricordare, l'attesa di quei bei film proiettati di mattina, quando stavamo a casa ormai finito l'anno scolastico, come ero eccitata e come l'aspettavo!
E come tutto il resto è vero, quante collette per comprare un pacchetto di sigarette!
Altri tempi altre storie.
Grazie per questo tuffo nel passato!
Ciao Elisa
Sempre superlativo!!!!
Splendida prova!
Ciao
Aurelio
Una forza descrittiva veramente straordinaria.
Quella parola finale...unica...sola...eloquentissima.
Un gioiello!
Che voterei a fare se non posso darti un ECCELLENTE?!
Vera
A una cosa non ci ho proprio creduto: al panino di nutella appena spalmato!