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IL RUMORE DELLE ONDE - SECONDA PARTE

Ada era tutta presa dai suoi pensieri, lo sconosciuto aveva aperto la 24 ore che aveva con sé e ne aveva estratto dei documenti che ora rivedeva con grande interesse. Il volto serio era atteggiato in una maschera fredda e concentrata, che toglieva un po' di affabilità ai suoi lineamenti, ma non ne scomponeva la bellezza. Rabbrividì a quel suo stesso pensiero. Era sicura che dopo Andrea non sarebbe più riuscita a guardare un uomo, ed invece si era sbagliata, ci riusciva ancora. E la paura cominciò a farsi strada in lei, sino ad attanagliarle il cuore. Possibile che non avesse imparato nulla? Cercò di dare un corso razionale ai suoi pensieri, ma non era sicura di poterci riuscire.
Ogni tanto lanciava qualche fuggevole occhiata allo sconosciuto ed un paio di volte lo sorprese ad osservarla. Si sentiva strana, ma non avrebbe saputo spiegare perché, forse era il ritrovarsi dopo tanto tempo sola, con un uomo che non conosceva, in uno spazio così ristretto o forse più semplicemente il fatto di essere conscia di apparire quanto meno bizzarra agli occhi degli altri. Tacchi alti, tubino nero e collana di perle, l'esatto abbigliamento per intraprendere un viaggio in treno! Pensò amaramente ironica.
O forse era l'irrazionale sensazione che qualcosa stesse per accadere, qualcosa che non sapeva cosa fosse e neanche era sicura di voler conoscere.
Ada voltò lo sguardo al finestrino, incurante e del tutto inconsapevole di apparire incredibilmente bella e fragile, agli occhi dello sconosciuto.
Del tutto ignara dei pensieri che si andavano formando e dissolvendo nella mente dell'uomo, si perse nuovamente nei suoi, ma questi stranamente si stavano velando di speranza, ma forse erano solo gli accesi colori del tramonto che si andavano riflettendo nella sua anima, come in uno specchio. Lui posò i fogli e li ripose, sentì il frusciare dei documenti e il rumore della 24 ore che veniva chiusa..
<< Non le piace conversare vero?>> Chiese così a bruciapelo. Ada si girò di scatto, puntando i suoi occhi azzurri in quelli chiari di lui.
<<A cosa allude?>>
<<Al suo comportamento.>>
<<Si sbaglia.>> Tagliò corto, già sulla difensiva, ma lo sconosciuto non si lasciò intimidire.
<<Allora sentiamo, dov'è diretta?>>
<<Non lo so.>> Lui la guardò sbigottito.
<<Non lo sa? Suvvia, per chi mi ha preso?>>
<<Be' se non scenderò alla prossima fermata, scenderò a quella dopo.>>
<<Non sa che la prossima è l'ultima?>> lei sgranò gli occhi, senza rispondere. No, non lo sapeva e ora? Aveva appena cominciato ad abituarsi al viaggio, con le sue fermate e il suo andirivieni di passeggeri, e ora doveva scendere. Scelta saggia salire su di un treno, senza conoscerne la meta, ma in fondo forse c'era un lato positivo, non sapeva né come né dove cercarlo, ma di sicuro doveva esserci, o almeno se lo augurava. Ora doveva solo agire di conseguenza, in fin dei conti non avrebbe potuto restare sul treno per il resto della vita!
<< È sicuro che la prossima sia l'ultima fermata?>>
<<Certo, doveva scendere alla precedente, forse?>>
Ada scosse la testa in senso di diniego.


Il treno ci aveva messo quasi due ore per arrivare al capolinea. Ora bisognava scendere. Aveva perso di vista lo sconosciuto, da quando si era allontanato per rispondere al cellulare, ma questo non era certo un problema anzi! Raccolse, la giacca leggera che completava il suo abbigliamento, e la borsa e si avviò all'uscita.
Appena scesa venne accolta da un'aria gelida e ventosa. Rabbrividì.
<<Ecco, prenda questo>> Lo sconosciuto era alle sue spalle e l'avvolse nel suo cappotto.
<<Grazie>> Mormorò Ada, mentre si guardava spaesata intorno, nella speranza di capire dove si fosse cacciata e soprattutto cosa dovesse fare.
<<Davvero non sa dove andare?>> Chiese l'uomo un po' stupito.
Lei fece segno di no.
<<Allora venga a cena, con me.>>
<<Be' veramente...>> Cominciò a dire, ma cosa c'era di male ad accettare? Almeno avrebbe potuto prendere un po' di tempo per capire dove si trovava e cosa dovesse fare. <<Va bene.>> Disse.
<<Benissimo. Io mi chiamo Roberto.>>
<<Ada.>> Si strinsero le mani, calda e rassicurante la stretta di lui, diffidente e un po' impacciata quella di lei. Lui le fece segno di seguirlo. Lei cercò di restare al passo, con non poca fatica a causa dei tacchi e del percorso accidentato. Lui rallentò l'andatura.
<<Queste strade sono molto vecchie. Ma non ha un bagaglio?>> Chiese notando che portava con sé solo la borsa.
<<No. Non ce l'ho.>>
<<L'ha smarrito?>>
Per l'ennesima volta fece un cenno di diniego. Lui era sempre più stupito di ciò che andava scoprendo ma anche sempre più curioso, quella donna lo affascinava. Fece comunque finta di nulla.
<<Eccoci arrivati. Questa è la mia macchina, cioè quella che uso quando sono qui.>> Mise la sua valigia nel bagagliaio, le aprì la portiera e poi salì a sua volta.
<<Dove siamo diretti?>>
<<In un ristorante non molto lontano. Ma prima mi tolga una curiosità, non ha prenotato una stanza vero?>>
<<Non so neanche dove sono!>> fu la laconica risposta.
<<Nessun problema, passeremo prima dall'albergo. Questo posto non è molto grande, ci si abituerà in fretta.>>
<<Grazie.>> Disse solamente questo. Ma in verità la sua mente brulicava di pensieri, pensieri che non erano per nulla coerenti e la responsabilità, era in gran parte da attribuire alla presenza di quell'uomo. Per certi versi le ricordava Andrea, anche lui era sempre pronto a risolverle i problemi, almeno in apparenza, ma, anche se era illogico, avvertiva con chiarezza che Roberto era diverso, c'era qualcosa nel modo di sorriderle, di parlarle che l'affascinava, e nel contempo lo caratterizzava, una vena di sincero interesse che, e ora lo sapeva bene, non era mai appartenuta ad Andrea.


Lui l'accompagnò in albergo e poi andarono al ristorante, almeno in quell'occasione non doveva preoccuparsi di com'era vestita! Pensò ironica.
Durante la cena parlarono del più e del meno, anche se ad onor del vero, fu più lui a tenere viva la conversazione, anche spiegandole le caratteristiche e le peculiarità di quel paesino di mare. E mentre parlava lei ebbe modo di notare che era molto legato a quel luogo.
<<Sono nato, qui.>> Finì di dire.
<<Ci torni spesso?>> Chiese Ada. Durante la cena avevano cominciato a darsi del tu.
<<Ogni fine settimana. È la mia casa. E la tua dov'è?>>
<<Non lo so più.>> Rispose laconica.
<<Certo che sei proprio un fiume in piena, aiuto! C'è una vera inondazione di parole!>>
Risero. Era bello ridere, neanche sapeva quand'era l'ultima volta che aveva riso. Di sicuro non l'aveva più fatto da quando aveva conosciuto Andrea a lui non piaceva.
Lui si scoprì innamorato del suo sorriso, era come assistere al sorgere del sole.
<<Sei molto bella.>>
Lei si mostrò confusa.
<<Non volevo spaventarti. Scusa.>>
<<No...grazie del complimento.>>
Il resto della serata trascorse piacevolmente.
Quando uscirono dal locale lui le chiese se avesse voglia di passeggiare. Lei annuì, dopo un giorno intero passato in treno non chiedeva di meglio.
Cominciarono a camminare per le vie del paese che man mano che scendeva la notte andava addormentandosi, il silenzio, quasi irreale era interrotto dai loro sospiri e dalle poche frasi che si scambiavano. A fare da sottofondo ai loro discorsi e ai loro pensieri il rumore delle onde. Di tanto in tanto il mare si intravedeva, tra le case.
Ada, si sentiva stranamente felice. In quegli ultimi cinque anni aveva smesso di vivere, di vedere gente. Aveva vissuto in un orrido e squallido limbo dal quale era stato difficile uscire. Forse stava sbagliando ancora, in fondo conosceva Roberto solo da poche ore, ma le sembrava di conoscerlo da tutta una vita, era come se il suo cuore l'avesse riconosciuto, sebbene ancora la sua mente si rifiutasse di prendere realmente in considerazione una simile ipotesi.
Stavano discorrendo amabilmente, quando lei, senza quasi rendersene conto cominciò a raccontargli la sua storia, sin dal principio. Riuscì a farlo senza sprecare lacrime, ma non poté impedirsi di rabbrividire e tremare, mentre rievocava con dovizia di particolari il suo triste passato. Anche la sua voce non era molto ferma.
Roberto rimase in silenzio per tutta la durata del suo racconto, ma sul suo volto si dipinsero le più svariate emozioni, dispiacere per quello che aveva passato, rabbia nei confronti di quell'uomo che aveva cercato di spegnerle il sorriso e rovinarle la vita, comprensione per lei e anche ammirazione per il coraggio che aveva dimostrato nel tirarsi fuori da quella storia e forse anche per quella folle scelta di salire su di un treno in piena notte. Ma forse ammirava quella decisione, presa così impulsivamente solo perché alla fine l'aveva condotta da lui.
Ada notò la reazione del suo accompagnatore e questo rafforzò la sua convinzione sulla diversità d'animo e di carattere tra Roberto e Andrea, Andrea non aveva mai mostrato apertamente le sue emozioni, anzi era sempre stato bravo a nasconderle, tranne la rabbia, tanto che alla fine si era convinta che fosse l'unico sentimento che riuscisse a provare. Scacciò via con forza il pensiero dell'ex marito dalla sua mente e sorrise a Roberto.
<<Hai avuto davvero un bel coraggio>> Le sorrise. Mentre camminavano avevano svoltato per una stradina stretta, da dove, erano poi scesi sulla spiaggia, prendendo a camminare lungo il bagnasciuga.
Il cielo scuro era rischiarato da una grande luna bianca. Lei si strinse meglio nel cappotto. Lui le mise un braccio intorno le spalle. Per un po' proseguirono in silenzio.
Poi lui cominciò a parlarle del lavoro che svolgeva dei suoi progetti. Le spiegò la sua visione del mondo e dell'amore. E per quando non ne parlò apertamente, forse neanche voleva ammetterlo con sé stesso, se quello che provava standole accanto non era amore, gli andava davvero vicino e non l'aveva provato mai per nessuna altra donna, per quanto irrazionale fosse, visto che si conoscevano solo da poche ore.
I luoghi in sé nascondono sempre un po' di magia e anche quel piccolo paesino in riva al mare aveva il suo magico fascino, col profilo irregolare delle case e le strade irregolari, spesso interrotte da gradini che salivano o scendevano. L'odore di salsedine e il rumore delle onde che infrangendosi sugli scogli infrangevano il muro di silenzio che avvolgeva ogni cosa dando l'impressione di essere in un luogo incantato lontano dal tempo e oltre il tempo, luogo dove le tradizioni, col loro incedere lento segnavano lo scorrere dei giorni. Ada si strinse un po' di più a Roberto.
<<Hai mai pensato di fermarti dove ti avrebbe condotto il treno?>>
<<Veramente no, anzi pensavo che tutti abbiamo bisogno di tornare da qualche parte prima o poi.>>
<<Ti fermeresti qui, per me?>> Le chiese, fermandosi a guardarla negli occhi. Lei fremette. Era sconvolta e stupita, una parte di lei avrebbe voluto essere razionale, l'altra avrebbe voluto buttargli le braccia al collo e dirgli di sì. Era troppo impulsiva e l'impulsività in passato le aveva causato molti guai, eppure irrazionalmente sentiva che se avesse rinunziato a quell'occasione avrebbe rinunziato a una parte di lei, forse era pazza. Scrutò il volto di Roberto, anche lui era combattuto nello stesso dualismo tra ragione e sentimento. Qual'era la scelta giusta, quella presa col cuore o quella presa con la mente? Fu in quel preciso momento, mentre il rumore delle onde diveniva sempre più forte, che seppe la verità, lei non aveva mai davvero scelto Andrea col cuore, ma solo con la mente, aveva creduto di amarlo, ma in realtà era solo stata soggiogata dal suo subdolo fascino.
<<Credo di sì>>
Roberto la baciò.
Il mondo si sciolse nella passione di quell'abbraccio.
In fondo era sempre stata una romantica, una sognatrice e questa sua personalità neanche Andrea con tutta la sua cattiveria era riuscito a distruggerla, l'aveva spenta per un certo tempo, ma alla fine la sua stessa natura si era ribellata e ora si sentiva libera, libera come non lo era mai stata, libera di andare dove voleva e libera di scegliere l'amore, perché si può fuggire da tutto e da tutti, ma non si può sfuggire da sé stessi, e forse nemmeno dall'amore.


FINE


Ogni riferimento a fatti o cose reali è puramente casuale, poiché il racconto è frutto della fantasia dell'autrice.




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Racconto scritto il 19/11/2015 - 11:40
Da Marirosa Tomaselli
Letta n.1307 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Guarda, mi sembra di averti detto che sono un appassionato di cinematografia, non ti esagero nel dirti che si potrebbe trarne un soggetto cinematografico, vuoi per la storia e per le ambientazioni davvero aderenti per una storia d'amore di questo genere. Sei sempre molto brava Marirosa, e sempre ti consiglio caldamente di continuare su questa strada, poiché dimostra che con la scrittura e che il genere romance è cuore per le tue mani (pane per i tuoi denti insomma )

Giuseppe Scilipoti 01/04/2017 - 16:28

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Sì è rilevata un idea passa sí, ma perlomeno ha avuto un epilogo dolce e vincente. Certo, resterà da vedere se entrambi i protagonisti sono fatti davvero per stare insieme (ricordiamoci ancora che si sono messi insieme da pochissimo), ma vedo per loro un futuro roseo e positivo, dove le onde del mare nelle loro passeggiate faranno come colonna sonora per il loro amore. Come sempre hai strutturato un racconto notevole, un amore può nascere in un sol giorno? Sembrerebbe proprio di sì...

Giuseppe Scilipoti 01/04/2017 - 16:24

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Eccomi a leggere la seconda parte di questo romance con i fiocchi, una seconda parte ancora più intensa che mi ha fatto brillare gli occhi, specie nel finale che romantico per la vita come sono, ho esultato per i protagonisti che benché si conoscessero da pochissimo si sono messi insieme. Come si suor dire: 'Per ogni amore muore...C è un amore che nasce. Certo che però... L'iniziativa di Ada ovvero quello di partire col treno per destinazione ignota... (Continuo nel secondo commento).

Giuseppe Scilipoti 01/04/2017 - 16:20

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