C’era un ragazzo che mi chiamava Rose…
Mi baciò ad occhi chiusi in ascensore,
un breve istante sembrò infinito
ma in realtà fu soltanto
dal secondo al pian terreno.
Lentamente si staccò dalle labbra dicendo:
- “Potremmo anche fare di meglio, non credi?” –
Mi baciò ad occhi chiusi in ascensore,
un breve istante sembrò infinito
ma in realtà fu soltanto
dal secondo al pian terreno.
Lentamente si staccò dalle labbra dicendo:
- “Potremmo anche fare di meglio, non credi?” –
Una sera, circa un mese dopo,
come Giulietta e Romeo
lui era sotto al terrazzo
ad un tratto gli dissi:
- “Aspetta, devo darti una cosa!” –
gli lanciai un bigliettino arrotolato
- R I M E D I A M O? –
Nove lettere che diventarono il nostro segreto
un desiderio, una fantasia.
Me lo sussurrava a scuola, durante l’intervallo
e anni dopo, prendendomi in disparte
dal resto della compagnia:
- “Rimediamo Rose?” -
Ci sono attimi che non si ripetono
non si possono reiterare
per dare loro un seguito
rimangono in qualche cassetto della memoria
che all’improvviso si riapre
per poi richiudersi senza fare rumore.
C’era un ragazzo che mi chiamava Rose…
Nelle sere silenziose
sento ancora la sua voce calda.
Vivrà per sempre nel mio cuore.
Racconto scritto il 13/07/2015 - 14:16
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Commenti
Grazie Luciano e Giuseppe per i vostri graditi commenti!
Candlelight Candle 14/07/2015 - 14:08
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Spesso un solo attimo può bastare per lasciare un impronta per sempre. Si chiama fascino ed è quell'aura che avvolge alcune persone fino a renderle indelebili nei ricordi e nel cuore.
luciano rosario capaldo 14/07/2015 - 09:20
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Un raccontino tra prosa e poesia, che riesce a catturare un attimo molto significativo riguardante l'incontro tra due persone.
Giuseppe Novellino 13/07/2015 - 18:32
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