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Il grande giorno

Claudia era da più giorni di pessimo umore. Le meraviglie
della città, che vedeva per la prima volta, la
distraevano per qualche ora, ma poi ripiombava nella
solita tristezza.
Io, che ero avvezzo a vederla sempre serena, passando
i suoi giorni da un sorriso ad un altro sorriso, le
avevo chiesto già più volte:
- Ma che cosa hai, amor mio? Ti senti male? Ti senti
stanca? Vuoi forse riposarti per qualche giorno dalle nostre continue escursioni?
Ed essa rispondeva seccata, con quel piglio che rende
quasi sempre impossibile l'insistenza della domanda:
- Non ho nulla, mi sento benissimo.
Un giorno però alla domanda Ciro aggiunse anche le
carezze e a tante forze alleate messe insieme, ella non
seppe, non poté più resistere.
- Ecco qui perchè io sono di cattivo umore. Tu mi hai
detto sempre che la prima prova di amarsi e di vivere
una vita sola in due era quella di non avere il più piccolo segreto l'un per l'altro. E mi hai ripetuto non so quante volte, che la prima bugia detta dalla bocca di una amante all'amato lacera la concordia e mette in pericolo l'amore.
Tu lo sai, che io dal giorno che ti dissi: sono tua, non
pensai cosa che tu non sapessi un'ora dopo, nè provai
una sola volta una gioia o un dolore, che subito dopo
non fosse anche tuo.
E anche tu, Ciro mio, mi hai aperta tutta quanta l'anima
tua, ma mi hai però detto, che ti riservavi un piccolo
segreto, che però non era una colpa; ma che non
me lo avresti rivelato che a Polis.
Di quel mistero io non mi sono mai offesa, sembrandomi
che non era che un ingegnoso artificio per farmi
desiderare qualcosa di nuovo, a me, che vivendo con te,
non avevo più nulla a desiderare. Ma ormai, siamo a
Polis da due mesi e tu non mi hai svelato il tuo segreto.
Ed ho sempre aspettato e aspetto ancora; ma ormai la
curiosità è divenuta impazienza e l'impazienza è divenuta
dolore. - E mi tormento e mi martello, sospettando
che il segreto non sia un mistero, ma una colpa, che non
hai il coraggio di confidarmi, temendo forse che in me
diminuisca la stima per te, ch'è grande come il mio amore.
E se non è una colpa, è almeno una debolezza, e tu,
che sei il forte dei forti, hai paura che nello specchio
della tua anima, tersa e brillante come l'acciaio, io non
veda una macchia.
Ciro stava a sentirla e sorrideva, baciandole le mani
e accarezzandola i capelli.
- Pazzerella, mattacchiona mia! Non ti sapevo
così sospettosa e permalosa. Io ti ho promesso di svelarti il grande segreto, l'unico che io abbia, ma non ti ho però detto in qual giorno te l'avrei rivelato, se appena giunti, o più tardi, o magari l'ultimo giorno, quello della nostra partenza. Tu vedi dunque, che non ho mancato di parola, nè dimenticato la mia promessa.
Or bene, il giorno della rivelazione è giunto e te lo
annuncio ad alta voce, solennemente.
Domani avrai il mio segreto, nel giorno della proclamazione del premio cosmico.
- E a qual'ora di questo giorno e in qual luogo?
- Nell'ora della proclamazione e nella grande sala
dell'Accademia.
Claudia saltò al collo di Ciro, e allegra come un puledro
in festa lo baciò più e più volte.
Il malumore, il dispiacere erano volati via, erano sfumati come nebbia mattutina fugata dal primo raggio di
sole.
Per tutto quel giorno la sua allegria accumulata e non
spesa per tanti giorni si scatenò tutta quanta, inondando
di pazza gioia anche il suo Ciro. Ballarono, saltarono,
si rincorsero come fanciulli.
La gioia è sempre giovane e nelle sue forme più belle
è anche infantile. La coppia per tutto quel giorno
e la mattina successiva stettero sempre insieme.
L'Accademia di Polisè il più alto Istituto scientifico
del mondo. Conta cento membri, presi dalle più
lontane regioni, e formano, direi, un vero Senato della
scienza.
Eletti dal libero voto di tutti i pensatori del mondo,
rappresenta tutte le branche delle scienze, delle lettere e delle arti, e non hanno altro obbligo che di trovarsi a
Polis una volta all'anno, e precisamente il 31 dicembre,
quando i segretari delle diverse regioni presentano
la storia scientifica, letteraria e artistica dell'anno;
ciascuno nella disciplina che gli è affidata.
Ritornati alla loro patria corrispondono coll'Accademia,
per rispondere ai diversi problemi, che sono affidati
al loro studio. Trenta fra loro sorteggiati risiedono per
tutto l'anno nella capitale, dove hanno splendidi alloggi.
Il loro onorario è di 500000 all'anno.
Ogni dieci anni si riuniscono tutti quanti per distribuire il premio cosmico e che vien conferito a colui, che abbia fatto la più grande scoperta di quel decennio. Il premio è di un milione e colui che lo guadagna ha diritto di sedere nel Consiglio supremo del Governo, e prende il titolo di Sofo, l'onorificenza più alta in tutto il mondo e eguale soltanto a quella del Pancrate.
Nell'anno 3000 si chiude appunto un decennio dall'ultimo
premio, e i concorrenti sono 150.
Era appunto all'indomani del giorno, in cui Ciro e
Claudia avevano avuto il dialogo da noi riferito,
che si doveva conferire il premio cosmico; e i nostri
viaggiatori si recarono all'Accademia, che trovarono
affollata da cento e cento curiosi, venuti da ogni parte
del mondo per assistere alla gran festa della scienza.
La città è tutta imbandierata, le botteghe tutte chiuse,
e nella piazza musiche melodiche riempiono l'aria, di
deliziose armonie.
Entrando nella gran sala delle assemblee Claudia vide
con grande stupore, che Ciro andò a sedere con lei nei
posti riservati al Pancrate e ai suoi ministri, in due grandi seggiole dorate.
- Ma, Ciro mio, perchè mai ci sediamo qui? Non sarebbe
meglio confondersi col pubblico, e sedere là nel
fondo, dove potremmo senza soggezione conoscere e
osservare ogni cosa?
- No, Claudiuccia mia, perchè è il posto che mi spetta,
ed io ho potuto ottenere dal Presidente, che anche tu sieda qui accanto a me. E oggi è qui che ti sarà svelato il mio segreto, l'unico mio segreto.
Claudia tacque e rimase immersa nell'estasi di una
grande meraviglia, di un grandissimo stupore.
Intanto la sala si andava affollando sempre più e una
musica deliziosa confortava in tutti la fatica dell'aspettare.
A un tratto la musica cessò, il silenzio solenne la fece da padrone, e i membri della presidenza presero i
loro posti, sedendo fra i cento senatori della scienza.
In mezzo ad essi, in una poltrona più alta sedeva il
Presidente, che portava al collo sospesa da una catena di
palladio una grande medaglia d'oro, che stava a dire,
ch'egli aveva riportato altre volte lo stesso premio cosmico, che si stava per conferire.
Il Presidente si alzò, e dopo aver dichiarata aperta la
seduta, invitò il Segretario generale a leggere la relazione sul premio cosmico, e noi la riassumeremo per sommi capi.
- I concorrenti al premio cosmico dell'anno 3000 sono
150. Un primo lavoro di analisi dei lavori presentati li
ridusse subito a 50.
Più difficile fu il lavoro della seconda cernita, perchè
in quelle cinquanta scoperte e invenzioni, molte avevano
un valore reale; ma un po' per volta i cinquanta divennero tre, e dei tre non fu troppo difficile scegliere l'uno, essendo riservato agli altri due il secondo e il terzo premio.
L'ingegnere inglese John Vernel ha inventato
l’immagazzinometro delle forze della natura, un dispositivo che ci permetterà di avere energia illimitata sul nostro pianeta e di mettere fine agli effetti devastanti e distruttivi di tali forze.
Il dispositivo assorbe l’energia di suddette forze, tipo fulmini, cicloni, tsunami, venti, maree, radiazioni solari, terremoti, eruzioni vulcaniche e la trasforma in energia non inquinante. Il meccanismo dell’immagazzinometro tramite un raggio traente,
cattura e ingoia le forze sopracitate ed è basato sul principio del buco nero, mentre per la trasformazione applica la teoria delle particelle elementari. Vernel è riuscito ad isolare la particella bioalfa, che avvia il processo di bioalfismo, che dalla scissione
della particella si formano biobeta e biodelta che venendo a contatto con l’energia immagazzinata produce la bioenergia particellare; un’energia pura (definita camaleontica) che senza alcun trattamento si adatta alle specifiche e all’utilizzo degli scopi e alla cui realizzazione è rivolto.
L'invenzione è di una straordinaria importanza
e perciò abbiamo dato all'ingegnere John Vernel il terzo
premio.
Lo invito a recarsi alla Presidenza, per ricevere il premio.
L'ingegnere Vernel era seduto accanto a Ciro. Si
alzò, e recatosi al banco del Sofo, ricevette un diploma e una medaglia.
La musica intonò le sue armonie, e tutti gli astanti si
alzarono ad applaudire il premiato.
E il segretario continuò a leggere la sua relazione:
Il celebre Scienziato Artur Copernic ha perfezionato il
teletrasporto che prima aveva una gittata limitata, ma adesso ci permette di trasportarci oltre i confini a noi conosciuti, grazie ad un apposito apparato, che non smaterializza e ne assembla le persone e gli oggetti. La procedura è attivata da un operatore che aziona una leva. Ogni coppia di teletrasporto è stato concepito
per condividere più di un singolo pattern buffer, collocato alla sala del teletrasporto. Gli emettitori che incorporavano gli scanner molecolari a lunga distanza e i trasportatori a transizione di fase garantivano una copertura completa in caso di malfunzionamento, sfruttando la bioenergia particellare di Vernel.
Questa invenzione segna un'era nuova nella storia della civiltà, e permettendoci di allargare i confini del mondo conosciuto, accrescerà all'infinito i tesori del nostro pensiero, lasciandoci anche sperare, che in un tempo non troppo lontano noi potremo metterci in relazione coi nostri fratelli planetari.
Si trovò quindi ragionevole e giusto di accordare il
secondo premio all'ingegnere astrofisico Copernic.
E qui nuovi applausi e nuove armonie.
Dopo che il Copernic ebbe ricevuto il premio, vi fu
una lunga pausa di silenzio e di aspettativa. Quel silenzio esprimeva l'infinita curiosità di sapere, chi mai avesse potuto fare una scoperta ancor più grande.
Dominare le forze della natura ed avere energia illimitata per garantire la sopravvivenza della nostra civiltà!
E conoscere nuove civiltà, senza l’ausilio di navi spaziali?
Ed il segretario riprese la parola.
La terza scoperta, signori e signore, e di certo la migliore, è quella del ripastimolex, un farmaco che iniettato o ingurgito individua e ripara i geni mal funzionanti e stimola tutti i centri vitali e funzionali del corpo umano.
Prego il signor Ciro Imperiale, di Napoli, a voler venire
al banco della presidenza per dimostrare praticamente
come agisce il ripastimolex.
Claudia a queste parole si sentì battere il cuore forte
forte, guardò Ciro, che dopo averle stretta una mano
convulsivamente, le disse all'orecchio:
- Ecco il mio segreto!
Si alzò, e salito a fianco del presidente dell'Accademia,
si levò di tasca una piccola scatola di forma rettangolare e la mostrò al pubblico.
Il silenzio era stato grandissimo, appena il segretario
aveva parlato, ma ora un grande rumore di seggiole
smosse e di gente che si alzava, turbò la serena pace di
quel luogo sacro alla scienza.
Era il rumore di molti, che improvvisamente lasciavano la sala, perchè disapprovava quella scelta e la riteneva ingiusta.
Ciro, benché in quel momento fosse estremamente
commosso, rimase sbigottito a quella fuga tumultuosa.
Appena ritornò il silenzio dell'aspettativa e più
nessuno si mosse, Ciro prese una pastiglia dalla scatola, si avvicinò ad un fanciullo sui dieci anni, che stava seduto accanto alla sua mamma, affetto da atrofia, deficienza mentale e paralisi muscolare e gliela fece masticare.
Il fanciullo nel giro di pochi minuti, come d’incanto guarì dalle sue patologie, si alzò in piedi e cominciò a saltellare tra lo stupore dei presenti. Invitò ad alcuni membri del comitato accademico a porre domande sullo scibile umano al ragazzo; appurato una conoscenza enciclopedica e di una velocità nei calcoli matematici e analisi logica e scientifica. Rimasero sbalorditi, quando Ciro chiese al ragazzo di leggere nel pensiero
di qualche presente, il ragazzo indicando un signore grasso, seduto una fila più avanti, che stava pensando alla moglie sola a casa e aveva timore di essere tradito.
Tutta l'assemblea scoppiò in una grossa risata.
Visto il disagio del grassone, che era divenuto tutto rosso al viso, fissava qua e là, come se cercasse qualcuno o qualche cosa, e in modo da non far capire dove indirizzasse la sua telepatia.
- Non accennò ad alcuno in particolare, ma disse: leggo
in più di dieci fra le persone qui convenute un grandissimo sdegno per la solenne ingiustizia commessa a loro riguardo dai nostri accademici. Essi avevano concorso al premio cosmico e non l'hanno conseguito. In uno di essi poi leggo anche pensieri orrendi di odio e di vendetta.
A queste parole un piccolo tumulto sorse di nuovo.
Alle sedie smosse e cadute di chi abbandonava
la sala, si unirono grida irose:
Eresia! Eresia! Abbasso il ripastimolex.
Ciro rimase imperterrito, e il Presidente suonò più
volte il campanello, invocando silenzio e tranquillità.
Intanto la sala si era vuotata più che mezza, e il segretario poté riprendere la sua relazione:
L'Accademia ha ritenuto a voti unanimi di conferire il
primo premio al signor Imperiale, perchè se le due altre
scoperte ci allargano le frontiere del conoscibile, il ripastimolex ha messo fine all’utilizzo del cuscino nero, quella barbara soppressione dei bambini affetti di mali incurabili e di grossissimi disagi nell’affrontare le più elementari funzioni del quotidiano e ci promette un'era nuova di moralità e di sincerità fra gli uomini e una qualità migliore di vita.
Quando noi tutti sapremo, che chiunque può leggere
nel nostro cervello, faremo sì che pensieri e opere non si contraddicano, e noi saremo buoni nel pensiero, come
cerchiamo di esserlo nelle opere. È sapendo che col
ripastimolex la menzogna sarà bandita dal mondo o almeno
sarà un fenomeno rarissimo, che si andrà perdendo
del tutto; come tutte le funzioni e gli organi, che non
hanno più uno scopo necessario o utile.
E di tutti i vantaggi, che potrà recarci il nuovo farmaco dalla guarigione delle malattie, nell'educazione e di tutte le attività sociali. La scienza del pensiero entrerà ben presto in un nuovo mondo, e di certo è assai più utile all'uomo il conoscere se stesso, che il dominio delle forze della natura o la conoscenza degli
abitanti di altri pianeti.
Poiché l'uomo è comparso sulla terra, egli ha fatto
immensi progressi nelle scienze, nelle arti, nelle lettere; in tutto ciò che riguarda la vita del pensiero; ma nella moralità il progresso è ancora molto addietro, e non è punto in armonia con quello della mente. Il ripastimolex ci promette di realizzare questo sogno di tutti i secoli, quello cioè che il progresso morale sia parallelo a quello intellettuale, e siccome tutti crediamo, che il primo per la felicità degli uomini sia molto più importante dell'altro, ecco perchè l'Accademia ha creduto di dover assegnare il primo premio al signor Ciro Imperiale, che ha creato il ripastimolex.
Coloro che erano rimasti nella sala, si alzarono
in piedi, applaudendo fragorosamente il fortunato
vincitore del premio cosmico, e che anche nel suo nome
portava quasi il vaticinio (predestinazione) della sua gloria.
L'unica persona che non si alzò, era la più felice e la
più commossa.
Era Claudia, che si nascondeva il volto nel fazzoletto
per celare le lacrime di una gioia infinita, che la inondava tutta quanta dal capo ai piedi.
Ciro intanto era sceso dal banco della presidenza,
era ritornato al suo posto, e là le lacrime dei due felici si univano insieme, confondendosi nell'estasi di un'ebbrezza sola.
Tutti i presenti guardavano commossi i due, felici, persuasi che l'abbraccio di quella donna in quel momento, in quel luogo, era il premio più alto che l’uomo potesse aspirare per quella scoperta immortale; gradualmente e in silenzio abbandonarono la sala.
Ripresisi dalla forte emozione, la coppia si apprestò a
raggiungere l’albergo,che peraltro ospitava anche Vernel e Copernic. I tre ebbero modo di socializzare tra di loro e di avere scambi di vedute, sull’operato di ognuno di loro. Non c’era disapprovazione nella scelta del conferimento cosmico, ben sapendo che era difficilissimo valutare quale delle invenzioni era la migliore, ma un pò di amarezza si! Peraltro il secondo e il terzo premio mica era da buttare? E quello che maggiormente
conta è il beneficio apportato all’umanità e i grandi balzi avanti in termini di progresso. Palese il complimentarsi e stimarsi a vicenda; da allora è nata una splendida amicizia e una cooperazione che ha apportato ulteriori scoperte, ogni dieci anni presenti al premio cosmico e nella lista dei primi tre e che si
alternavano il riconoscimento più prestigioso.
Pochi giorni dopo Ciro e Claudia, dopo aver avuto
l'alto consenso del Tribunale sanitario di Polis per
unirsi nel matrimonio fecondo; nell’aver riscontrato
la rarissima relazione di fusione anima e corpo; una
compatibilità energetica la cui luce e armonia fondono le loro due anime, formando un’unione di fiamme gemelle.
Una compatibilità armonica con una profonda attrazione
magnetica.
Una dimensione nuova, le esperienze delle anime e le loro scelte allineati ai loro aspetti fisici con quelli superiori.
Non sono definite dall’ego; non riguardano la felicità personale dell’ego, ma la combinazione dell’energia per un bene più elevato. E in questo aspetto troviamo la felicità e la gioia che li porta insieme sul piano spirituale e nel mondo fisico.
Ancorata una relazione di anime compagne nel fisico a ruolo di sesso sacro.
Una relazione fondata sui principi dell’anima e della spiritualità viene manifestato, il legame fisico della coppia è visto come un atto sacro in cui le energie del maschile e del femminile, vengono portate in armonia amorevole ed estatica.
Questo significa che in un’unione di anime compagne,
idealmente, l’uomo gestirà l’energia vitale maschile e la donna quella femminile, in un rapporto armonico e equilibrato.
La loro esperienza tridimensionale li ha portati a resistere a ciò che percepiamo come dominazione e controllo, o manipolazione e coercizione, ma trova equilibrio e armonia, dove il maschile ed il femminile esistono in perfetti eguali. C’è un legame di amore e
rispetto reciproci che mantiene l’armonia in quel perfetto equilibrio. Non c’è paura e rabbia in questo luogo d’equilibrio, solo accettazione e amore.
Questo equilibrio perfetto è di riflesso alla loro intesa sessuale, il sesso e la sessualità sono basati sullo spirito senza abusi e dominazioni.
L’energia e la loro sessualità hanno imparato ad usare il sesso non solo come uno strumento di procreazione o un’espressione d’amore, ma anche un modo per rimanere giovani e sani.
Unione e fusione di energie di corpo e anima creano un vortice a spirale, un sentiero verso il regno dello spirito e della sorgente vitale. Questa energia viene allora attratta e attivata per dare energia alle anime e ai corpi.
Avuta l’opportunità di entrare in “sposalizi sacri”
fuso le loro energie e a portato il flusso della Grazia Divina e dell’Amore al Pianeta.
Grazia che fluisce attraverso noi anime compagne in questo accesso alla più elevata espressione di Amore Incondizionato.
Fiamme Gemelle, energia della Sorgente e dello Spirito,
un dono di grande gioia, è il dono della coscienza che unisce e li libera.
Ricevettero nel Tempio della Speranza il sacramento solenne, e da amanti, che lo erano già da vari anni, diventavano marito e moglie; avendo acquistato per consenso della scienza il più alto dei diritti, una volta concesso a tutti nei tempi barbari; quello cioè di trasmettere la vita alle generazioni future.
L’abito della sposa è un capo estremamente particolare.
Le linee richiamano le visioni più originali degli stilisti, con le spalline calcate verso l’altro a forma di ali taglio asimmetrico che richiama una costruzione cubista, misto di stoffe e tessuti metallici, scintillanti e confezionato con materiali all’avanguardia, che si adeguano al clima e cambiano
di colore in sintonia con l’ambiente.
L’acconciatura della sposa caratteristica, con capelli sciolti e mossi con una coroncina di stelle e pianeti, come ornamento; non eccessiva e ne grottesca.
Ciro Imperiale era vestito con il tipico abito maschile da matrimonio del XXXII secolo, un misto di uniforme militare da parata e una tuta attillata, con le stesse caratteristiche dei materiali, che costituivano l’abito da sposa.
La location del matrimonio avvenne in un luogo ricco di design contemporaneo, non eccedeva di addobbi, i fiori
abbellivano in modo armonioso la struttura. Il gioco delle luci favoriva l’atmosfera con l’utilizzo di colorazioni fredde come quelle del blu e del verde, o luci bianche miste all’argento.
Non erano presenti parenti e amici; tutto in intimità e sobria naturalezza. Un pasto nuziale non eccessivo, squisito, nutriente e di facile digestione.
La serata passò velocemente e meravigliosamente, culminata in una indimenticabile notte d’amore.
Dal matrimonio fecondo, previo di equilibrio, armonia, energia, di combinazioni spirito, anima, corpo, Claudia partorì il sole, che portava luce a tutto. Un’entità immortale, che poteva materializzarsi, in qualsiasi cosa e con un potere illimitato.
Rappresenta il culmine dell’evoluzione, oltre la quale non si può andare. Paladino della giustizia, rispettoso dell’armonia cosmica, accentratore delle energie vitali e unico baluardo ai giocatori delle probabilità, che disponevano degli esseri meno evoluti, impedirne gli esperimenti da laboratorio; continuando la lunga e dura
lotta tra il male e il bene.



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Racconto scritto il 24/06/2016 - 15:08
Da Savino Spina
Letta n.1167 volte.
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Commenti


La nascita del figlio di Ciro e Claudia non ha messo fine alla cruda lotta tra il bene e il male. Nemmeno l'invenzione del Ripastimolex apporta ad una civiltà, nel vero senso della parola, ma restano dei palliativi per migliorare le cose attuali. Luciano mi fa piacere che hai notato, il mio tentativo di relazionare la cultura, intesa come insieme dialettico dei patrimoni costituitisi, attraverso rapporti socialmente integrati tra ciascun individuo e il suo ambiente, nel quadro di una società storicamente determinata. Evoluta scindendosi in vari rami e trovando le proprie applicazioni in diversi campi e le
trasformazioni etniche, economiche e sociali di tutte le aree, oltrepassando tutte le latitudini e longitudini del globo.

Savino Spina 25/06/2016 - 19:42

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Ma la dura lotta fra il bene e il male non può che essersi conclusa con Ciro Imperiale la moglie e la sua definitiva invenzione, Racconto lungo di genere fantasy, io credo, ma a suo modo complesso e non semplice a comporsi, palesa il desiderio di tutti al bene e alla felicità. Un saluto

Luciano B. 25/06/2016 - 12:01

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