Non posso ancora crederci. Quante cose sono cambiate. I progetti, i pensieri, gli obiettivi, i sogni.
E dire che fino a qualche mese fa eravamo lì, seduti sul quel divano rosso, quello che ormai era nostro. Tanto che eravamo riusciti a scavarci una specie di fossetta per noi. Dove ci accoccolavamo, sotto le coperte, per vedere un film, per scherzare, per parlare. Perché anche quando non c’era nulla da dire, riuscivamo a trovare qualcosa di cui parlare. Parlavamo di quanto fosse bella la pioggia, il suo profumo e il suo rumore. Parlavamo di quanto non ti piacesse il mare e di quanto io invece lo adorassi, talmente tanto che ero riuscita a farlo amare un po’ anche a te. Parlavamo della scuola, degli amici, dei problemi, dei genitori. Dannati genitori.. se solo avessero potuto vedere realmente il modo in cui i nostri sguardi si perdevano l’uno nell’altro, se solo avessero osservato attentamente che quelle mani si stringevano e non volevano mai staccarsi, se solo avessero notato che dietro quei sorrisi c’era lui. Se solo avessi avuto il coraggio di farglielo capire, o più semplicemente di dirglielo, forse saremmo ancora qui, a stringerci, a parlarci, a guardarci.
Invece no. Ora ti guardo da lontano mentre fai le stesse cose con le altre, le stesse cose che dicevi di fare solo con me. Ora ti guardo e vedo che sei diverso. Sei cambiato. Perché il dolore può far crescere, ma fa male. E tu sei diventato un uomo.
Tu sarai la mia stella, quella che osserverò sempre da lontano, che terrò d’occhio, ma che lascerò andare, che vedrò brillare, ed ogni volta che brillerà più intensamente, sarò così orgogliosa. Perché è questo quello che ti auguro e che ti ho sempre augurato: di essere felice. Anche se non sarà con me. Anche se forse vorrei essere io quella ragione per la quale brilli di più. Io starò bene, se ti vedrò stare bene. Anche se fa male. Alla fine me la sono cercata anche un po’ io. Spero solo che tu possa splendere sempre più in alto. E non ti preoccupare di cadere, ci sarò io giù a prenderti, per darti la spinta e poter risalire, su nel cielo, dove meriti di stare.
E dire che fino a qualche mese fa eravamo lì, seduti sul quel divano rosso, quello che ormai era nostro. Tanto che eravamo riusciti a scavarci una specie di fossetta per noi. Dove ci accoccolavamo, sotto le coperte, per vedere un film, per scherzare, per parlare. Perché anche quando non c’era nulla da dire, riuscivamo a trovare qualcosa di cui parlare. Parlavamo di quanto fosse bella la pioggia, il suo profumo e il suo rumore. Parlavamo di quanto non ti piacesse il mare e di quanto io invece lo adorassi, talmente tanto che ero riuscita a farlo amare un po’ anche a te. Parlavamo della scuola, degli amici, dei problemi, dei genitori. Dannati genitori.. se solo avessero potuto vedere realmente il modo in cui i nostri sguardi si perdevano l’uno nell’altro, se solo avessero osservato attentamente che quelle mani si stringevano e non volevano mai staccarsi, se solo avessero notato che dietro quei sorrisi c’era lui. Se solo avessi avuto il coraggio di farglielo capire, o più semplicemente di dirglielo, forse saremmo ancora qui, a stringerci, a parlarci, a guardarci.
Invece no. Ora ti guardo da lontano mentre fai le stesse cose con le altre, le stesse cose che dicevi di fare solo con me. Ora ti guardo e vedo che sei diverso. Sei cambiato. Perché il dolore può far crescere, ma fa male. E tu sei diventato un uomo.
Tu sarai la mia stella, quella che osserverò sempre da lontano, che terrò d’occhio, ma che lascerò andare, che vedrò brillare, ed ogni volta che brillerà più intensamente, sarò così orgogliosa. Perché è questo quello che ti auguro e che ti ho sempre augurato: di essere felice. Anche se non sarà con me. Anche se forse vorrei essere io quella ragione per la quale brilli di più. Io starò bene, se ti vedrò stare bene. Anche se fa male. Alla fine me la sono cercata anche un po’ io. Spero solo che tu possa splendere sempre più in alto. E non ti preoccupare di cadere, ci sarò io giù a prenderti, per darti la spinta e poter risalire, su nel cielo, dove meriti di stare.

Da Green Eyes
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Commenti
In effetti, ho solo diciott'anni e ho ancora così tanto da imparare. Sto affrontando un periodo un po' difficile e confuso, quindi tendo a sfogarmi buttando giù i miei pensieri. Forse è per questo che sembra che io scrivi cose simili.
Grazie comunque Claudio
Grazie comunque Claudio



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In effetti, ho solo diciott'anni e ho ancora così tanto da imparare. Sto affrontando un periodo un po' difficile e confuso, quindi tendo a sfogarmi buttando giù i miei pensieri. Forse è per questo che sembra che io scrivi cose simili.
Grazie comunque Claudio
Grazie comunque Claudio



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Scrivi molto bene. Peccato che i tuoi argomenti siano monotematici. Beh, forse è solo un periodo, una fase di crescita...
sei molto giovane, probabilmente.
Di nuovo, complimenti
sei molto giovane, probabilmente.
Di nuovo, complimenti


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