Una pioggia di tristezza scende sulle strade di un mondo già in ginocchio… diviso tra la fede e l’avidità. L’aria del natale: non basta ad asciugare le lacrime di chi subisce le violenze, le umiliazioni, la paura di chi decide per te. Il natale dovrebbe essere per tutti, lo stare insieme, sia con la famiglia che con gli amici, ma con uno spirito di pace, di amore verso tutti.
Ma non è così perché; e un far stare male, a chi è solo, a chi ha perso una persona cara, a chi è lontano dalla propria casa, a chi non riesce a sostenere la propria famiglia. Nelle strade si vedono persone che cercano qualcosa da mangiare nei cassoni dell’immondizia… mentre i propri familiari e amici si danno alle gozzoviglie, a l’ubriachezza.
È volontà di Dio che si celebra il natale?
Se è sì: perché le persone sono divise?
Perché il rispetto è invisibile?
Dov’è lo spirito del natale: quello pulito basato sull’amore?
No, ce troppa violenza, odio, non può essere volontà di Dio.
Il natale è una tradizione che va a fondersi sempre più nel materialismo: sono poche le persone che hanno nel proprio cuore la speranza nel sacrificio di Gesù. La maggioranza delle persone preferiscono il caldo della casa e non guardare fuori dalla finestra, per non sentire le grida di chi non ha più lacrime; magari sono andate a sentire anche la messa della mezzanotte; per avere la coscienza apposto.
Mentre altre persone si preoccupano di far grandi regali pur non potendoli fare, ma devono apparire a costo di indebitarsi. Purtroppo la semplicità non viene minimamente considerata, eppure basta poco per rendere felice qualcuno, magari anche con un piccolo gesto; non è la quantità che onora chi lo fa ma "il motivo".
Donare qualcosa a qualcuno senza niente in cambio, non solo rende felice chi lo riceve… è chi lo fà che per primo vede i risultati nel suo cuore. Quello che serve veramente a tutti è: una scuola d’amore, pregare Dio affinché il rispetto diventa spontaneo.
Ma non è così perché; e un far stare male, a chi è solo, a chi ha perso una persona cara, a chi è lontano dalla propria casa, a chi non riesce a sostenere la propria famiglia. Nelle strade si vedono persone che cercano qualcosa da mangiare nei cassoni dell’immondizia… mentre i propri familiari e amici si danno alle gozzoviglie, a l’ubriachezza.
È volontà di Dio che si celebra il natale?
Se è sì: perché le persone sono divise?
Perché il rispetto è invisibile?
Dov’è lo spirito del natale: quello pulito basato sull’amore?
No, ce troppa violenza, odio, non può essere volontà di Dio.
Il natale è una tradizione che va a fondersi sempre più nel materialismo: sono poche le persone che hanno nel proprio cuore la speranza nel sacrificio di Gesù. La maggioranza delle persone preferiscono il caldo della casa e non guardare fuori dalla finestra, per non sentire le grida di chi non ha più lacrime; magari sono andate a sentire anche la messa della mezzanotte; per avere la coscienza apposto.
Mentre altre persone si preoccupano di far grandi regali pur non potendoli fare, ma devono apparire a costo di indebitarsi. Purtroppo la semplicità non viene minimamente considerata, eppure basta poco per rendere felice qualcuno, magari anche con un piccolo gesto; non è la quantità che onora chi lo fa ma "il motivo".
Donare qualcosa a qualcuno senza niente in cambio, non solo rende felice chi lo riceve… è chi lo fà che per primo vede i risultati nel suo cuore. Quello che serve veramente a tutti è: una scuola d’amore, pregare Dio affinché il rispetto diventa spontaneo.
Racconto scritto il 25/11/2015 - 22:27
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Commenti
Una nobile riflessione che auspica il ritrovamento di valori autentici per il prossimo Natale. C'è l'esigenza di superare il sentimentalismo per recuperare lo spirito vero dell'amore e dell'apertura agli altri.
Lo scritto è abbastanza incisivo, ma se rileggi attentamente troverai alcuni refusi.
Lo scritto è abbastanza incisivo, ma se rileggi attentamente troverai alcuni refusi.
Giuseppe Novellino 26/11/2015 - 11:26
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