Non era stato esattamente come se l’era immaginato. L’immaginazione, la fantasia, la voglia di fare e di scappare ancora la corrompevano dal di dentro. Erano sentimenti dolci, erano ambizioni che dovevano a tutti i costi trovare uno sfogo. Sarebbe scoppiata, altrimenti. Lo sapeva benissimo. In certi momenti ancora pensava ai tempi andati. E mentre lo faceva provava a tirare avanti, imperturbabile. C’era sempre una quantità indefinita di speranza in lei. E non capiva se fosse rivolta solamente al futuro oppure se contenesse, magari, un atomo di coscienza del passato.
Certe volte le tremavano le mani, stuzzicava le labbra con l’indice e il pollice della sinistra mentre provava a scrivere qualcosa al computer. Certe volte i pensieri le rovinavano la giornata. Sì, sempre a chiedersi se fosse stata la scelta giusta. Sempre a tentare di trovare il punto d’incontro.
Il punto di non ritorno furono le nuove esperienze. Era paradossale, lo sapeva bene. Era come spazzare via in un solo momento il sentimento della ‘purezza’. Ma c’era sempre quel qualcosa di indefinibile che se da una parte la spaventava a morte, dall’altro la spronava a guardare sempre diritto. Era una forza interiore. Una forza così naturale e vitale che solo un autentico virtuoso avrebbe voluto tentare di arginare.
Poi, all’improvviso, parve capire tutto.
Da quel giorno, si disse, non avrebbe più abbandonato quel sorriso che le modellava le labbra. Ma non era un’imposizione neppure quella. Le veniva naturale. All’improvviso cominciò ad essere tutto più naturale. Le sue forze sarebbero state focalizzate al ‘tutto’. Bisognava raccogliere il più possibile mantenendo sempre gli occhi ben aperti. Il potere e il retaggio delle virtù cominciarono a parerle quasi ‘immorali. Non c’è niente di scritto, si disse.
Allora davvero le parve di poter respirare a pieni polmoni l’aria del mattino. Non era libera perché aveva meritato di esserlo. Era libera perché aveva imparato a conoscere il mondo, con la curiosità di uno scienziato e la dolcezza di un innamorato.
Certe volte le tremavano le mani, stuzzicava le labbra con l’indice e il pollice della sinistra mentre provava a scrivere qualcosa al computer. Certe volte i pensieri le rovinavano la giornata. Sì, sempre a chiedersi se fosse stata la scelta giusta. Sempre a tentare di trovare il punto d’incontro.
Il punto di non ritorno furono le nuove esperienze. Era paradossale, lo sapeva bene. Era come spazzare via in un solo momento il sentimento della ‘purezza’. Ma c’era sempre quel qualcosa di indefinibile che se da una parte la spaventava a morte, dall’altro la spronava a guardare sempre diritto. Era una forza interiore. Una forza così naturale e vitale che solo un autentico virtuoso avrebbe voluto tentare di arginare.
Poi, all’improvviso, parve capire tutto.
Da quel giorno, si disse, non avrebbe più abbandonato quel sorriso che le modellava le labbra. Ma non era un’imposizione neppure quella. Le veniva naturale. All’improvviso cominciò ad essere tutto più naturale. Le sue forze sarebbero state focalizzate al ‘tutto’. Bisognava raccogliere il più possibile mantenendo sempre gli occhi ben aperti. Il potere e il retaggio delle virtù cominciarono a parerle quasi ‘immorali. Non c’è niente di scritto, si disse.
Allora davvero le parve di poter respirare a pieni polmoni l’aria del mattino. Non era libera perché aveva meritato di esserlo. Era libera perché aveva imparato a conoscere il mondo, con la curiosità di uno scienziato e la dolcezza di un innamorato.
Racconto scritto il 21/08/2015 - 08:07
Da Luca M.
Letta n.1202 volte.
Voto: | su 14 votanti |
Commenti
Grazie Giuseppe; anch'io 'ti leggo' con piacere...
Luca M. 23/08/2015 - 22:04
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Brano descrittivo e riflessivo che riesce a delineare tratti personali. Mi sembra ben scritto, si legge con piacere.
Giuseppe Novellino 23/08/2015 - 17:55
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