Se ci fosse solo lo zero, non si dovrebbero contare i passi che mancano alla fine e non sarebbe necessario dare corda agli orologi o strappare fogli dal calendario ogni fine mese. Lo zero gode dell'enorme privilegio di non dover contare gli scalini che lo conducono chissà dove e non deve perdere tempo ad addizionare, né a sottrarre. Se io fossi zero, non controllerei il tempo, né mi chiederei se la mia è stata un'inutile attesa o una perdita di tempo. Non dovendo più guardare né avanti e né indietro, potrei finalmente godermi un'immortale immobilità, o fotografare un istante di felicità e ripeterlo all'infinito e non ci sarebbero più ore, giorni, adesso e mai. Chi non vola troppo alto, cade meno frequentemente, può allacciarsi facilmente le scarpe e non deve curvarsi troppo per parlare con i bambini o per abbracciare il suo cane. Ma mi rendo conto che non posso contare solo su me stessa e che devo contare sugli altri e insieme agli altri. Allora mi limito a contare, solo quel tanto che basta, ma senza esagerare.
Giovanna Balsamo
Giovanna Balsamo
Racconto scritto il 25/05/2016 - 11:55
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Commenti
Intimo e riflessivo questo tuo racconto breve...non ci avevo mai pensato! Buona serata,
Chiara B. 25/05/2016 - 18:10
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Grandi privilegi ha lo zero, soprattutto nella matematica. Pare che sia stato inventato in India, ma le ricerche non sono ancora finite. 5*
salvo bonafè 25/05/2016 - 16:25
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