Marcella nasce in casa nel lontano 1925, nona figlia di dieci fratelli, tirata su a polenta e castagnaccio, cresce intorno casa vestita di poche cose. Con lei la natura non è stata generosa, l'ha creata così, con qualche incertezza. La mamma l'ha capito subito, per questo l'ama di più.
Marcella è senza scarpe, quando può le ruba alle sorelle maggiori, le scarpe allora erano un sogno e lei già sogna di ballare. Marcella va a scuola, ma dopo qualche lezione, la maestra non gradisce la sua presenza perchè disturba la classe e così resta analfabeta, sorte purtroppo toccata a tanti all'epoca. Il paese e la gente per strada sono la sua scuola, lì forma il suo carattere.
In famiglia tutti patiscono la fame, chi arriva tardi a tavola non mangia e i fratelli non sempre sono comprensivi con la piccola Marcella. Lei ha un cuore grande e generoso che diventa gelido col passare del tempo. Le prove della vita la fanno diventare diffidente con il prossimo. Per paura e insicurezza spesso male interpreta le parole che le vengono rivolte, scatta la sua rabbia, lancia improperi e urli insieme al pianto. Subito dopo è tranquilla e un riso incontenibile - da mal di pancia - le compare sulla bocca. Marcella è così, piange e ride, fugge e balla.
Ama gli animali, forse sono gli unici che la capiscono. Sotto il suo tetto cani e gatti mangiano a tavola e dormono nel letto. Dalla comunità spesso è respinta, però frequenta bar e locali pubblici, gradisce un buon bicchiere di vino e mangiare bene. Fa qualche lavoretto ma non si impegna, abita nella casa paterna con un fratello che si occupa del suo futuro, in paese cammina di continuo, difficilmente esce dai due ponti.
Qualche volta sale alla stazione delle corriere e se ne va per la campagna intorno, prega in chiesa e si confessa, raramente sale in auto. Viaggiare non le piace, ma quando c'è da recarsi all'ospedale, bisogna andare. Marcella non sa salire in auto, quando ci prova si confonde e puntualmente si trova in ginocchio sul seggiolino girata indietro. Veste casual, con naturalezza abbina colori impossibili, non porta collant e gli occhiali sono troppo grandi.
Marcella non ha visto il mare, non ha sposato, nè avuto figli. Anche l'amore le è proibito, ma innamorata lo è stata molte volte. Ha la pelle vellutata e giovane, un fisico da bambina e un fiocco rosso per tenere i capelli. Il suo amore adesso è Ottavio. Fino a qualche tempo fa, mano nella mano, hanno camminato per le strade del paese, hanno incrociato gli sguardi, ballato e provato l'ebbrezza dell'amore. Non si vedono da tempo.
Da qualche anno anche i forestieri hanno imparato a conoscerla, è il personaggio più fotografato del paese insieme a Giuseppe Zitto. I due sono in disputa ogni giorno, si trovano per le strade del paese, si rincorrono, volano urli e bastonate, fughe e inseguimenti.
Marcella adesso vive sola in appartamento, i nipoti la guardano invecchiata e temono per la sua salute. Poi una notte, dei fantasmi le compaiono nella mente, li rincorre, cade, l'ospedale, l'operazione alle vertebre. E' l'inizio della fine.
Marcella era così, semplice e sola, allegra e ballerina, permalosa e vendicativa. La vecchiaia non la sopportava proprio. Ha vissuto da incompresa sempre alla ricerca di un gesto d'amore e un angolo di pace che in pochi le hanno concesso. Quando potrò ballare di nuovo? domandava. Per farla felice bastava poco. Qualcuno di noi le ha forse detto: sei brava! Sei bella! Ti voglio bene! Dei dieci fratelli è stata l'ultima in vita. Per i tanti nipoti era l'ultima zia.
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