dea
Le onde scuotevano il corpo senza vita della giovane, allontanandola dal luogo che era stato la sua prigione.
I lunghi capelli neri fluttuavano intorno al bianco corpo, le labbra vermiglie erano socchiuse in un sorriso.
Solo l’acqua osava toccare quel corpo freddo, nessun essere vivente si avvicinava.
Lentamente gli occhi si aprirono rivelando le iridi ramati che brillavano; il minuto corpo fu scosso da un brivido e si rizzò in piedi senza toccare le acque.
Le labbra erano atteggiate a un sorriso beffardo mentre l’alone rosso sulla candida veste andava svanendo.
Gli stolti umani avevano tentato di ucciderla, ma come si poteva uccidere una Dea?
La Dea, la Signora dei raccolti. La Dea della morte e della nascita.
La Cacciatrice. La Vergine. La Dea della guerra.
Lei, la madre di tutti loro.
Lei, avevano cercato di uccidere, quegli stolti uomini, ingrati torturatori di donne.
Ora, mentre Lei era lì viva e libera, loro erano inermi davanti alle catastrofi che Lei aveva scatenato, per loro stoltagine e sacrilegio.
Lei ora poteva lasciare quel giovane corpo che aveva preso per attuare la sua punizione.
Poteva lasciarla vivere una vera vita felice.
Era ormai giunta sule coste di una terra a lei sacra. Avalon. Unico luogo che credeva ancora a Lei. Lì la giovane sarebbe vissuta servendola.
Toccò terra e subito le sue figlie s’inginocchiarono al suo cospetto.
Lei sorrise e con voce dolce parlò :- Prendetevi cura di lei, figlie mie-.
E poi lasciò quel minuto corpo per fondersi con tutto il mondo.
Mentre lo spirito della Dea abbandonava il corpo, esso tornava roseo e gli occhi della ragazza tornarono di un semplice e caldo marrone. Con lentezza il corpo si accasciò fra le braccia di una sacerdotessa.
Ora avrebbe dormito, cancellando dalla sua memoria gli orribili momenti da lei vissuti e al suo risveglio avrebbe ricominciato a vivere.
9/5/09
Voto: | su 0 votanti |
Nessun commento è presente