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DIARIO DI BARBARA. (prima pagina)

Oggi mi va di scrivere. Prendendo in mano la mia penna preferita ho sentito un fremito percorrermi tutta la schiena e giungere sino alla punta delle dita. Scossa elettrificata dalla potenza del mio spirito irrequieto.
Tutto va in frantumi. Tutto si scompone e ricompone maldestramente, casualmente. Niente armonia. Io. Orrendamente sfigurata dal cinismo, pallida creatura notturna e solitaria che parla agli animali e non più agli esseri umani.
Lui. Una figura d'uomo con le gambe attaccate al posto delle braccia, senza naso, con un occhio dove prima vi era la bocca e la bocca al centro della fronte. Una creatura uscita dall'immaginazione di Pablo Picasso. Un essere che nonostante frutto di una qualche alchemica disperata poesia, la vista non vorrebbe dover sopportare e che le mani accartoccerebbero e riporrebbero in un qualsiasi cesto della spazzatura pur di conservarne un dignitoso ricordo. Era bello anni fa. Ora è la mia tristezza di vivere.Tutte le ombre si fanno lunghe e selvagge sul mio cammino. Mi manca l'ordine.La spensieratezza. La linea retta o appena ricurva. Mi manca la luce abbagliante negli occhi. Sono mutata in acciaio, e prima ero d'argento. Non amo più. Il mio amore è fuggito. Un giorno è uscito per strada perché non reggeva il confronto con il vuoto, con la mancanza di curiosità di attenzione. Il mio amore era solo un'illusione. Un'immagine tridimensionale proiettata su un muro liscio. Un sogno dal quale ci si deve svegliare piangendo. Ha finto di essere quel che non era per affascinarmi, ha fatto tutto ciò che poteva per essere affabile e confondermi. Ora siamo cubismo. Poi saremo astrattismo.Ed io sono soltanto una nuvola, che un giorno, stanca di abbracciare le altre nuvole, si farà trasportare dal vento fino alla fine del cielo. Ed alla fine dei cieli vi sarà l'eterna beatitudine che tutto cancella e rinnova nell'immutabile progredire del tempo.
Quanto più si vola in alto tanto più si rischia di schiantarsi al suolo e ferirsi irreparabilmente. Io volavo sulle vette incontaminate. Ero un'aquila libera e maestosa, felice di osservare il mondo dall'alto senza brame né desideri. Mi tradì il cuore. Si mise a battere senza chiedermi il permesso. Faceva un tale rumore assordante che dovetti cedere ai suoi capricci. Adesso lo detesto, il mio cuore. E' stato sciocco. Si è fatto ingannare. Non c'era motivo di agitarsi tanto. Avrebbe dovuto essere savio ed altero. Avrebbe dovuto restare in silenzio. Io avrei volto lo sguardo altrove, lontano. Avrei bevuto un bicchiere di buon rosso, parlato del nulla con il barista, sorriso a tutte le donne presenti che conoscevo, salutato con un gesto i giocatori di biliardo, fumato un'altra sigaretta, e me ne sarei tornata a casa a disegnare. Non avrei aspettato lì seduta senza guardare l'orologio. Non sarei stata affabile e gentile, persino impacciata. Mi sarei fatta gli affari miei come al solito. Lo avrei guardato come si guarda a un bellissimo dipinto, ne avrei apprezzato le fattezze, i colori, la texture della pelle, la posa lasciva, i capelli scompigliati e mi sarei voltata nuovamente. Invece il mio cuore si è lasciato ingannare. Ha iniziato a chiedermi di restare. Sono rimasta. Dopo poco tempo ho visto il fondo di una malinconia disperata. Mi svegliavo con la tentazione di alzarmi, vestirmi, prendere una valigia e scappare via un treno qualsiasi. Gli volevo bene. Ed io sono troppo materna per ferire qualcuno che ignaro di tutto dorme sereno russando sonoramente. Ho capito quasi subito che la mia strada doveva essere un'altra, ma era troppo tardi. Ho seguito i miei principi morali.. e scopro solo ora che è stata la cosa più immorale che abbia fatto in vita mia. Dimenticare ogni cosa amata, per amore di qualcuno che può amare solo a metà essendo lui stesso metà qualcosa, quindi incompleto. Non un dipinto, ma un ritratto a matita. E ora tutto va in frantumi. Lui è diventato un Picasso mal riprodotto, io una foglia secca. L'amore non esiste. L'amore è solo l'illusione di poter condividere la propria parte divina con qualcuno. Ma dato che quel qualcuno può essere solo Dio, se esiste, è inutile affannarsi e sperare di trovarlo. Si nasconde in ogni cosa, e non si mostra a nessun sguardo indiscreto. Se Dio dovesse esistere, almeno saprei spiegare l'origine del sadismo .
Domani cercherò un paio di scarpe rosse per me ed una pianta di peperoncino peccante per lui.


(A Barbara, con profondo affetto)




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Racconto scritto il 09/05/2016 - 11:23
Da Lylas Lena
Letta n.1150 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Se è lecito entrare in punta di piedi per non disturbare il tarlo, volevo sommessamente dire che è un signor diario che sembra essere scritto con lo stesso penoso cuore che un tempo palpitò bugiardo. Magari domani ci sarà una pagina gioiosa. Saluto sommessamente con un pò di paura.

salvo bonafè 09/05/2016 - 21:47

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Molto ben scritto, colpisce dove credo voglia colpire....

Sabry L. 09/05/2016 - 18:36

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Molto coinvolgente, attuale e piaciuta la chiusa! Buona serata, 5*

Chiara B. 09/05/2016 - 18:34

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Bellissima questa prima pagina di diario pur nella tristezza che trasmette.Come è descritto bene il rammarico per aver ceduto all'inganno del cuore! Davvero bravissima! Alle prossime, attese pagine.
5*****.

Rosa Chiarini 09/05/2016 - 18:11

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