Ogni giorno, intorno alle quattro si sveglia, va in bagno e si rimette a letto per dormire ancora un po' prima del lavoro.
Non sei in grado di cambiare, ti sei fatta inglobare da un coacervo di quotidianità, nevrosi e follia.
Solo una povera pazza non lo manderebbe via di casa.
Hai paura di essere sola. Hai paura della tua incolumità, ti ci sei messa tu, che vuoi? Escine.
Ora che ti senti in scacco prova a pensare se c'è qualcuno che ti può aiutare.
Inetta, nel suo più ampio significato.
Dicono che quelle come te devono prenderla grossa per muovere il culo.
Allora? Magra e flaccida, senza tono muscolare e triste al punto da intristire, cosa vuoi fare?.
Poi si alza e smette di tentare di riaddormentarsi. Si iperattiva, caffè, doccia, trucco. Il cervello continua muoversi e stanca ancora, fa sentire il peso del tempo insonne aumentando il carico delle parole che le sono passate dalla testa.
Lui si sveglia, invade il suo spazio, entra in bagno le parla, fa rumore con le sue inutili parole.
Poi a poco a poco si sveglia e tra un vezzeggiativo ed un falso interesse continua a disturbarla.
Lei pensa all'odiosa voglia di parlare di uno che in effetti non farà nulla per tutta la giornata.
Poi la domanda "hai dei soldi, qualcosa niente di che".
Potrebbe dire di no, ma poi? Rabbia. Sbatterà a terra qualcosa o semplicemente sbatterà tutto quello che prende in mano?
Ma perché provi ancora una specie di pietà per quell'uomo egoista e bastardo?
E' solo lui che non capisce le parole di chiusura di lei o è lei a non sapersi spiegare. In fondo “fuori da casa mia” è un concetto chiaro.
Proprio stupida.
Lei non lo sa. Non conosce i limiti tra pietà e proiezione delle proprie nevrosi, confonde paure e alibi banali che non fanno altro che allungare i tempi di questa inutile storia.
Non sei in grado di cambiare, ti sei fatta inglobare da un coacervo di quotidianità, nevrosi e follia.
Solo una povera pazza non lo manderebbe via di casa.
Hai paura di essere sola. Hai paura della tua incolumità, ti ci sei messa tu, che vuoi? Escine.
Ora che ti senti in scacco prova a pensare se c'è qualcuno che ti può aiutare.
Inetta, nel suo più ampio significato.
Dicono che quelle come te devono prenderla grossa per muovere il culo.
Allora? Magra e flaccida, senza tono muscolare e triste al punto da intristire, cosa vuoi fare?.
Poi si alza e smette di tentare di riaddormentarsi. Si iperattiva, caffè, doccia, trucco. Il cervello continua muoversi e stanca ancora, fa sentire il peso del tempo insonne aumentando il carico delle parole che le sono passate dalla testa.
Lui si sveglia, invade il suo spazio, entra in bagno le parla, fa rumore con le sue inutili parole.
Poi a poco a poco si sveglia e tra un vezzeggiativo ed un falso interesse continua a disturbarla.
Lei pensa all'odiosa voglia di parlare di uno che in effetti non farà nulla per tutta la giornata.
Poi la domanda "hai dei soldi, qualcosa niente di che".
Potrebbe dire di no, ma poi? Rabbia. Sbatterà a terra qualcosa o semplicemente sbatterà tutto quello che prende in mano?
Ma perché provi ancora una specie di pietà per quell'uomo egoista e bastardo?
E' solo lui che non capisce le parole di chiusura di lei o è lei a non sapersi spiegare. In fondo “fuori da casa mia” è un concetto chiaro.
Proprio stupida.
Lei non lo sa. Non conosce i limiti tra pietà e proiezione delle proprie nevrosi, confonde paure e alibi banali che non fanno altro che allungare i tempi di questa inutile storia.
Racconto scritto il 12/01/2016 - 21:54
Da ellis lio
Letta n.1110 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Un brano narrativo imperniato su un momento di vita a due. La forma è abbastanza scorrevole.
"Quell'uomo", non "quel uomo".
"Quell'uomo", non "quel uomo".
Giuseppe Novellino 13/01/2016 - 18:54
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