Con Andrea, ci eravamo accordati che non avremo copiato neanche un rigo, per rispetto verso di lui. Faceva tenerezza quel suo essere sempre svagato, le sue giacchette a quadri sfumate sul marrone o sul grigio intonate ai pantaloni in tinta unita, i suoi occhiali con le lenti spesse come “culi di bottiglia”, e quel suo modo di tirarseli su con l’indice.
Ci mettemmo al primo banco senza libri sopra, solo la penna e il foglio protocollo a righe e il prezioso “Istituzioni di diritto pubblico” nello zaino.
Così noi, che eravamo il suo “orgoglio”, fummo i peggiori di tutta la classe in quel compito, con suo grande rammarico:
"Da voi mi aspettavo di più…" ci disse deluso – “Hanno tutti scritto più di voi, siete stati striminziti…”.
Poco importava che tutti avessero copiato dal libro parola per parola, senza preoccuparsi neanche di fare una minima parafrasi; evidente “icto oculi”.
La volta dopo, allora, lo accontentammo e ci unimmo, nella copiatura, al resto della classe.
Ci mettemmo qualche banco dietro e attingemmo a piene mani dal manuale integrandolo con commenti personali...
"Oh… finalmente vi riconosco... " – ci disse soddisfatto il buon Simoni, contento di aver trovato conferma del giudizio positivo che da sempre esprimeva su di noi.
Fu un imbroglio, è vero, ma lo facemmo per non deluderlo, per onorare il suo: "Buongiorno ragazzi!" che diceva entusiasta ogni volta che entrava nelle aule per le sue ore di lezione.
Voto: | su 2 votanti |