La sindrome del tacchino d'allevamento
Seppur nel breve periodo che mi è concesso dalle ferie, quando viaggio, amo immergermi nella storia, nella cultura e nelle tradizioni del luogo che sto visitando.
Odio le costrizioni di orari, essere inserito in gruppi chiassosi e senza controllo. Mangio con gusto ma preferisco la qualità alla quantità. Non sopporto gli sprechi.
Come tutti coloro che vanno in vacanza tollero alcune esagerazioni sui prezzi ma l'eccesso mi fa sentire stupido.
Per questi ed altri motivi, quando l'anno scorso, dalla mia famiglia, mi fu proposta una crociera, la guardai con sospetto.
Naturalmente mi riferisco ad una di quelle standard, di una settimana, che vanno molto di moda e che un povero italiano monoreddito con uno stipendio medio come il mio, risparmiando e facendo sacrifici, alla fine può permettersi. Sempre che non capiti qualche imprevisto, come un guasto all'auto o un elettrodomestico che decide di abbandonarti proprio all' inizio dell'estate o altre pendenze da pagare. Niente lussi è chiaro, e soprattutto niente di quel romanticismo che forse qualche decennio fa aveva questo tipo di viaggio.
Ritornando alla nostra crociera, pensai che, non avendone mai fatte, sarebbe stata comunque una nuova esperienza, da provare almeno una volta nella vita e accettai con moderato entusiasmo. In realtà mi feci contagiare da quello di mia figlia sedicenne e della sua amica che invitammo a venire con noi.
Tutto andò secondo le aspettative. Come principiante caddi però in alcuni trabocchetti, volti a far spendere di più l'ignaro viaggiatore ( mance assurde inserite direttamente sul conto , i vari pacchetti per le bevande ecc..ecc...) .
Quest'anno mia figlia è tornata all'attacco ed io, che non riesco a dirle di no, ho accettato di nuovo.
Imbarco ad Ancona, direzione Venezia, Croazia ed isole greche. Come l'anno precedente tutto è andato secondo programma: escursioni costosissime e visite dei luoghi molto superficiali (d'altra parte se non partecipi, vieni abbandonato sui moli di sbarco senza nessun tipo di informazione), orari prestabiliti per la cena, per gli sbarchi ecc. ecc., e tutti inesorabilmente ammucchiati. Assomigliavamo più a mandrie di pecore che a croceristi in vacanza. Cibo in eccesso, di scarsa qualità riproposto al buffet e al ristorante fino alla nausea. Infine i soliti prezzi esosi e incomprensibili e i soliti trabocchetti per spillarti anche l'ultimo centesimo.
Non so se esista la sindrome del tacchino d' allevamento!?! Effettivamente, mi sono sentito come uno di questi grossi animali, prima messo all'ingrasso in gabbie comuni per poi essere spennato fino all'ultima piuma.
Crociera!?! Mai più!!!!
Odio le costrizioni di orari, essere inserito in gruppi chiassosi e senza controllo. Mangio con gusto ma preferisco la qualità alla quantità. Non sopporto gli sprechi.
Come tutti coloro che vanno in vacanza tollero alcune esagerazioni sui prezzi ma l'eccesso mi fa sentire stupido.
Per questi ed altri motivi, quando l'anno scorso, dalla mia famiglia, mi fu proposta una crociera, la guardai con sospetto.
Naturalmente mi riferisco ad una di quelle standard, di una settimana, che vanno molto di moda e che un povero italiano monoreddito con uno stipendio medio come il mio, risparmiando e facendo sacrifici, alla fine può permettersi. Sempre che non capiti qualche imprevisto, come un guasto all'auto o un elettrodomestico che decide di abbandonarti proprio all' inizio dell'estate o altre pendenze da pagare. Niente lussi è chiaro, e soprattutto niente di quel romanticismo che forse qualche decennio fa aveva questo tipo di viaggio.
Ritornando alla nostra crociera, pensai che, non avendone mai fatte, sarebbe stata comunque una nuova esperienza, da provare almeno una volta nella vita e accettai con moderato entusiasmo. In realtà mi feci contagiare da quello di mia figlia sedicenne e della sua amica che invitammo a venire con noi.
Tutto andò secondo le aspettative. Come principiante caddi però in alcuni trabocchetti, volti a far spendere di più l'ignaro viaggiatore ( mance assurde inserite direttamente sul conto , i vari pacchetti per le bevande ecc..ecc...) .
Quest'anno mia figlia è tornata all'attacco ed io, che non riesco a dirle di no, ho accettato di nuovo.
Imbarco ad Ancona, direzione Venezia, Croazia ed isole greche. Come l'anno precedente tutto è andato secondo programma: escursioni costosissime e visite dei luoghi molto superficiali (d'altra parte se non partecipi, vieni abbandonato sui moli di sbarco senza nessun tipo di informazione), orari prestabiliti per la cena, per gli sbarchi ecc. ecc., e tutti inesorabilmente ammucchiati. Assomigliavamo più a mandrie di pecore che a croceristi in vacanza. Cibo in eccesso, di scarsa qualità riproposto al buffet e al ristorante fino alla nausea. Infine i soliti prezzi esosi e incomprensibili e i soliti trabocchetti per spillarti anche l'ultimo centesimo.
Non so se esista la sindrome del tacchino d' allevamento!?! Effettivamente, mi sono sentito come uno di questi grossi animali, prima messo all'ingrasso in gabbie comuni per poi essere spennato fino all'ultima piuma.
Crociera!?! Mai più!!!!
Racconto scritto il 16/08/2015 - 13:38
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Voto: | su 123 votanti |
Commenti
Non ho mai fatto una crociera e mi sarebbe piaciuto farne una, un giorno...ma dal tuo racconto, meglio lasciar perdere! Anche le disavventure estive possono diventare dei bei racconti, Buona giornata,
Chiara B. 17/08/2015 - 13:41
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SCORSO CON PIACERE... Dalla tua originalità il meglio. Lieta settimana.
Rocco Michele LETTINI 17/08/2015 - 09:36
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