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Chantal e la sua storia

Una bambina di 5 anni e il suo cappottino blu.
Percorreva un viale alberato accompagnata dalla nonna. Credeva fosse un giardino ma non era così. Tutti piangevano. Tutti l’abbracciavano. E lei non capiva cosa stava accadendo. Poi vide una fossa, e le dissero che suo papà e sua mamma sarebbero andati a riposare lì. Col tempo Chantal capì cos’era la morte.
Che tristezza cambiare casa e andare a vivere con la nonna. Alimentazione e abitudini diverse. Era molto più noioso che vivere con i genitori.
Era il 1960.
Quando compì 6 anni, andò a scuola. In classe tutti le volevano bene. Si ritrovò in una grande famiglia. E fu lì che le fu insegnato l’ottimismo e l’altruismo. Chantal era sempre allegra donando un sorriso a tutti. Aiutare chiunque fosse in difficoltà era nella sua indole. Qualcosa di prezioso che l’avrebbe accompagnata nel suo cammino. Però come era triste vedere i bimbi all’uscita correre incontro a mamma e papà! Lei aveva solo la nonna che la viziava un po’.
Chantal si affezionò molto a sua nonna anche se a volte le mancava la sua mammina e il suo papà. Quando nessuno la vedeva andava in cameretta a piangere. Si chiedeva: “Perché proprio a me dovevano morire i genitori?” malediva quell’incidente stradale. Domande su domande…. Poi si asciugava le lacrime e cercava di vedere il lato buono delle cose. Pensava: “C’è chi sta peggio di me, che è solo al mondo. Io almeno ho la nonnina che mi vuole tanto bene!”.
Un giorno Chantal si svegliò tardi. Si vestì di corsa. Non voleva arrivare di ritardo a scuola. Era un giorno importante, aveva il saggio di danza. E non vedeva l’ora di indossare il suo vaporoso tutù….
Andò in cucina.”Dov’è la nonna?”, si domandò. La colazione sul tavolo non c’era. Pensò: “Strano, oggi la nonna fa la pigra! Vado a svegliarla per prenderla un po’ in giro!!!”.
La chiamò, urlò il suo nome ma…. Niente. Nessuna risposta.
Il cuore stanco della nonna si era fermato.
Di nuovo Chantal col suo cappottino blu, percorreva quel grande giardino, e vide calare in una fossa la bara della nonna.
Fu un immenso dolore.
Si sentiva come un puntino in mezzo ad un grande quadro.
L’amarezza il dolore, e la delusione si fecero più grandi quando nessun parente si volle prendere cura di lei. Chantal fu mandata in un orfanotrofio.
Quando entrò nella stanza che le era stata assegnata, vide che non era sola, c’erano ben 10 lettini! I muri scrostati e la muffa. Che squallore! Voleva scappare da quella realtà.
Pensò: “Come potrò resistere qua dentro?”.
Arrivò la notte e Chantal in quel lettino pianse tutte le lacrime che aveva. Per molte notti fece così. Ma poi decise di consolare gli altri che erano lì, forse più tristi di lei. Regalando l’unica cosa che aveva: un sorriso.
Aiutando gli altri avrebbe sofferto un po’ meno della sua triste condizione.
Un giorno chiese se poteva avere dei pennelli e degli acquarelli per dipingere.
Dipingere l’aiutava a volare con la fantasia... Nei suoi ritratti lei era sempre al mare o tra le nuvole, elegante e altera. Mentre nella realtà era vestita di cenci.
Alcuni bimbi andarono via, erano stati adottati. Ma lei no.
Nonostante avesse un carattere stupendo, solare, nessuna famiglia la prese con sé, ma lei non perse le speranze.
Quando compì 18 anni le dissero che doveva andare via. A un’altra casa doveva andare, in una famiglia ricca, per fare la baby-sitter.
Era felice di lasciare l’orfanotrofio.
In quella casa vide finalmente una famiglia al completo! Le bimbe erano dolcissime.
Chantal amava i bambini e subito le conquistò.
Ben presto si affezionò a tutti i componenti di quella famiglia. Anche al maggiordomo e alla cameriera che divennero suoi amici.
Passarono 2 anni, anzi volarono 2 anni!!!
Chantal era amata e apprezzata. Desiderava che quella famiglia fosse la sua.
Un giorno arrivò Antony, era un ragazzo di colore. Carino. Era il nipote del maggiordomo. Antony aveva un brutto carattere ed era pessimista.
Era stato assunto dalla famiglia come autista.
Chantal voleva vedere Antony sereno e felice.
Ben presto capì che anche lui aveva sofferto molto nella vita e che era stato spesso deriso per il colore della sua pelle.
Chantal lo aiutò a vedere le cose diversamente, gli insegnò a sorridere alla vita e a vedere il lato buono delle cose.
Scoprì che Antony aveva un sogno da realizzare, voleva diventare dottore, precisamente un pediatra.
Ma non aveva il coraggio di iscriversi all’università. E poi si sottovalutava.
Chantal gli disse che bastava un pizzico di volontà e sarebbe riuscito. Doveva provare!!!
Antony col tempo si convinse. Quindi di giorno lavorava come autista e di notte studiava. Diventando sempre più sicuro superando uno, due, tre esami…..
Piano piano arrivò il giorno della Laurea.
Aveva raggiunto il suo obiettivo.
Chantal era felice per lui. Non avendo molto da donargli gli regalò un suo dipinto. Un giorno alzandosi più tardi del solito udì che la famiglia era riunita in salotto, parlavano con Antony.
Chantal non resistette e si mise ad origliare, e sentì una frase; Antony diceva che si era innamorato di una ragazza. E che il giorno seguente avrebbe parlato con lei.
Chantal si sentì morire, era gelosa e pensò: “si sarà innamorato di una universitaria!” Corse in camera a piangere. Quanto avrebbe voluto essere lei la fortunata ragazza!
Si rese conto che era innamorata di Antony.
La tristezza le fu di compagnia per tutta la giornata. Tutti se ne accorsero, e le chiesero cosa aveva, e lei rispondeva: “Non sto bene, passerà”.
L’indomani Antony bussò alla camera di Chantal, lei aprì la porta, lui si inginocchiò, ponendogli tra le mani morbide un pacchettino.
Che sorpresa!!! Conteneva un anello!
“Vuoi sposarmi?” le chiese.
Chantal pensò: “Ecco chi era la ragazza di cui parlava ieri!!!”.
E a gran voce gli rispose: “ Sììììììì ”



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Racconto scritto il 16/10/2015 - 10:51
Da Maddalena Clori
Letta n.1319 volte.
Voto:
su 5 votanti


Commenti


Grazie mille Arcangelo

Maddalena Clori 17/10/2015 - 11:10

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Quanta dolcezza v'è in questo racconto! Hai ben raccontato la storia di quella piccola bimba che ha dovuto imparare molto presto a crescere, conoscendo purtroppo le tristezze della vita. Dopo tanti affanni e tribolazioni, il futuro le ha però donato, finalmente, un po' di serenità sino a crearsi una famiglia che le era stata negata da un destino avverso. Un bel testo, molto istruttivo. Brava, cara Maddalena!!

Arcangelo Galante 17/10/2015 - 10:44

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Grazie di cuore sig. Michele per aver letto e apprezzato questo mio piccolo racconto.
Buona giornata!

Maddalena Clori 17/10/2015 - 05:42

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Piacevole racconto... che solo Tu sai donarci diligentemente.

Rocco Michele LETTINI 17/10/2015 - 03:55

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