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LA DONNA SENZA NOME

Stava tornando a casa, quella che aveva sempre sentito e definito tale, ben più del suo palazzo a Londra, sebbene le due costruzioni, per quanto fortemente diverse si eguagliassero per magnificenza ed importanza storica. Aveva preso una scorciatoia che amava particolarmente, perché costeggiava il fiume, la notte stava calando e il suo manto avvolgeva ogni cosa, regalando un surreale senso di quiete e silenzio. L'unico rumore era quello degli zoccoli sul terreno. Spronò ancora il suo cavallo, presto sarebbero giunti a destinazione.
Stava preparandosi per far girare il cavallo, perché in quel punto il fiume si allargava per poi tornare a restringersi poco più oltre, quando una figura indistinta attrasse la sua attenzione. Tirò le redini e smontò. I suoi passi affondarono nel terreno morbido che formava gli argini del fiume. Man mano che si avvicinava riuscì a distinguere una figura di donna, riversa sulla sponda del fiume. Quando fu vicino poté constatare che era molto bella e molto giovane. Si avvicinò ancora, era svenuta, chissà chi era, il vestito di una foggia ormai passata di moda era logoro, nonché bagnato. Come minimo la sconosciuta rischiava un'infreddatura. Cosa doveva fare, provare a soccorrerla o lasciarla a suo triste destino? Prevalse la prima ipotesi, per quanto sconsiderata fosse. Si avvicinò al fiume e con le mani a coppa trasse un poco d'acqua, che spruzzò sul viso della sconosciuta. Ci vollero alcuni istanti prima che ella rinvenisse ed egli si ritrovasse a guardare due profondi occhi grigi, così belli come non ne aveva mai visti prima d'allora. Erano grandi e spaventati. Doveva provare a parlarle? Benché i capelli fossero bagnati e scomposti, aveva davvero un bel viso, dai lineamenti dolci e regolari, chissà da dove veniva. Provò a sorriderle nel vano tentativo di rassicurarla.
<<Siete inglese?>> La ragazza annuì.
<<Come vi chiamate?>> Chiese ancora, ma la ragazza scosse la testa.
<<Non lo ricordate?>> Provò ancora a chiedere, ma cominciava a spazientirsi. Lei annuì.
<<Venite>> Disse tendendole la mano. L'aiutò ad alzarsi. Faceva freddo, si tolse il mantello e glielo posò sulle spalle. Non era per nulla entusiasta della situazione che si era venuta a creare, ma non poteva tirarsi indietro a quel punto, o poteva? La guardò nuovamente negli occhi. No, non poteva lasciarla al suo destino. La guidò fino al cavallo e l'aiutò a montare davanti a lui.
Provò una strana sensazione nel tenerla vicino a sé ed un insidioso senso di protezione nei suoi riguardi. Proseguì a velocità piuttosto sostenuta e non si fermò fino a quando non raggiunsero le scuderie. La notte era calata del tutto riempiendo l'aria di suoni e profumi, era incredibile come la notte rendesse tutto più intenso e surreale, quasi onirico. Chissà se anche la sconosciuta apparteneva al mondo dei sogni? L'aiutò a smontare, sotto lo sguardo attonito del mozzo di stalla, e poi la guidò verso la casa. L'incedere della ragazza, per quanto incerto, era molto aggraziato. Ancora si chiese da dove veniva.
<<Chiamatemi la governante.>>Disse ad un sorpreso maggiordomo che faceva del suo meglio per conservare l'espressione del suo viso, impassibile.
Si diresse verso il salottino, dove il fuoco era sempre acceso ad aspettare il suo ritorno.
<<Venite, sedete accanto al camino, vi scalderà.>> La sconosciuta annuì ancora, ma continuò a tacere. Lui sedette su di una poltrona, concedendosi il lusso di osservarla. Era decisamente bella, nonostante l'aspetto dismesso: l'abito di foggia antiquata, doveva aver visto giorni migliori, i capelli erano in disordine e sciatti, ma l'ovale del viso era perfetto e gli occhi grandi e profondi erano incredibili, la sua stessa figura, minuta e ben proporzionata la faceva apparire come una creatura da leggenda, eterea e distante, irreale, ed invece era reale ed era realmente lì vicino al fuoco , eppure non parlava e non diceva nulla.
La governante arrivò poco dopo, interrompendo le sue congetture sulla sua ospite.
<<Mi avete fatto chiamare, Milord?>> Chiese con deferenza.
<<Fate preparare una stanza per la mia ospite. E procuratele dei vestiti.>>
<<Dei vestiti, Milord?>>
<<Si.>> Lanciò uno sguardo alla giovane. <<Quelli di mia madre dovrebbero andarle.>> La governante cercò di mascherare la sua espressione sbigottita dietro una sguardo deciso.
<<Molto bene Signore, come desiderate.>>
<<Ah, Mrs Biton, fate portare un tè e dei pasticcini.>>
<<Subito, Milord.>> Fece un inchino e lasciò la stanza lesta.
Lui si concesse una mezza risata prima di rivolgersi alla sconosciuta.
<<A quanto pare, la vostra presenza a scombussolato tutta la mia servitù.>>
La ragazza lo guardò, ma tacque.
<<Immagino di capire la gente che parla da sola o con oggetti inanimati.>>
due interrogativi occhi grigi si puntarono nei suoi.
<<Trovo questa conversazione abbastanza snervante. Sapete?>> Appoggiò la testa sulle mani e puntando i gomiti sulle ginocchia si sporse in avanti.
Lei abbassò gli occhi ma continuò a tacere.
<<Già, un muro è più loquace.>>
lei suo malgrado sorrise, poi tornò a guardare il fuoco.
In che pasticcio si era cacciato? Però la sconosciuta era una vera delizia per gli occhi. Fece una smorfia. In qualche modo avrebbe pur dovuto trovare una soluzione. In quel momento portarono tè e pasticcini. Osservò la sconosciuta versare il tè con eleganza. Ogni suo gesto era preciso ed elegante, e come aveva già notato si muoveva con estrema grazia.


Era seduto nel suo studio, quando la porta si aprì lasciando passare la ragazza che aveva soccorso la notte precedente. Attirato dalla sua presenza, poggiò i fogli che aveva in mano e si mise ad osservarla. Il suo cuore mancò un colpo. Coi capelli raccolti e i vestiti puliti, per quanto non all'ultima moda, era davvero bella, proprio come una visione, e non avesse saputo che era reale, sarebbe stato pronto a giurare che fosse uscita da un libro di fiabe.
<<Dormito bene?>> Chiese, la gola stranamente arsa.
<<Sì>> Poco più di un sussurro, eppure quel monosillabo gli andò dritto al cuore. E da quando aveva un cuore? Era un inguaribile solitario e poco incline alle buone azioni, eppure davanti a quella ragazza si sentiva sciogliere. Era ad ogni modo ben deciso a non farsi coinvolgere ancora.


Ma nei giorni seguenti la sua convinzione si smorzò. Ogni volta che la guardava si perdeva nei suoi straordinari occhi grigi e più le stava accanto e meno gli riusciva di essere distaccato. C'erano giorni in cui lei si chiudeva in un ostinato mutismo e allora egli sentiva la frustrazione montargli dentro, e giorni che lei si apriva ed allora egli sentiva rinascere la speranza. Fu in uno di quei giorni che lei finalmente trovò il coraggio di raccontargli, con la sua voce bassa e melodiosa, la sua storia. Di come alla morte della madre, la sua vita fosse cambiata, ritrovandosi soggetta ad un patrigno crudele e disonesto e di come avesse cercato di sfuggire ad un triste destino.
<<E poi mi avete salvata.>> Concluse in un soffio. Lui non rispose ma le sfiorò il viso. Come era strana la vita, se fino a qualche settimana prima, qualcuno gli avesse predetto quegli eventi, l'avrebbe preso per pazzo e ne avrebbe riso. Ora, si ritrovava, invece in una situazione complessa e delicata. Prese a camminare su e giù nervosamente. Egli il conte di Baker, non solo aveva fatto a pezzi tutte le regole dell'etichetta e del buon senso, ma contrariamente ad ogni logica si era innamorato di quella dolce creatura, che aveva appreso, chiamarsi Jane. La guardò in viso e un'idea lo folgorò. Si inginocchiò ai piedi della ragazza e le prese le mani tra le sue.
<<Jane, cara, vorreste rendermi l'uomo più felice della terra, sposandomi?>>
<<Sì>> Rispose lei, commossa. Un dolce bacio suggellò la loro unione.
Fine.


Ogni riferimento a fatti o cose reali è puramente casuale poiché il racconto è frutto della fantasia dell'autrice.




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Racconto scritto il 14/12/2015 - 12:37
Da Marirosa Tomaselli
Letta n.1038 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


L'ho letta adesso, come una straordinaria favola prima di andare a dormire.
Complimenti, mi hai catturata con il tuo stile.
Buonanotte.

Millina Spina 14/12/2015 - 23:48

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Una bella storia rasserenante. Anche gli adulti, a volte, hanno bisogno di farsi raccontare una favola.
Complimenti
Nadia

Nadia Sonzini 14/12/2015 - 18:57

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Romantico e ben scritto! Mi hai letteralmente rapita, proprio bello! Buona serata,

Chiara B. 14/12/2015 - 18:10

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