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Il ladro di sogni

Dal minuto giaciglio per la notte, la piccola Sara scorge la luce del corridoio che filtra nello stanzino.
La madre l’ha messa in quella stanza infilandoci una rete e un materasso che si sono incastrati perfettamente tra le pareti. La culla era diventata stretta e bisognava prevedere un ulteriore allungamento della bimba.
In quel bilocale è stata una fortuna avere un vano dove mettere prodotti per la casa, stracci, scope.
Ma non è un animale, prima di metterci la piccola figliola, la madre l’ha svuotata e il compagno le ha montato due mensole.
“Quando viene buio chiudo gli occhi e quando alzo le coperte fino al viso, il letto riceve un segnale e levita in alto. La lampadina appesa al soffitto fa una scintilla, ruota su se stessa e la parete si apre, per far passare il letto.
In alto, molto più su degli alberi, si ferma. Gira e schizza lontano, vola veloce sulle case, sulle auto in strada, sulle persone che rincasano.”
La luce nel corridoi si spegne. Non passa più alcun chiarore nella piccola stanza, neanche quel sottile raggio che, passando dalla fessura dello stipite, le illumina il piede.
Ora c’è buio, ha sonno ma si sforza per non addormentarsi, perché vuole pensare a qualcosa di bello prima di dormire.
Ha sentito i grandi parlare dei sogni; pare siano in grado di cambiarti la vita quando sei sveglio. Qualcuno si ritrova nei sogni le persone che vedono durante il giorno, alcuni parlano con amici o parenti che non ci sono più.
“Voglio sognare una mongolfiera che mi porti in alto, vicino alle nuvole.”
Chiude gli occhi e si addormenta. Un rumore la sveglia, stava sognando. Ricorda solo un tessuto setoso che le avvolgeva la faccia; era rilassante il fruscio sulla pelle sembrava che stesse per avvolgerla e portarla da qualche parte.
Il rumore viene dalla porta. Tutto normale, sa chi è, sa cosa deve fare. Richiude gli occhi e quando l’uomo le toglie la coperta dalla faccia, finge di dormire. Ci prova sempre, pensa che forse, se la vede dormire si dispiace e torna a letto con la madre, magari lei è sveglia.
Ma lui la conosce, sa che potrà riposarsi a scuola o nel pomeriggio, tanto per i compiti c’è tempo.
Dopo averle scoperto il viso, tira la coperta ed entra nel letto con lei.
“Buona sera signorina, sono tanto stanco, ho lavorato come un mulo. Senti come sono sudato?”.
Sara ha cominciato la giornata vedendo il sole sorgere attraverso le tapparelle semichiuse. Gli occhi le pesano troppo, sta per addormentarsi, ma non riesce a trovare qualcosa di bello a cui pensare. Cerca dentro la sua testa, ma ogni cosa pare cadere in un baratro. Se non trova qualcosa di piacevole prima di dormire, non le servirà a nulla sognare.



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Racconto scritto il 03/05/2016 - 21:56
Da ellis lio
Letta n.1154 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


..e lo so, trovo interessante sviscerare del dolore nelle sue forme. Ho sempre cercato di comprenderlo ascoltando e osservando gli altri per trovare un mio codice empatico. Grazie

ele leo 04/05/2016 - 18:33

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Il tuo racconto tratta un argomento duro da digerire,che ferisce il cuore e incattivisce perchè una violenza siffatta grida vendetta e non ha attenuanti. Tu scrivi bene e sollevi il velo su fatti su cui è più facile ma non giusto tacere.
Complimenti per il tuo modo essenziale, diretto, vero di affrontare tematiche delicate e dolorose.

Rosa Chiarini 04/05/2016 - 15:07

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Racconto molto crudo, come tutti i tuoi che leggo con piacere per le tue capacità comunicative, che sono sferzate dure al cuore e all'anima pur nella verità rappresentata. 5*

salvo bonafè 04/05/2016 - 14:24

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