Gioia selvatica
Abitando in campagna mi è capitato diverse volte di imbattermi in qualche piccolo animale selvatico: un passerotto, un riccio...
Una volta il mio gattone a cui piaceva cacciare oltre misura mi portó in salotto un cucciolo di lepre.
Ricordo che alzandomi dal letto mi diressi nel salotto e mi spaventai subito, allarmata da uno strano rumore e un furtivo movimento proveniente da dietro il divano ma poi...quale fu la mia sorpresa e la tenerezza che suscitò in me quella piccola creatura indifesa!
Ci misi un bel pò a catturarlo, scivolava via da sotto le dita come una bolla di mercurio...quando finalmente riuscii a tenerlo tra le mani sentii il suo piccolo cuore schizzargli fuori dal petto. Era terrorizzato, quasi congelato, avevagli occhi sbarrati e quell' espressione tipica di un animale rassegnato che sa essere giunta la sua fine.
Lo ingabbiai momentaneamente e lo portai subito nel pressi del torrente che scorre vicino a casa mia, dove sapevo esserci una moltitudine di altri animali ed altre lepri come lui. Lo liberai e dopo un primo breve momento di incertezza lo vidi correre velocissimo in direzione della sua nuova inaspettata opportunita'.
Raccontando questa esperienza qualcuno mi disse che avevo fatto male a liberarlo perché gli animali selvatici, una volta venuti a contatto con l essere umano vengono rifiutati ed abbandonati dalla propria razza...forse è proprio così, anche a me pareva di aver sentivo qualcosa del genere e mi venne subito un pensiero triste e malinconico per quella creatura piccolissima ed indifesa, immaginandolo solo a procacciarsi il cibo e a nascondersi dalla moltitudine di predatori in cui poteva incorrere, ma subito dopo pensai alle alternative che avevo: potevo tenerlo con me, crescerlo come se fosse una specie di gatto, avrei però dovuto tenerlo in una gabbia per tutta la vita, che avrebbe potuto anche essere lunghissima...oppure...fare quello che ho fatto: lasciarlo libero, libero di correre dove voleva, di mangiare quello che trovava, di farsi riaccettare, forse, dai suoi simili.
Forse la sua vita sarebbe durata solo pochi giorni ma la avrebbe vissuta LIBERO!...questo pensiero mi rese subito felice, mi convinsi che avrebbe avuto una vita lunghissima e felice, che quell'esperienza spaventosa l'aveva reso più forte ed attento, inoltre...non sapete che gioia vedere che, in quella corsa casuale verso la libertà, c' era tutta la voglia di vivere il resto della vita senza sprecare più nemmeno un attimo.
Si, fu proprio l'impressione che mi fece, ma queste son cose che, si sa....solo gli esseri umani le fanno!
Una volta il mio gattone a cui piaceva cacciare oltre misura mi portó in salotto un cucciolo di lepre.
Ricordo che alzandomi dal letto mi diressi nel salotto e mi spaventai subito, allarmata da uno strano rumore e un furtivo movimento proveniente da dietro il divano ma poi...quale fu la mia sorpresa e la tenerezza che suscitò in me quella piccola creatura indifesa!
Ci misi un bel pò a catturarlo, scivolava via da sotto le dita come una bolla di mercurio...quando finalmente riuscii a tenerlo tra le mani sentii il suo piccolo cuore schizzargli fuori dal petto. Era terrorizzato, quasi congelato, avevagli occhi sbarrati e quell' espressione tipica di un animale rassegnato che sa essere giunta la sua fine.
Lo ingabbiai momentaneamente e lo portai subito nel pressi del torrente che scorre vicino a casa mia, dove sapevo esserci una moltitudine di altri animali ed altre lepri come lui. Lo liberai e dopo un primo breve momento di incertezza lo vidi correre velocissimo in direzione della sua nuova inaspettata opportunita'.
Raccontando questa esperienza qualcuno mi disse che avevo fatto male a liberarlo perché gli animali selvatici, una volta venuti a contatto con l essere umano vengono rifiutati ed abbandonati dalla propria razza...forse è proprio così, anche a me pareva di aver sentivo qualcosa del genere e mi venne subito un pensiero triste e malinconico per quella creatura piccolissima ed indifesa, immaginandolo solo a procacciarsi il cibo e a nascondersi dalla moltitudine di predatori in cui poteva incorrere, ma subito dopo pensai alle alternative che avevo: potevo tenerlo con me, crescerlo come se fosse una specie di gatto, avrei però dovuto tenerlo in una gabbia per tutta la vita, che avrebbe potuto anche essere lunghissima...oppure...fare quello che ho fatto: lasciarlo libero, libero di correre dove voleva, di mangiare quello che trovava, di farsi riaccettare, forse, dai suoi simili.
Forse la sua vita sarebbe durata solo pochi giorni ma la avrebbe vissuta LIBERO!...questo pensiero mi rese subito felice, mi convinsi che avrebbe avuto una vita lunghissima e felice, che quell'esperienza spaventosa l'aveva reso più forte ed attento, inoltre...non sapete che gioia vedere che, in quella corsa casuale verso la libertà, c' era tutta la voglia di vivere il resto della vita senza sprecare più nemmeno un attimo.
Si, fu proprio l'impressione che mi fece, ma queste son cose che, si sa....solo gli esseri umani le fanno!
Racconto scritto il 14/02/2016 - 15:12
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Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Chiedo scusa per gli errori di battitura, oggi sono senza pc ed il display del telefono é ridicolo...
Silvia Simona Biolcati Rinaldi 15/02/2016 - 16:00
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Hai ragione Luciano, non aveva idea il leprotto della sua libertà finché non si é reso conto di averla perduta, ed il fatto di avere avuto una seconda chance gli ha fatto capire quanto fosse preziosa. Non tutti hanno una seconda opportunità, ma credo che ognuno di noi spezzerebbe maggiormente la propria libertà se si rendesse conto cosa significhi perderla. In quando all' applicazione della nostra situazione a quello che scriviamo hai ragione, credo che in fondo il senso del ' raccontare' sia proprio questo, insegnare qualcosa, trasmettere una morale, lo impariamo fin da bambini ascoltando le fiabe, e dovremmo continuare a Crearne di nuove e più attuali per i nostri bambini.
Silvia Simona Biolcati Rinaldi 15/02/2016 - 15:57
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Il brano è ottimamente scritto. Mi colpisce invece il fatto che applichiamo le nostre "categorie", in questo caso la libertà, agli animali. Non aveva idea il leprotto della sua libertà, ma attraverso di lui l'autrice contempla e forse si illude della propria. Un saluto
Luciano Bellesso 15/02/2016 - 14:51
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Grazie Franco per l'attenzione che hai dato a certi particolari e ad alcune parole.
Silvia Simona Biolcati Rinaldi 14/02/2016 - 23:30
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" non sapete che gioia vedere che, in quella corsa verso la libertà, c'era tutta la gioia di vivere..." Avessimo tutti questa tua sensibilità, vivremmo tutti in un mondo migliore. ***** Complimenti per questo breve ma bellissimo racconto.
franco buniotto 14/02/2016 - 23:05
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É bello vedere che ci sono tanti amanti degli animali 😊
Silvia Simona Biolcati Rinaldi 14/02/2016 - 20:41
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Ho letto volentieri questo racconto, peraltro vissuto. Anch'io penso che hai fatto la cosa giusta, vivo in campagna e non c'è di meglio che vedere gli animali liberi. Un saluto. Loris.
Loris Marcato 14/02/2016 - 18:52
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Grazie mille Rocco, voglio sperimentare e sperimentarmi un molte cose, scrivere mi piace troppo per non provarci.
Silvia Simona Biolcati Rinaldi 14/02/2016 - 18:42
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Hai agito col cuore... un gesto apprezzato... Non credo che sia stato poi rifiutato dalla sua specie... Vedo negli animali più affetto che negli esseri umani. ENCOMIABILE ESORDIO SILVIA.
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Rocco Michele LETTINI 14/02/2016 - 17:18
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Grazie, non ho idea se sia vero o solo una leggenda il fatto del rifiuto da parte della propria specie, però mi sono tornati in mentre gli occhi di tutti gli animali che nella mia vita ho visto crescere senza libertà...e anche quelli di alcune persone che credono di essere libere... Ma non lo sono affatto Grazie per le stelline e per l'attenzione
Silvia Simona Biolcati Rinaldi 14/02/2016 - 17:05
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Non solo hai fatto bene, era l'unica cosa da fare...che poi chi sa se era veramente un leprotto oppure un coniglio selvatico. Se era un esemplare di quest'ultimo, riconoscibile dal manto grigio anziché marrone, allora era sicuramnente adulto perché i conigli selvatici sono una razza molto piccola come taglia. entrambi in gabbia vivono male, sia il coniglio che la lepre( quest'ultima poi ancor più) e la probabiltà di non farcela è altissima. e poi, ammesso di dar loro ospitalità per un breve periodo, poi vanno liberati né più né meno...ergo.
Che non siano accettati dai loro simili mi sa di balla colossale...personalmente non l'ho mai sentito, e non ci credo. Un caro amico ha liberato dei conigli in campagna e questi si sono moltiplicati in maniera incredibile...brava, bel modo di narrare. eccoti nella sezione racconti...un saluto.
Che non siano accettati dai loro simili mi sa di balla colossale...personalmente non l'ho mai sentito, e non ci credo. Un caro amico ha liberato dei conigli in campagna e questi si sono moltiplicati in maniera incredibile...brava, bel modo di narrare. eccoti nella sezione racconti...un saluto.
Gennarino Ammore 14/02/2016 - 16:54
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Molto interessante questa esperienza che hai voluto raccontare. Anch'io avrei fatto la tua scelta. Un abbraccio.
Seby Flavio Gulisano 14/02/2016 - 16:43
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