Era il tempo della strada, il mio tempo...
La strada maestra di vita, la strada delle esperienze, la strada brutta o buona, ma che comunque ti insegnava a vivere o fare qualcosa.
Avevo quattordici anni o giù di lì...
Passavo gran parte del mio tempo, soprattutto nel periodo estivo, a rimanere seduto sull'uscio del portone di casa.
Stavo in attesa ipnotica come fa un serpente a sonagli, innanzi un ignara preda incauta.
E proprio innanzi a me vi era tutto un mondo adolescenziale da scoprire...
Si trattava di un bel circolo di sedie, che reggevano con non senza allarmanti scricchiolii i sederi di corpulente matrone iblee, con tanto di giovani fanciulle al loro seguito.
E proprio questo era il momento più bello e tanto atteso della giornata.
L'ora del fresco...
Io non dovevo fare altro che attendere pazientemente, ovvero con dovizia certosina, aspettare il fatto che uno spasmo involontario avesse dissipato ogni dubbio sul contenuto intrinseco che vi era celato sotto le giovani gonnelle...
Che bei tempi!
Ricordo pure, che ogni sera sul marciapiede di fronte a noi, ritornava dal duro lavoro nei campi, il cugino Alfio, con passo lento e claudicante.
Lo stesso, vedendomi fermo e concentrato mi faceva un cenno di saluto con la mano, che molte volte riproduceva un bel paio di corna.
Quando ci trovavamo da soli mi diceva: sei un gran cornuto Santi!
Peggio di te... manco i cani da caccia!
Certo? Io dico a distanza di tempo...
Parlava proprio lui! Il presidente emerito di tutti i psicofalli del quartiere, nonché, anche insigne socio della confraternita delle beate minchie dello sticchio consunto!
Si signori miei! Proprio così...
Tale confraternita era composta da cinque elementi, che avevano un età compresa tra i venti e i quaranta anni.
La sede di codesta combriccola di puttanieri era ubicata in un garage; sempre sulla strada di cui sto narrando.
Ogni tanto mi facevano partecipare alle loro riunioni segrete, ma vigeva l'obbligo dell'assoluto silenzio su quanto ascoltavo e vedevo.
In realtà: non si trattava d'altro, d'un luogo di riunione; ove cinque elementi...soprattutto: di connotazione demenziale e senza midollo, tra i quali,ve ne erano anche due maritati e padri di famiglia.
Ebbebe; le questioni dibattute erano sempre le stesse: Mettere a punto la nuova cartografia con tanto di indirizzi di case d'appuntamento di tutte le città siciliane.
Poi c'erano anche gli ordini del giorno! Tipo: come trascorrere il prossimo sabato sera. Esempio tipico: Chi di turno doveva portare l'auto. Oppure, come scegliere meticolosamente il casino con le ultime novità nazionali ed estere...
Ovviamente nel linguaggio in gergo si parlava a profusione di baccalà...
Che fosse in umido, con le patate, fritto o come sia sia...sempre di baccalà si trattava.
Che bei ricordi amici, che adolescenza!
La strada maestra di vita, la strada delle esperienze, la strada brutta o buona, ma che comunque ti insegnava a vivere o fare qualcosa.
Avevo quattordici anni o giù di lì...
Passavo gran parte del mio tempo, soprattutto nel periodo estivo, a rimanere seduto sull'uscio del portone di casa.
Stavo in attesa ipnotica come fa un serpente a sonagli, innanzi un ignara preda incauta.
E proprio innanzi a me vi era tutto un mondo adolescenziale da scoprire...
Si trattava di un bel circolo di sedie, che reggevano con non senza allarmanti scricchiolii i sederi di corpulente matrone iblee, con tanto di giovani fanciulle al loro seguito.
E proprio questo era il momento più bello e tanto atteso della giornata.
L'ora del fresco...
Io non dovevo fare altro che attendere pazientemente, ovvero con dovizia certosina, aspettare il fatto che uno spasmo involontario avesse dissipato ogni dubbio sul contenuto intrinseco che vi era celato sotto le giovani gonnelle...
Che bei tempi!
Ricordo pure, che ogni sera sul marciapiede di fronte a noi, ritornava dal duro lavoro nei campi, il cugino Alfio, con passo lento e claudicante.
Lo stesso, vedendomi fermo e concentrato mi faceva un cenno di saluto con la mano, che molte volte riproduceva un bel paio di corna.
Quando ci trovavamo da soli mi diceva: sei un gran cornuto Santi!
Peggio di te... manco i cani da caccia!
Certo? Io dico a distanza di tempo...
Parlava proprio lui! Il presidente emerito di tutti i psicofalli del quartiere, nonché, anche insigne socio della confraternita delle beate minchie dello sticchio consunto!
Si signori miei! Proprio così...
Tale confraternita era composta da cinque elementi, che avevano un età compresa tra i venti e i quaranta anni.
La sede di codesta combriccola di puttanieri era ubicata in un garage; sempre sulla strada di cui sto narrando.
Ogni tanto mi facevano partecipare alle loro riunioni segrete, ma vigeva l'obbligo dell'assoluto silenzio su quanto ascoltavo e vedevo.
In realtà: non si trattava d'altro, d'un luogo di riunione; ove cinque elementi...soprattutto: di connotazione demenziale e senza midollo, tra i quali,ve ne erano anche due maritati e padri di famiglia.
Ebbebe; le questioni dibattute erano sempre le stesse: Mettere a punto la nuova cartografia con tanto di indirizzi di case d'appuntamento di tutte le città siciliane.
Poi c'erano anche gli ordini del giorno! Tipo: come trascorrere il prossimo sabato sera. Esempio tipico: Chi di turno doveva portare l'auto. Oppure, come scegliere meticolosamente il casino con le ultime novità nazionali ed estere...
Ovviamente nel linguaggio in gergo si parlava a profusione di baccalà...
Che fosse in umido, con le patate, fritto o come sia sia...sempre di baccalà si trattava.
Che bei ricordi amici, che adolescenza!
Racconto scritto il 24/01/2016 - 19:30
Letta n.1363 volte.
Voto: | su 5 votanti |
Commenti
Non avevo sbagliato...mi era piaciuto subito questo bel racconto, ed io sono uomo di buon gusto, è un dono...complimenti, meritavi anche di più, comunque va bene così, io ti applaudo rinnovando il mio commento positivo... un abbraccio e un saluto.
Gennarino Ammore 07/02/2016 - 19:38
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Un bel racconto, forbito, che cattura subito l'attenzione. Le immagini sono molto espressive e accompagnano efficacemente il lettore - almeno per me - nelle scene narrate. La nota nostalgica e gradevole e arriva come una carezza. Molto piaciuto*****
Francesco Gentile 25/01/2016 - 10:19
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Un racconto che vule portare il lettore agli anni della giovinezza dell'autore... e ci riesce benissimo, per la simpatia del linguaggio usato, per la scorrevolezza del testo e per quella patina di nostalgia che in questi racconti funziona certamente da catalizzatore temporale... bel racconto, da 5 stelle. olè!
Gennarino Ammore 25/01/2016 - 09:04
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Come hai narrato bene il potere dei ricordi...
Sabry L. 25/01/2016 - 06:10
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CHE BEI RICORDI... IL PENSARE BAMBINO...
GIOIE SEPOLTE DAL FLUIRE DEL TEMPO...
SENSAZIONI CHE VIVRANNO INCESSAMENTE NEL DESIDEROSO ANIMO...
LIETA SETTIMANA
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GIOIE SEPOLTE DAL FLUIRE DEL TEMPO...
SENSAZIONI CHE VIVRANNO INCESSAMENTE NEL DESIDEROSO ANIMO...
LIETA SETTIMANA
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Rocco Michele LETTINI 25/01/2016 - 05:27
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