A Lucia si è guastato il condizionatore ed è costretta a tenere la finestra spalancata. La sera di luglio è caldissima, ma adesso s’intrufola un dolce venticello che riesce ad asciugare il sudore.
Un rombo d’aereo copre la voce dell’amica.
Le pare, comunque, di avere inteso la domanda.
- Vuoi proprio sapere che cosa sta facendo il mio maritino? – dice Lucia, comodamente abbandonata sul divano, davanti allo schermo del videotelefono.
- Se non sono indiscreta.
- Legge.
- Legge!? E che cosa, di grazia?
- Un libro intitolato “Il giro del mondo in ottanta giorni”.
- Un libro di viaggi, a quanto pare.
- Già. Dice che viaggiare con le pagine di un libro gli fa provare qualcosa di nuovo.
- Incredibile!
- Ma vero.
Nel salotto c’è il televisore acceso, con l’audio al minimo. Occupa metà della parete e produce un gioco di luci a seconda delle immagini che proietta.
- Visto che stiamo parlando di Luca, ti confido una cosa, Rachele.
- Dimmi – la incoraggia l’amica.
- Mi sembra che stia diventando un po’ strano.
- Davvero?
- Sì. Siamo tornati da ben due settimane e non ne vuole saperne di fare un nuovo viaggio.
- Hai ragione, Lucia. È preoccupante.
- Ho paura che ci possa andare di mezzo anch’io.
- Puoi ben dirlo – fa Rachele. – Il Comitato potrebbe insospettirsi e mandarvi qualche avviso di mobilità. - La sua faccia, sullo schermo ha assunto un’espressione di sincera partecipazione.
Altri due sibili di reattore, uno dietro l’altro. Quella sera, comunque, non c’è molto traffico aereo.
- Come puoi notare ho la finestra aperta. Mi si è rotto il condizionatore. Ma ho già provveduto. Domani mattina vengono ad istallarne uno nuovo.
- Infatti, mi sono accorta che fai un po’ fatica a cogliere le mie parole.
- Tutti quegli aerei…
- Sono un po’ fastidiosi, convengo. Ma rappresentano la nostra felicità.
Lucia sorride beata. – Certo, cara. Pensa come doveva essere triste la vita, quando si prendeva l’aereo solo quattro o cinque volte all’anno… E ci si limitava a fare il viaggio annuale a New York o la vacanza alle Maldive.
- Poveracci quei nostri genitori! – esclama Rachele, scuotendo il caschetto argentato.
Un rombo lontano, poi un altro, più fastidioso. Doveva essere decollato da Linate 7B.
- Per dove partirete, domani? – chiede Lucia dopo un momento di silenzio.
Rachele distoglie lo sguardo dalle unghie che sta esaminando e risponde.
- A Londra, per il fine settimana. È la novantaduesima volta che ci vado, ma è sempre emozionante.
- Oh sì! – fa Lucia, battendo le mani. – Il Big Ben, il Tamigi…
- E tutto il resto, certo. E voi?
- Te l’ho detto, se riesco a smuovere quel pigrone di mio marito, vorrei andare a visitare per la sesta volta la Muraglia Cinese.
- Grande! Io ci sono stata il mese scorso.
- E poi avrei in mente le isole Figi, Madrid, Città del Capo e i castelli della Loira. È da un po’ che non li visito, quelli. Sai… un mio amore di gioventù. Tutto per il mese prossimo.
- Caspita! Vi beccherete un premio dal Comitato.
- È quello che spero. Sempre che quella lumaca si dia una mossa.
- E vacci da sola, no?
- Alla più disperata. Sta il fatto che di lui sono ancora innamorata e mi va di condividere le bellezze del mondo e il benessere che ti procura il viaggiare.
- Capisco.
Un altro rombo d’aeroplano.
Accanto alla faccia di Rachele, appare quella di un uomo che fa l’occhiolino a Lucia. – Cucù!
- Ciao Gustavo! – lo saluta lei.
- Sai dove ce ne andremo, Rachele ed io, il mese prossimo? Oh, intendiamoci, è una sorpresa anche per lei. – Ammicca di nuovo e dà un bacio al caschetto argentato della consorte. – L’ho saputo cinque minuti fa.
Lucia spalanca tanto d’occhi, come davanti alla scena madre di un thriller.
- Sulla Luna.
- Oooh! – fa Lucia.
Rachele emette un gridolino di gioia e salta sulla sedia.
- Siamo stati scelti dal Comitato fra i cento migliori viaggiatori della nostra città – annuncia Gustavo.
- Immagino che siate contenti – dice Lucia, senza nascondere un moto di invidia.
Rachele batte i pugni contro le guancie. – Altro che contenti. Felicissimi!
- Beh, devo lasciarvi. – annuncia Lucia. Non può più contenere il livore e preferisce interrompere la comunicazione.
Intanto Rachele e Gustavo si sono abbracciati e poi sono scomparsi dallo schermo.
“Faranno l’amore, lì’ sul tappeto… per festeggiare la notizia.” Pensa Lucia.
In quel momento entra Luca. Getta il libro sul divano e si stiracchia.
Ha il viso soddisfatto, leggermente arrossato.
Il rombo che viene dalla finestra è più forte del solito.
Lucia va a chiudere le imposte.
Un rombo d’aereo copre la voce dell’amica.
Le pare, comunque, di avere inteso la domanda.
- Vuoi proprio sapere che cosa sta facendo il mio maritino? – dice Lucia, comodamente abbandonata sul divano, davanti allo schermo del videotelefono.
- Se non sono indiscreta.
- Legge.
- Legge!? E che cosa, di grazia?
- Un libro intitolato “Il giro del mondo in ottanta giorni”.
- Un libro di viaggi, a quanto pare.
- Già. Dice che viaggiare con le pagine di un libro gli fa provare qualcosa di nuovo.
- Incredibile!
- Ma vero.
Nel salotto c’è il televisore acceso, con l’audio al minimo. Occupa metà della parete e produce un gioco di luci a seconda delle immagini che proietta.
- Visto che stiamo parlando di Luca, ti confido una cosa, Rachele.
- Dimmi – la incoraggia l’amica.
- Mi sembra che stia diventando un po’ strano.
- Davvero?
- Sì. Siamo tornati da ben due settimane e non ne vuole saperne di fare un nuovo viaggio.
- Hai ragione, Lucia. È preoccupante.
- Ho paura che ci possa andare di mezzo anch’io.
- Puoi ben dirlo – fa Rachele. – Il Comitato potrebbe insospettirsi e mandarvi qualche avviso di mobilità. - La sua faccia, sullo schermo ha assunto un’espressione di sincera partecipazione.
Altri due sibili di reattore, uno dietro l’altro. Quella sera, comunque, non c’è molto traffico aereo.
- Come puoi notare ho la finestra aperta. Mi si è rotto il condizionatore. Ma ho già provveduto. Domani mattina vengono ad istallarne uno nuovo.
- Infatti, mi sono accorta che fai un po’ fatica a cogliere le mie parole.
- Tutti quegli aerei…
- Sono un po’ fastidiosi, convengo. Ma rappresentano la nostra felicità.
Lucia sorride beata. – Certo, cara. Pensa come doveva essere triste la vita, quando si prendeva l’aereo solo quattro o cinque volte all’anno… E ci si limitava a fare il viaggio annuale a New York o la vacanza alle Maldive.
- Poveracci quei nostri genitori! – esclama Rachele, scuotendo il caschetto argentato.
Un rombo lontano, poi un altro, più fastidioso. Doveva essere decollato da Linate 7B.
- Per dove partirete, domani? – chiede Lucia dopo un momento di silenzio.
Rachele distoglie lo sguardo dalle unghie che sta esaminando e risponde.
- A Londra, per il fine settimana. È la novantaduesima volta che ci vado, ma è sempre emozionante.
- Oh sì! – fa Lucia, battendo le mani. – Il Big Ben, il Tamigi…
- E tutto il resto, certo. E voi?
- Te l’ho detto, se riesco a smuovere quel pigrone di mio marito, vorrei andare a visitare per la sesta volta la Muraglia Cinese.
- Grande! Io ci sono stata il mese scorso.
- E poi avrei in mente le isole Figi, Madrid, Città del Capo e i castelli della Loira. È da un po’ che non li visito, quelli. Sai… un mio amore di gioventù. Tutto per il mese prossimo.
- Caspita! Vi beccherete un premio dal Comitato.
- È quello che spero. Sempre che quella lumaca si dia una mossa.
- E vacci da sola, no?
- Alla più disperata. Sta il fatto che di lui sono ancora innamorata e mi va di condividere le bellezze del mondo e il benessere che ti procura il viaggiare.
- Capisco.
Un altro rombo d’aeroplano.
Accanto alla faccia di Rachele, appare quella di un uomo che fa l’occhiolino a Lucia. – Cucù!
- Ciao Gustavo! – lo saluta lei.
- Sai dove ce ne andremo, Rachele ed io, il mese prossimo? Oh, intendiamoci, è una sorpresa anche per lei. – Ammicca di nuovo e dà un bacio al caschetto argentato della consorte. – L’ho saputo cinque minuti fa.
Lucia spalanca tanto d’occhi, come davanti alla scena madre di un thriller.
- Sulla Luna.
- Oooh! – fa Lucia.
Rachele emette un gridolino di gioia e salta sulla sedia.
- Siamo stati scelti dal Comitato fra i cento migliori viaggiatori della nostra città – annuncia Gustavo.
- Immagino che siate contenti – dice Lucia, senza nascondere un moto di invidia.
Rachele batte i pugni contro le guancie. – Altro che contenti. Felicissimi!
- Beh, devo lasciarvi. – annuncia Lucia. Non può più contenere il livore e preferisce interrompere la comunicazione.
Intanto Rachele e Gustavo si sono abbracciati e poi sono scomparsi dallo schermo.
“Faranno l’amore, lì’ sul tappeto… per festeggiare la notizia.” Pensa Lucia.
In quel momento entra Luca. Getta il libro sul divano e si stiracchia.
Ha il viso soddisfatto, leggermente arrossato.
Il rombo che viene dalla finestra è più forte del solito.
Lucia va a chiudere le imposte.
Racconto scritto il 16/12/2015 - 18:22
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Voto: | su 3 votanti |
Commenti
un dialogo preciso e didattico, ma non sono sicura di aver colto qualcosa..non mi convince ma ovviamente buono
ele leo 18/01/2016 - 21:04
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Geniale...ecco come si scrivono i dialoghi...secchi, precisi, incisivi...bel racconto, pulito, ben scritto, da professore, ma moderno, originale...e poi che fantasia...grande giuseppe...un mito...merita molto di più questo racconto. Diventerò un tuo lettore. 5 stelle ovviamente
P.S. non so se il titolo è stato ben capito, l'orgasmo del moto a luogo è davvero azzeccato...te lo invidio....ahahahaha...orgasmo del moto a luogo!!!!!
P.S. non so se il titolo è stato ben capito, l'orgasmo del moto a luogo è davvero azzeccato...te lo invidio....ahahahaha...orgasmo del moto a luogo!!!!!
Gennarino Ammore 26/12/2015 - 19:53
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