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Un giro in Sardegna

Io e mio marito quando siamo liberi dal lavoro amiamo salire in macchina e andare alla scoperta di nuovi centri e siti naturali od archeologici di cui questa terra meravigliosa è piena.
Se volete venire con noi fate un pò d'ordine nei sedili posteriori ed accomodatevi. Si parte!


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28 Settembre 2014
Domenica, la quarta domenica libera dopo tanto lavoro...e caldo.
Ci alziamo senza orario, facciamo colazione, purtroppo io senza il mio latte,
perché se al locale non può mancare niente, a casa manca sempre tutto....
Poi prepariamo gli zainetti per soddisfare ogni esigenza: acqua, costume
da bagno, cerotti, libri, quaderno, penna e telefonino.
Prendiamo un caffè al bar e poi solita sosta all'ombra sul parcheggio di
fronte al cimitero. Apriamo la cartina per decidere quale dei tre punti
cardinali scegliere.
Certo, a noi ne rimangono tre, avendo il mare ad est e non essendo proprietari di un natante
dobbiamo scegliere tra nord, sud ed ovest ed escludere il mare aperto.


Concordiamo sulla voglia di visitare un posto nuovo e ad entrambi
sconosciuto e alla fine decidiamo di partire verso la Giara di Gesturi per
vedere i famosi cavallini.
Pronti? Via!
Partiamo con la nostra macchinetta a cui facciamo fare circa 23.000 km
all'anno, e non facciamo i rappresentanti, con la musica in sottofondo, la
luce di un settembre meraviglioso che ci accompagna e la fame, tanta
fame, di scoprire e conoscere cose e posti nuovi.
Arriviamo al bivio di Abbasanta e ci fermiamo nell'area di servizio per
prendere un caffè ed un cornetto, serviti da personale scortese e svogliato
con evidente paresi alle labbra, all'ingiù, naturalmente, che ci fa fare una
sorta di antipatica caccia al tesoro per arrivare alle tazzine, mentre la ragazza delle pulizie ci passa lo straccio sui piedi.
Non ci sono problemi, d'altronde non amiamo il caffè bollente e rispondiamo con un cortese “grazie, buona giornata” alla stanchezza dei lavoratori.
Riprendiamo il nostro cammino riflettendo sulla nostra terra, la
disoccupazione ed il turismo che non potrà mai diventare il vero motore
economico dell'isola finché ci saranno personaggi incapaci di offrire un
sorriso o un'indicazione, incapaci di capire che basta veramente poco per farsi ricordare in maniera positiva.
Peccato per i cornetti, perché erano veramente buoni...


Tommaso guida ed io studio la cartina: detestiamo affidarci agli strumenti
senz'anima, per cui in genere sono io il navigatore e nelle difficoltà è
piacevole abbassare il finestrino e chiedere indicazioni ad un passante o ad
un barista o in assenza di entrambi, suonare un campanello.
Ve lo garantisco, si fanno incontri significativi.
La 131 ci sta stancando, troppo dritta e troppo noiosa, una monotonia che non amiamo, ma questa è la strada da seguire. Per il momento.
Piccola osservazione: perché nella zona di Oristano non ci sono cartelli
pubblicitari che invece sono numerosi in altre zone e che testimoniano una
certa attività commerciale ed umana?


Usciamo ad Uras e poi passiamo per Ales, Gonnosno', Sini e mentre il
nostro sguardo spazia nella secca desolazione, la nostra mente pensa a
queste popolazioni, alle loro possibili occupazioni...o alla loro noia.
Sinceramente pensiamo anche alla nostra fortuna di vivere in un posto armonioso ed
invidiabile. Invidiabile e non sfruttato, non a caso il nostro paese è definito “La bella addormentata”….
In ogni centro ci fermiamo per fotografare scorci, murales e anche cani
randagi.
A Sini ci accoglie il cartello "Città dell'olio" e con diffidenza pensiamo alle
solite furbate per attingere ai soldi pubblici.
Ma ci dobbiamo ricredere, perché qui c'è l'ulivo millenario e Sini è piena di
antichi ulivi che nonostante siano induriti e "annodati" dall'età, continuano a
svolgere con dignità il loro compito dando vita ad alcuni fra gli oli migliori della Sardegna.


Dietro indicazione umana da Setzu prendiamo una stradina che sale per
circa 3 km e che attraversa una terra arida pascolata (???) da capre;
arriviamo ad un cancello e al punto informazioni, dove l'addetto ci dà le
giuste indicazioni nascondendo un "ajone" pieno di salsicce e carne di porcetto arrosto....mmhhh.... Noi abbiamo i crackers nello zaino….cibo perdente in partenza!


Procediamo nella direzione indicata e lasciamo la macchina dove
consigliato, proseguendo a piedi e, in effetti, trovando i cavallini nei pressi
dell'abbeveratoio.
Naturalmente iniziamo a fare mille foto e ad imprecare perché essendo quasi gli anticristo della tecnologia non riusciamo a zoomare con il nuovo tablet e naturalmente i cavallini non ci danno il tempo di leggere le istruzioni e piano piano si allontanano.


Proseguiamo il nostro cammino lungo gli sterrati per circa un'ora e mezza,
cercando di capire cosa ci stia trasmettendo questo posto: innanzitutto un
silenzio mai sentito prima, spezzato solo dal fruscio delle fronde dei lecci
mosse da un leggero vento.
Vediamo un'estesa piana adornata di lecci e corbezzoli con ai piedi cardi
secchi, segno di grande siccità e felci…...segno di umidità….bhò…
Camminiamo nel persistente silenzio ma capiamo di essere in un posto
magico e misterioso, dove i miliardi di sassi che sembrano lanciati da
chissà dove e all'apparenza insignificanti, parlano di antichi passaggi e di
antiche fatiche testimoni di una storia ancora tutta da curare, custodire e soprattutto scoprire.
E’ incredibile come certi posti trasmettano serenità, come ci si possa sentire da un lato osservati da sguardi remoti e dall’altro cullati, protetti nell’abbraccio della storia dei nostri padri.


Torniamo poi alla macchina e a ritroso ripercorriamo la strada sino ad
Albagiara; qui giriamo per Usellus per non rifare la stessa strada che già di
per sé non è entusiasmante e per aver occasione di visitare e scoprire nuovi paesi.
Prendiamo un caffe' al bar, e come capita in molti posti, la barista ci fa
subito lo scontrino, forse a sentire l'accento romano di Tommaso pensano
che siamo finanzieri....
La maggior parte delle volte nei paesi più piccoli incontriamo baristi cortesi e loquaci con cui facciamo piccole chiacchierate, capita che addirittura ce lo offrano, ma capita anche di incontrare baristi diffidenti e chiusi. Ma sappiamo di volta in volta dare una giusta lettura agli atteggiamenti, senza condannarli.


Proseguiamo e finalmente il paesaggio da brullo e noioso diventa
movimentato e piacevole. La strada scende dentro un canyon per poi
risalire attraversato un ponte e ridiscendere ancora verso Allai (accento
sulla prima a) un paesino che ci incanta con tutta la sua bellezza: case
ristrutturate a mestiere, una dietro l'altra, tanto che non sappiamo più quale
fotografare, sembra di tornare indietro nel tempo e riuscire a tuffarci nei racconti dei nostri genitori e nonni, avvolti dalla serenità che nonostante tutto, fame e fatiche, imperniava la loro vita.
Ci sono i cartelli per "la casa sull'albero" ed una gentile signora ci
accompagna in una piacevole passeggiata tra i vicoli del paese per arrivare
alla nostra meta, passando a fianco al campo sportivo dove si disputa la
partita Allai-Atzara.
A dir la verita' ci pare che più' che un incontro sia uno scontro tra gli insulti
dei locali all'indirizzo dell'arbitro, che probabilmente sarà uscito scortato....


Allai si rivela un posto incantato anche per la presenza di questa casetta
costruita su un albero in riva al fiume e dove salgono in velocita' alcune
adolescenti alla ricerca di rete, assente in tutto il paese.
Di questo centro ci ha colpito la cura che amministrazione e privati pongono
per il decoro generale. Le case sono ristrutturate seguendo tutte uno stesso
criterio e tutte sono adornate di fiori e piante, non c'è un angolo in disordine
o che ci faccia capire che quel che vediamo è falso e non la reale vita,
volonta' ed orgoglio degli abitanti.
Abbiamo girato parecchio in tutta la Sardegna e questo piccolo centro è un
vero gioiello, fra i più belli che abbiamo visitato.
Credetemi, merita veramente una visita, tanti apprezzamenti...ed una
memory stick intera!


La strada verso casa e' ancora tanta per cui decidiamo di ripartire e
passando per Fordongianus arriviamo ad Abbasanta da dove poi
prendiamo la 131dcn e dove sulla carreggiata opposta ci viene incontro una lunga scia di fari di auto che pare una fiaccolata che riporta gitanti e pendolari a casa e che ci fa compagnia nel nostro rientro come una soave scia di stelle sulla terra.
Ci auguriamo che tutti stiano rientrando sereni e soddisfatti, proprio come noi,
soddisfatti per le nuove scoperte, i nuovi incontri e quel pizzico di ricchezza
in più'!


Casa, Uras, Morgongiori, Ales, Zèppara, Escovedu, Albagiara,
Gonnosnò, Sini, Genuri, Setzu, Giara di Gesturi, Usellus, Mogorella, Ruinas, Allai,
Fordongianus, Casa.
Tragitto totale 380 km, lungo quanto il nostro sorriso.




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Racconto scritto il 12/05/2015 - 13:14
Da Millina Spina
Letta n.1251 volte.
Voto:
su 5 votanti


Commenti


Ah però!!... Piaciuta assai questo viaggetto. Brava, invitami più spesso.
ahah. Ciao...

Gio Vigi 13/05/2015 - 19:14

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Entusiasta di leggere un tuo racconto che mi ha piacevolmente tenuto impegnato, mentre già ti immaginavo in giro in Sardegna, con la tua amorevole compagnia. Una bella escursione mirando lo scenario che con tuo marito ci hai vedere, descrivendolo. Lettura gradita!

Arcangelo Galante 13/05/2015 - 13:50

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Vi ho dato un passaggio e son felice che la passeggiata vi sia piaciuta!
Claretta...chissà, magari ci siamo incontrate davvero, il mondo è così piccolo!

Millina Spina 13/05/2015 - 12:44

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Una bellissima escursione,grazie per avermi condotto con voi, molto apprezzato da chi come me ama la natura e i cavalli,bravissima Millina,ci sono luoghi meravigliosi che tutti dovremmo visitare

genoveffa 2 frau 13/05/2015 - 09:07

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Che bel racconto Millina,pensa che anche io e mio marito abbiamo la vostra stessa passione,La Giara di Gesturi con i suoi cavallini é una meraviglia, chissá, magari senza sapere ci siamo anche incontrati da qualche parte.

Claretta Frau 12/05/2015 - 23:14

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Mirabilmente sequelato... è il tuo forte lasciarsi ammaliati... Lieta serata Millina

Rocco Michele LETTINI 12/05/2015 - 17:41

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