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Finalmente me stessa

-Allora, che mi dici di Tayler?-
-Beh, che dire di lui.. Siamo così diversi, eppure così legati. Io sono l'inverno e lui l'estate. Siamo il freddo e il caldo ma ci completiamo a vicenda. Io gli porto un Po' di vento, rinfrescando la sua pelle bagnata di sudore, lui mi porta un po' di sole, sciogliendo i ghiacciai nel mio cuore. Le nostre storie così diverse, si intrecciano, come se l'una fosse il lieto fine dell'altra. Io sono le gambe, lui le braccia. Io cammino e gli indico la via, lui abbraccia il futuro e mi dona pezzi di speranza. Siamo pieni di noi, ma ciascuno è la metà dell'altro. L'ho conosciuto troppo tardi, lui poteva salvarmi. Adesso ogni capitolo della sua storia, che mi racconta attraverso ogni suo abbraccio caldo, sembrano l'unico antidoto per ogni mia sofferenza. Se solo ci fossimo incontrati prima, non avremmo mai commesso tutti questi sbagli. In una cosa siamo uguali: io sono il male e lui l'altro lato del male. Ma non è un male malvagio, è l'unica cosa che ci faceva stare bene, nonostante ci stesse uccidendo. Entrambi siamo ying e yang, infondo tutti lo sono, ma noi abbiamo saputo annientare il nero, lasciando spazio al bianco per colorarlo di ogni emozione. Prima eravamo grigi, l'ombra della nostra ombra: irriconoscibili. Camminavamo in mezzo alle strade, non ci nascondevamo, nessuno ci vedeva. Tutti ci cercavano, ma nessuno ci trovava, finchè noi non ci siamo trovati. Fu un puro caso, una sorpresa inaspettata, come quando fuori c'è il sole e in un istante comincia a piovere.
Prima di incontrarti stavo andando sempre più alla deriva, mi ero ormai arresa alle correnti. Galleggiavo in un mare di lacrime, vedevo affondare le mie speranze da sempre più vicino e sfiorarmi, quando sei arrivato tu. Dopo tanto tempo ricominciai a sentire il calore del sole sulla pelle e il mio cuore battere. Ero viva, ero rinata, ero tornata e tutto grazie a te. Cominciammo a vederci sempre più spesso, sempre nello stesso posto, come se ogni giorno fosse il primo. Quando non c'eri avevo nostalgia di te, in un istante ero di nuovo sola e si, mi mancavi. Eri una novità, il regalo più bello che mi si potesse fare: i tuoi sguardi teneri, il tuo sorriso sincero e i tuoi abbracci caldi. Le tue parole rassicuranti, mi ricordavano tanto mia madre quando mi cullava ogni notte, sotto le coperte, mentre la città andava in fiamme. Mi avevi ridato tutto l'affetto che mi era stato strappato in tenera età, quello che non ho mai avuto, quello di cui non parlavo mai. Non l'ho mai detto, non ne ho mai parlato ma infondo mi mancava mio padre. Non ho mai smesso di aspettarlo, ancora lo aspetto così come lo aspetteró tutta la vita. Ora peró ci sei tu a riportarmi in quei momenti, dove non ci pensi nemmeno quando parli, le parole sono così buffe e preferisci fare smorfie. Ogni volta che sto con te, ritorno in quei momenti che da bambina non ho mai vissuto. Quei momenti in cui è tutto un gioco, quegl'istanti in cui ti dimentichi del tempo e fai tardi. Quei momenti in cui pensi che non esista il male e ti dimentichi che nel mondo, c'è gente che lotta per la pace. Mi fai volare su un altro pianeta, come uno di quelli che disegni da bambino, dove c'è sempre l'arcobaleno e alla fine di esso una pentola d'oro, che condividi con i tuoi amici. Dove le case sono fatte di caramelle e si gioca tutto il giorno. Quel pianeta dove c'è sempre il sole e nevica cioccolato bianco, che cade leggero sulle nostre lingue che teniamo pronte, per non farle cadere a te. Quella dimensione in cui puoi volare, e ti appoggi su nuvole di zucchero filato, attraverso le quali ti muovi nel cielo, maestoso, come un'aquila, lasciando disegni nel cielo.
Quel posto che ci sembra tanto lontano, ma che è più vicino di quanto pensiamo. Dove raccogliamo le stelle, per poi donarle a chi vogliamo bene. Dove possiamo raggiungere chi ci è più lontano, chi sulla terra non possiamo più vedere. Da piccola pensavo che questo posto fosse così lontano, invece con te l'ho trovato subito; mi è bastato immaginarlo tenendoti per mano e le mie paure si sono tramutate in un arcobaleno. Decisi di camminarlo e raggiunsi la felicità.-



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Racconto scritto il 06/05/2015 - 17:53
Da Male Dizione
Letta n.1002 volte.
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Commenti


E' intrigante, mi sfugge il senso ma hai saputo creare delle immagini bellissime che prendono molto. Sei molto brava con la penna e con la fantasia, continua. Un abbraccio...

Gio Vigi 07/05/2015 - 16:21

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