Dune di parole
Tante le Parole che ci circondano. Siamo sommersi da ogni sorta di Parole. Alcune hanno un passato glorioso alle spalle e sono rimaste immutate nel tempo, conservando inalterati la loro solidità, il loro colore, il loro profumo e la loro musicalità. Ma alcune Parole hanno avuto un destino meno felice. Composte e forgiate sotto lo sguardo attento della Luna, al primo raggio di Sole si sono sgretolate e trasformate in tantissimi e piccolissimi granelli di sabbia che le dita a malapena riescono a trattenere.
Tutte quelle dune, tutta quella sabbia accumulata in riva al mare, non è altro che il prodotto dello sgretolamento di Parole che certi umani hanno favorito in maniera scellerata e consapevole. Impediscono, con fermezza, a chiunque di proteggere e conservare Parole che loro ritengono ormai inutili.
Il vento da sempre assiste amareggiato ed impotente a questo sterminio e nel suo piccolo ha tentato più volte di riportare vicini granelli di sabbia che formavano la stessa Parola, ma gli umani ben si son guardati dal favorire questo suo lavoro.
Ma ecco, un giorno, che il destino fece incontrare nuovamente due granelli di sabbia che un tempo formavano la stessa nobile Parola. Si riconobbero e nonostante i secoli trascorsi e l’ormai evidente difficoltà di linguaggio, riuscirono a parlarsi ed a raccontarsi. Malgrado fossero solamente in due, le note melodiose collegate a quella preziosa Parola li raggiunsero, accompagnando il loro parlare. Le note parevano non aver perduto la loro lucidità e schiettezza. Risuonavano tenere e soavi, ma evidenziarono una sorta di malinconia che un tempo non c’era. Nessuno dei due granelli era più riuscito a ricomporre quella Parola, ma non solo, non erano stati chiamati a comporre null’altro, nemmeno una virgola. Gli umani si erano proprio dati un gran da fare per non utilizzarli più.
Poco lontano un gelsomino notturno diffondeva nell’aria il suo delicato profumo, con semplicità ed eleganza, le stesse che il vento gli riconosceva. Da sempre. Come da sempre lo aiutava ad estendere i suoi rami oltre il muro di cinta, facendogli invadere con determinazione, ma con grazia, lo spazio soprastante il marciapiede, costringendo i passanti ad osservarlo e ad annusarlo, così da poterne conservare raro e insostituibile ricordo. Oltre il tempo consueto.
Complici il profumo del gelsomino e le note fluttuanti ed avvolgenti, i due granelli di sabbia, consapevoli dell’impossibilità di comporre nuovamente insieme quell’importante Parola, diedero la loro disponibilità per comporre Parole minori. Parole con significato meno intenso, meno importante, meno prezioso, ma nessun umano li reclamò.
Allora, il vento di Maestrale, stufo dei capricci e della stupidità degli umani, prese e soffiò forte. Così forte non aveva soffiato mai. Allontanò ancora una volta i due poveri granelli di sabbia. La velocità del vento fece loro dimenticare di essere appartenuti a quella preziosa Parola e dopo giorni di oblio vennero adagiati in spiagge diverse e lontane tra loro, favorendo il mescolarsi con altri granelli di sabbia. Non avevano più memoria del loro ruolo nella vita degli umani. Ignari del tutto del significato del termine “Parola”.
Dopo un ultimo sguardo a quella moltitudine di granelli di sabbia, il vento riprese il suo eterno ed inarrestabile peregrinare per le vie del mondo, pronto a soffiare su quelle lacrime che arrivano a rigare i volti di coloro che, al primo raggio di Sole, si ritrovano solo granelli di sabbia tra le dita.
cependant, quelques grains mérite d'être conservé
Tutte quelle dune, tutta quella sabbia accumulata in riva al mare, non è altro che il prodotto dello sgretolamento di Parole che certi umani hanno favorito in maniera scellerata e consapevole. Impediscono, con fermezza, a chiunque di proteggere e conservare Parole che loro ritengono ormai inutili.
Il vento da sempre assiste amareggiato ed impotente a questo sterminio e nel suo piccolo ha tentato più volte di riportare vicini granelli di sabbia che formavano la stessa Parola, ma gli umani ben si son guardati dal favorire questo suo lavoro.
Ma ecco, un giorno, che il destino fece incontrare nuovamente due granelli di sabbia che un tempo formavano la stessa nobile Parola. Si riconobbero e nonostante i secoli trascorsi e l’ormai evidente difficoltà di linguaggio, riuscirono a parlarsi ed a raccontarsi. Malgrado fossero solamente in due, le note melodiose collegate a quella preziosa Parola li raggiunsero, accompagnando il loro parlare. Le note parevano non aver perduto la loro lucidità e schiettezza. Risuonavano tenere e soavi, ma evidenziarono una sorta di malinconia che un tempo non c’era. Nessuno dei due granelli era più riuscito a ricomporre quella Parola, ma non solo, non erano stati chiamati a comporre null’altro, nemmeno una virgola. Gli umani si erano proprio dati un gran da fare per non utilizzarli più.
Poco lontano un gelsomino notturno diffondeva nell’aria il suo delicato profumo, con semplicità ed eleganza, le stesse che il vento gli riconosceva. Da sempre. Come da sempre lo aiutava ad estendere i suoi rami oltre il muro di cinta, facendogli invadere con determinazione, ma con grazia, lo spazio soprastante il marciapiede, costringendo i passanti ad osservarlo e ad annusarlo, così da poterne conservare raro e insostituibile ricordo. Oltre il tempo consueto.
Complici il profumo del gelsomino e le note fluttuanti ed avvolgenti, i due granelli di sabbia, consapevoli dell’impossibilità di comporre nuovamente insieme quell’importante Parola, diedero la loro disponibilità per comporre Parole minori. Parole con significato meno intenso, meno importante, meno prezioso, ma nessun umano li reclamò.
Allora, il vento di Maestrale, stufo dei capricci e della stupidità degli umani, prese e soffiò forte. Così forte non aveva soffiato mai. Allontanò ancora una volta i due poveri granelli di sabbia. La velocità del vento fece loro dimenticare di essere appartenuti a quella preziosa Parola e dopo giorni di oblio vennero adagiati in spiagge diverse e lontane tra loro, favorendo il mescolarsi con altri granelli di sabbia. Non avevano più memoria del loro ruolo nella vita degli umani. Ignari del tutto del significato del termine “Parola”.
Dopo un ultimo sguardo a quella moltitudine di granelli di sabbia, il vento riprese il suo eterno ed inarrestabile peregrinare per le vie del mondo, pronto a soffiare su quelle lacrime che arrivano a rigare i volti di coloro che, al primo raggio di Sole, si ritrovano solo granelli di sabbia tra le dita.
cependant, quelques grains mérite d'être conservé
Racconto scritto il 10/05/2016 - 18:43
Da Emma Tanzi
Letta n.1215 volte.
Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Scusate, sono nuova e solo ora sono riuscita a capire (su "soffiata" degli autori) come fare ad entrare per rispondere ai vostri commenti. Ringrazio tutti per avermi letta e commentata. Siete veramente gentili.
Emma Tanzi 12/05/2016 - 11:00
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Bello, scorrevole, riflessivo. complimenti. 5*
donato mineccia 11/05/2016 - 12:00
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Mi hai letteralmente rapita con questo racconto!! Ben scritto e riflessivo, buona giornata, 5*
Chiara B. 11/05/2016 - 10:53
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UN RACCONTO VERITIERO... ACUTO... ARGUTO...
IL MIO ENCOMIO E LA MIA LIETA GIORNATA EMMA.
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IL MIO ENCOMIO E LA MIA LIETA GIORNATA EMMA.
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Rocco Michele LETTINI 11/05/2016 - 08:41
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Mi è piaciuto questo raccontino che sta tra la narrazione metaforica e la fiaba. Riguarda un aspetto della vita, quello della parola, che è molto importante, sempre oggetto di riflessione. Scritto molto bene con spazzi di vero lirismo.
Giuseppe Novellino 10/05/2016 - 19:15
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