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QUASI VIVA

Scrivo queste righe per non morire, e spero che ad interrompermi sia la quiete, la libertà, la fine in qualche modo, qualunque modo, di ciò che sta accadendo i n questo momento. Scrivo queste parole e spero che qualcuno le trovi.
Sto scrivendo perchè voglio che la mia vita non finisca ora, ne voglio ancora, ancora un pò...
Chiusa dentro questo stanzino, nascosta come un topo in un buco nel muro di una macelleria, sento gli spari, degli spari così forti che rimbalzano dentro di me, che sbattono contro il mio cuore...il mio cuore... credo si sia fermato in gola, perchè non riesco a respirare, non riesco a respirare nè piangere, ma con la mano mi stringo le labbra per paura che la mia anima butti fuori un grido involontario......per paura che mi trovino! Queste urla che sento, mi bucano i timpani, si infilano sotto la porta e mi avvolgono come un sudario. Questi lamenti che strisciano qui fuori nei corridoi sembrano venirmi a cercare, ma io mi nascondo, diventerò invisibile se necessario perchè non voglio morire! non voglio morire!
Continuo a scrivere il mio notes, per lasciare ancora qualche traccia di me prima che tutto finisca, prima che tutto si spenga, spero di non soffrire, non so davvero cosa vuol dire soffrire, sono una ragazza fortunata....si, fortunata.
Ho studiato tutto il pomeriggio, stasera è venerdì e ho messo un bel vestito, volevo passare una serata diversa con gli amici, c'era quella band rock, non l'avevo mai sentita nominare, ma che importa? basta stare insieme, divertirsi, abbandonare lo stress della settimana almeno per una sera.
Pensavo di chiamare la mamma domani, come quasi ogni giorno da quando sono qui, poche parole per raccontarle della mia serata, per raccontarle tutto, in fretta, perchè la telefonata costa cara dall'Italia.
Quanto vorrei parlare con la mamma adesso, poterle fare quella telefonata, solo per dirle che le voglio bene, quante parole inutili le ho detto, quante cose superflue, quante parole importanti potevo dirle invece di quelle, avrei dovuto sceglierle meglio, ma credevo di avere il tempo....ho 24 anni.....
Quanto vorrei essere a casa, vedere di nuovo la mia casa, la mia stanza, i miei amici, mio fratello, ci sono un milione di cose che volevo fare e non ne ricordo nessuna, adesso vorrei solo assaggiare di nuovo la torta della nonna, sentire quel modo buffo in cui mi chiama, sentire la voce di mio padre che si alza per rimproverarmi di qualcosa, che si piega in quel tono impercettibile di orgoglio che solo io ho imparato a riconoscere. Vorrei sentire ancora quel modo che ha mio fratello di pizzicarmi il fianco quando mi arriva alle spalle per salutarmi...e il profumo della mamma.....quel profumo riesco a sentirlo anche da qui, la cerco nel buio, mentre mi tappo la bocca lo sento cullarmi da dentro in un abbraccio nel quale vorrei abbandonarmi e lasciarmi morire, andare incontro alla morte, di modo che sia più dolce, prima che venga a prendermi lei....prima che mi trovino, prima di fare la fine di tutti gli altri, che stanno morendo qui, fuori da questa maledetta porta.
Cosa diavolo avevo nella testa stasera? Quando ero a casa stasera, non pensavo certo a queste cose! non avevo mai pensato a queste cose....
Quando stasera ho messo il mio bel vestito non pensavo che dopo poche ore sarebbe stato intriso di sangue, non pensavo che averei camminato sui morti, non pensavo che sarei stata nascosta come i vigliacchi, con la paura fuori dalla porta che sbatte i pugni per entrare mentre io scrivo....scrivo.....scrivo come i pazzi.....scrivo più forte per non sentirla... scrivo fino all'ultimo per provare a sfuggirle, fin'ora ha sempre funzionato, ma forse oggi sarà diverso. So che se domani ci sarò, non sarò più quella di prima, niente sarà più come prima....spero di cavarmela...non voglio morire!... non voglio morire!... non voglio morire!......
...Ecco...sento dei passi avvicinarsi..........................



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Racconto scritto il 01/03/2016 - 11:36
Da Silvia Simona Biolcati Rinaldi
Letta n.1119 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Si, avete ragione, questa "lettera alla vita" è stata ispirata proprio dagli episodi di Parigi, so che è molto triste ma volevo fare riflettere sull'importanza che noi diamo e a quella che realmente hanno le cose che compongono la nostra vita.

Silvia Simona Biolcati Rinaldi 02/03/2016 - 16:33

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Anche a me, come a Maddalena, il tuo racconto ha fatto ricordare il terribile attacco terroristico di Parigi... Un racconto ben scritto, dettagliato e sofferto! Brava, buona giornata,

Chiara B. 02/03/2016 - 10:40

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Questo racconto mi ha fatto venire in mente quello che è successo a Parigi il 13 novembre al teatro Bataclan....
Brava Silvia hai spiccate capacità descrittive! Continua a scrivere....

Maddalena Clori 02/03/2016 - 05:58

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Grazie mille Ricco,felice giornata

Silvia Simona Biolcati Rinaldi 02/03/2016 - 05:19

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UN TOCCANTE RACCONTO... CHE SI FA MESSAGGIO DI UNA VITA ANCORA, SEMPRE E SOLTANTO PIU' DIFFICILE... PIU' DURA... MENO SERENA... MENO SOPPORTOBABILE...
RESTA UN PALLIDO: "QUASI VIVA"...
LA MIA CONSIDERAZIONE SILVIA...
*****

Rocco Michele LETTINI 02/03/2016 - 05:03

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