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Roma, Romania

Non sono mai stato in Romania, credo sia una strana Sicilia, abitata da gente semplice che non riesce molto bene a controllare le proprie frustrazioni.


Adrian è un ragazzo di 33 anni che ha già una figlia di 16. Vive con sua moglie nella mia città e ha da poco perso il lavoro. Il suo modo di fare è semplice, nei suoi occhi celesti mi sembra di ritrovare un tempo passato quando anche negli occhi dei miei concittadini c'era semplicità e trasparenza. I rumeni adorano bere, tutto tranne l'acqua. Mi dice che la sua intenzione è quella di mettere da parte almeno quindicimila euro prima di ritornare a Roma, che non è la capitale d'Italia, ma uno sperduto paesino della Moldavia romena. A Roma Adrian possiede diversi appezzamenti di terreno incolti e vorrebbe tornare a coltivare, mi dice di essere bravo con i cavalli.


Il suo aspetto e la sua bellezza mi ricordano Jon Voight nel film "Un uomo da marciapiede". Gli domando se conosce Jon Voight che poi sarebbe il papà di Angelina Jolie. Mi risponde di conoscere solo Angelina jolie ma non suo padre.


Mi chiede di accompagnarlo in un ufficio del lavoro dove un'impiegata gli dice che al momento, l'unico lavoro disponibile sarebbe il suo trasloco imminente. La donna, con occhi ammiccanti, gli chiede se sarebbe così gentile da poterla aiutare a traslocare. Adrian parla benissimo il nostro dialetto del centro della Sicilia, con delle inflessioni che lasciano a bocca aperta.


Decidiamo di fare un viaggio a Palermo, da turisti. Appena scesi dal pulman, lui si fionda dentro un negozio di abbigliamento cinese, la roba cinese non mi è mai piaciuta ma lui ne sembra estasiato. Poi decidiamo di scendere alla Vucciria, si prova degli anelli d'argento ma mi dice che sono troppo cari, 30 euro. Adrian possiede una dignità d'altri tempi, non riesce ad accettare neanche un caffè.
Per riposare ci sediamo su una bellissima panchina di fronte a Louis Vuitton. Una borsa da viaggio attira la mia attenzione, prezzo 3000 euro.
Poi mi dice di andare in giro per negozi, deve fare un regalino alla sua donna, un paio di orecchini. Così facciamo un compromesso, lui mi accompagna da Zara per dare un'occhiata e poi si andrà a caccia di orecchini. All'interno del megastore Zara, non sembra stare a proprio agio, riesco solo a provare un giaccone dall'aspetto vintage.


Via Maqueda è una delle strade più belle e antiche della Palermo di una volta, un lungo asse rettilineo dove si aprono scorci di incomparabile bellezza. Adesso gli immigrati hanno comprato e affittato la maggior parte dei negozi, filippini, pachistani, cinesi, cibo etnico, chincaglieria. Decine e decine di negozi di gioielli e oggetti senza valore. Forse centinaia. Non immaginavo che avrei trascorso ore e ore alla ricerca di un paio di orecchini da due euro. Il suo obiettivo era quello di trovarli a un euro. Alla fine verso sera, missione compiuta!
Al McDonald gli chiedo se può accettare un Big Mac ma lui no assolutamente. Dopo numerose insistenze da parte mia, alla fine accetta con un gran senso di vergogna.


Sentii Adrian dopo qualche settimana che finalmente aveva trovato un lavoro, in campagna per 500 euro al mese. Insieme alla sua voce si udiva chiaro il suono delle campanelle.




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Racconto scritto il 17/04/2016 - 08:23
Da Vincent Corbo
Letta n.1106 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Bello, molto bello. Non sappiamo mai chi abbiamo accanto e a volte vincono i preconcetti. È tutto assolutamente vero! Ho dato lavoro, qualche volta a dei ragazzi romeni. Gran lavoratori, bevitori pure come dici tu, ma non hanno mai preteso più di quello dovuto. Conservo un buon ricordo di loro, tutti tornati in patria. Complimenti per averl condiviso. Ciao Vincent, buona notte.

Loris Marcato 17/04/2016 - 22:30

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proprio un bel racconto,
mi ha fatto riflettere e mi ha anche commosso un po'!
grazie

patrizia brogi 17/04/2016 - 14:06

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Un bel racconto, una storia che richiama tante storie simili! Molto bello e umano! Anche un monito a non possedere tante cose inutili e superflue, ma porre attenzione ai sentimenti e alle Persone!

Patrizia Bortolini 17/04/2016 - 13:37

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Quanti Adrian che vivono al nostro fianco, ma resi distante dai nostri muri.
Bel racconto d'amicizia che ci porta a riflettere sulle nostre sempre più costose esigenze che non ci portano serenità e sulla dignità di chi ha poco, e quel poco lo rende felice.
Ciao

Millina Spina 17/04/2016 - 11:49

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