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Il bambino invisibile

Sentii un soffio caldo sulla faccia. Sembrava un respiro.Cercai di indietreggiare, ma non riuscii a muovermi.
La stretta misteriosa era sempre più decisa. Ero trattenuto da una forza che mi serrava le dita dolorosamente. Era lui..
Salve a tutti!!! Mi chiamo Sammy e ho dodici anni e vivo da poco a New York. Ho due genitori che lavorano in un laboratorio universitario, sono ricercatori. Ho una sorella maggiore di nome Giusy.
Tutto ebbe inizio una sera d'ottobre, dopo che avevo cenato, andai nella mia stanza per finire di fare i compiti. Varcai la soglia...e sussultai.
Tutti i fogli che erano sulla scrivania erano sparpagliati sul pavimento. Non posso certo dirmi il ragazzo più ordinato del mondo,ma non sono nemmeno uno che butta i fogli per la stanza. Alzai lo sguardo verso la finestra. I vetri erano aperti e allora pensai che forse era stato il vento a farli cadere. Ma io ricordo benissimo che prima di andare a cena, avevo chiuso la finestra a causa del maltempo. A letto mi rigirai più volte prima di riuscire ad addormentarmi. Il giorno dopo ne parlai con mia sorella Giusy e lei mi disse: "Simone tu non stai bene con la testa". E andò via. La sera ero sul divano a guardare la televisione, quando ad un certo punto vedo dalla finestra, una luce bianca e mi par di vedere una mano che mi saluta, detti un urlo e subito vennero i miei genitori e mio padre mi chiese: "Sammy cosa è successo? Tutto bene?"
Ed io: "Ho visto una mano che mi salutava ho paura". Mio padre uscì di corsa fuori a controllare,quando rientrò mi disse: "Figliolo guardi troppi film di paura,va a letto,non c'è nessuno".
Andai a letto e non feci altro che pensare a quello che era successo. Il giorno dopo rimasi un po di più a letto perché la scuola era chiusa.
Così decisi di andare in soffitta dove avevo una scatola piena di giochi. Appena entrai notai subito che la scatola era aperta e i giochi erano tutti sparsi a terra. Chi aveva fatto questo? Corsi giù in cucina dove c 'era mia sorella e le dissi:"Perché mi hai buttato tutti i giochi a terra?
E lei:"Tu sei matto,lasciami in pace, io non salgo in soffitta da mesi, non mi rompere le scatole, ho altri pensieri per la testa". Io le credevo,d'altronde che motivo aveva di mentirmi? Ma allora chi era salito? Così decisi di nascondermi dietro a un vecchio divano in soffitta e così scoprire chi si nascondeva dietro questa faccenda. Passai tutta la mattina ad aspettare, ma non accadde nulla, allora decisi di andarmene sul divano a vedere un po di televisione.
Tutto il giorno non accadde nulla. La sera successiva però successe un fatto insolito,ero in cucina e sul tavolo c'era una fetta di pizza e ad un tratto si sollevò...ebbene si, si sollevò da sola. Guardai la scena sconvolto e lanciai un urlo,subito accorsero i miei genitori.Non videro nulla, mi guardavano preoccupati e mia madre mi disse:"Sammy domani ti porterò da una mia cara amica, lei saprà come aiutarti, ora va a dormire".
Mi girai e rigirai molte volte nel letto, non riuscivo proprio a prendere sonno. Pensavo a tutto quello che mi stava accadendo in questi giorni,era tutto così strano e avevo molta paura. Finalmente mi addormentai, quando mi svegliai mi sedetti sul letto...ed emisi un gemito di terrore. Sul mio letto era distesa una camicia scura. La camicia scura del fantasma con un solo braccio. Corsi giù per le scale come una furia,mia sorella rideva come una pazza, i miei genitori mi guardavano spaventati. Allora mia madre mi chiese:"Sammy calmati,cosa ti è successo?
Ed io:"Mamma, vieni a vedere, sul mio letto. C'è una camicia scura". Lei mi guardò sorridendo e mi disse:"Tranquillo,l'avrò dimenticata io questa mattina.Sai sto sistemando un po casa".
Purtroppo neanche mia madre mi credeva,ero solo. E così mi ricordai che mio padre in una stanza aveva un rilevatore di molecole. Nessuno più mi avrebbe preso in giro.Eccolo finalmente l'ho trovato. Andai di corsa in camera e puntai la luce sull'armadio a muro...ed ecco lui...lo vidi era un bambino. Aveva un aspetto spaventoso, aveva solo un braccio e sul viso aveva tagli e ferite.Gli occhi erano grandi sembravano palle da ping pong. Spaventato lo guardai e gli chiesi:"Chi sei?Cosa vuoi da me?
E lui:"Mi chiamo Jacobs, mia madre non mi ha mai voluto.Mi ha torturato per anni e poi mi ha ucciso e mi ha nascosto dietro ad un muro. Ora mi sento solo e voglio che tu venga via con me.Il bambino che abitava prima in questa casa giocava sempre con me,ed io l'ho portato con me". Mi afferrò la mano e me la strinse così forte,che sembrava me la stesse spezzando,iniziai ad urlare e subito entrarono i miei genitori. Mio padre allora mi tirò a sé e disse:"Lascia stare mio figlio,tu ormai sei morto,è arrivato per te il momento di oltrepassare da questo mondo a un'altro.Mi dispiace, ma ora basta. Non tornare più".
Jacobs scappò in un pianto dirotto,emise un urlo e scomparve. Ora tutto era risolto...I miei genitori mi abbracciavano e mi chiesero scusa per non avermi creduto fin da subito. Per giorni ho aspettato ma non lo visto più.
Era davvero andato via?
Non lo so, so solo che dopo quel giorno non l'ho più visto.
Un mio amico tempo fa mi disse che in casa sua da qualche tempo succedevano cose strane...ma non seppe spiegarmi molto. Capii allora che non poteva che essere che lui...Jacobs:il bambino invisibile.



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Racconto scritto il 15/07/2015 - 15:25
Da rosa martella
Letta n.1384 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


che bello e brava... sembrava di esssere in un thriller non vedevo l'ora di finirlo per sapere cosa sucedeva... brava continua così.

lolita 88 18/07/2015 - 01:03

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Una tradizionale storia di fantasmi che comunque riesce a catturare il lettore. Il modo di narrare mi sembra semplice e spontaneo, poco letterario ma... forse per questo efficace.
Quelle imperfezioni nelle spaziature riguardanti la punteggiatura danno un po' fastidio.

Giuseppe Novellino 16/07/2015 - 19:22

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E sempre bello leggere i racconti di fantasia.questo mi è piaciuto molto perché parla di fantasmi, e sucesso anche a me come a Jacobs, avevo un amica che non mi voleva vedere

amico fantasma 15/07/2015 - 23:54

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