Costruitegli un tempio per poterlo adorare, voi, piccoli servitori, che lo vestite come si fa di una statua, scolpitegli addosso la potenza che si legge nel suo sguardo, accarezzate l'ego che gli imbottite fra le gambe e tenete fuori le donne che la sventura si deve cacciare insieme alle gonne.
Si sentono le urla lontane che sembran preghiere ed il dio vestito scende dal suo piedistallo per andare a battagliare col titano.
Uno sguardo al cielo, le mani a segnare la croce e una preghiera a Lui, perché c'è sempre qualcuno più in alto da supplicare.
Il sole lo bacia ed il riflesso accecante sui suoi vestiti incanta la folla che grida, gioisce ed eccitata applaude la sua danza.
Guardatelo scendere dal suo carro dorato e Giove gli bacia i piedi, perché Pablo non corre dietro ad una giovenca, ma di un toro sfida la potenza.
La polvere si solleva ad ogni alito di vento e brucia d'invidia, come chi vuole colpirlo; il titano entra ed il dio lo guarda, lasciandosi alle spalle l'animale cornuto che ha sposato per far felice sua madre.
Dolores lo chiama nel silenzio, ma ormai non si aspetta più risposta. E mentre la moglie piange nel cuore, trafitta dal solito dolore, Pablo solleva lo sguardo in cerca di lei; un gesto fra i due e la dedica di sangue è la sua mano tra le gambe, sotto la gonna sporca di peccato e pesante di piacere.
Ora è l'unica, non vi è altra donna e la battaglia si fa per lei. Che si aprano le quinte dal suo mantello rosso, che siano fianchi e flamenco e che sia la spada a dirigere l'orchestra su questo palco di terra.
magia.
sfida.
Maria non sa quanto Pablo di lei sia in balìa, quanto quegli occhi neri siano palpito d'amore, perchè la bocca di lui resta cucita sul cuore, aperta solo sulle porte del piacere.
"Non avrai altro Dio all'infuori di me..."
le sussurra all'orecchio, la notte, morendo tra le sue gambe.
E tu, piccola Maria Che ti condanni a questa triste danza di amplessi ed abbandoni, tu, che vorresti il figlio di Dio, tu donna segreta , prega....quel dio e Maria, che blasfemia.
"Odio le tue donne..."
gli aveva detto lei più volte, stringendolo, sfinita da un amore infinito.
"Odio tua moglie...l'unica vacca tra i tuoi tori..."
gli diceva spesso, con una faccia da schiaffi che Pablo baciava di desiderio e sorrisi.
"Basta è finita!Voglio essere l'unica!!"
E lui l'avrebbe incatenata nel suo odore.
Quante volte aveva dovuto fermare il suo istinto, mentre sul punto di morire, pensava ad una vita con lei e dentro di lei.
Il grido del toro tiene Pablo nella cornice dell'arena, tra le ovazioni e le richieste di tributo di sangue fatte dai sudditi...come cambiano i tempi.
Anche il sole ha abbassato ormai la testa, i riflessi diventano lame, colpiscono gli occhi e non gli lasciano vedere il pericolo che si insinua a fendenti.
Il toro punta rosso, mentre a Pablo resta il nero e in un istante le scommesse di una vita perdono senso a battaglia finita, l'ultimo segnale rimane sulle dita, solo la Morte non verrà tradita.
Non ci è dato sapere dei pensieri che hanno afflitto il toreador in quegli ultimi istanti; A chi avrà pensato? Di quale donna avrà rimpianto l'ultimo bacio? E se lo shock non gli avesse dato nemmeno il permesso di morire pensando?
A noi restano le parole ufficiali della signora che sedeva in tribuna, al posto d'onore, e che vestita a lutto piange il suo ruolo di donna, cornuta, ma moglie ufficialmente voluta.
Così, mentre lei versa lacrime che sembra estrarre da un serbatoio del quale ci si chiede se esista una fine e di nascosto, si dice, si lasci baciare dal sole, io vado da Maria, che ogni notte torna al suo personale sepolcro, vestita solo di "vorrei".
La guardo ballare e la vedo sognare, su quel rilievo quasi impercettibile che si sfiora a passo di danza e se qualcuno le chiede di Pablo, Maria risponde che è partito e che non vede l'ora di vederlo tornare.
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