La sfortuna aveva voluto che proprio l’ultima ora del giovedì fosse al settimo piano dell’edificio che ospitava il Liceo Sperimentale “Dino Buzzati”.
Sette piani e ventuno rampe di scale che si frapponevano alla conquista dell’uscita.
Avrebbe perso quasi mezzora di tempo contando che, la sua, sarebbe stata l’ultima classe a uscire. Il traffico di motorini e biciclette, avrebbe reso vano il posizionamento dell’auto vicino alla scuola, visto che sarebbe risultata irrimediabilmente imbottigliata.
L’ultima ora, in realtà, era di cinquanta minuti. La campanella suonava alle dodici e quindici per tornare a suonare alle tredici e cinque e lui arrivava solitamente con una decina di minuti di ritardo.
La sua lezione consisteva in una lettura che faceva fare del libro “Psicologia Sociale” del professor Solomon E. Asch. Faceva leggere un brano ad uno studente, poi chiedeva a tutti:
“Avete capito?”
Se non c’erano repliche o dinieghi faceva procedere con la lettura, altrimenti faceva la parafrasi del paragrafo.
Il tutto durava una mezzoretta, durante la quale ogni manciata di minuti controllava l’orologio; poi scattava il piano.
Ore dodici e cinquantacinque:
“Allora, piano piano prendete i libri e prepariamoci ad uscire.” Diceva con fare complice.
Ore tredici in punto:
“Ora scendiamo in silenzio.”
La discesa avveniva silenziosamente fino alla porta della scuola, dove aspettava il suono campanella.
Dopo la trepidante attesa, infine, la liberazione. Finalmente poteva salire sulla sua Escort verde sormontata dal surf e dirigersi alla spiaggia dei Tre Ponti.
Quando fu il momento di scegliere il membro interno per l’esame di maturità della classe fu inflessibile:
“Non vi azzardate a chiederlo a me! Non vengo a fare una figuraccia per voi!”
Fu deciso e “cristallino!”
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Giugno Luglio, poi, preferiva passarli sul surf... grazie del commento
Però non pare di aver capito le ultime quattro righe.