Noi...così...così bravi a ricordare le date più incredibili. Il giorno del titolo di campioni del mondo. La frase di quella canzone.
9 maggio 1978.
Quella notte... lui...lui non poteva sapere. Loro lo aspettavano. E lui...
E noi... noi sempre in attesa di un eroe da piangere. Ma solo per quel giorno. Poi...poi...continuiamo a far finta che niente sia successo. Che quella notte...quella notte a lui lo caricarono in macchina con la forza dei deboli. Lo picchiarono perché urlava la sua libertà. Perché si ribellava e loro...loro non erano abituati a chi si ribellava. Loro...
E noi? Noi inconsapevoli aspettiamo la notizia per gridare a bassa voce che non è giusto. E poi...poi mandiamo avanti Paolo, Giovanni e Ninni e Don Pino e tutti gli altri a sacrificare le loro vite per far riempire i giornali e le nostre bocche di indignazione.
9 Maggio 1978...
Aiuto! Aiuto!
Quella notte la bocca, a lui, la chiusero per sempre . La sua gioventù di lotta contro l'ingiusto, il disonesto, il disumano: distrutta.
Sempre contro per essere a favore. Implorando la sua gente di rialzare la testa e di farli, quei cento passi. Perché non puoi rimanere ostaggio della loro cosa. Della loro legge di tolla, da prendere a calci come da bambini. Una legge senza domani..
9 maggio 1978.
Quella notte... quella notte sui binari della ferrovia lo fecero saltare in aria. Lo fecero a pezzi.
9 Maggio 1978.
Si chiamava Peppino Impastato. Aveva trent'anni. Era uno di noi.
Non dimentichiamo. Mai. Per favore.
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