Lo avevano capito subito. Sin dal primo vagito: era un bambino speciale. Sopra la social media. All’età di un anno possiede un cellulare e partecipa ai primi giochi virtuali affrontando ragazzi e adulti. A due anni gli regalano l’ultima versione della P.S. e organizza tornei dove, ovviamente, ne esce sempre vincitore. A cinque anni i cellulari diventano due: li utilizza contemporaneamente per scattare selfie e giocare. A sette anni è in grado di scrivere messaggi (sms, WhatsApp, Twitter etc..) al ritmo di cinquanta parole/secondo. A otto anni entra in Second Life. A dieci anni non è ancora uscito di casa…
Racconto scritto il 26/07/2016 - 16:51
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Commenti
Qualche ragazzino si salva ancora. Purtroppo credo che il fondo non lo abbiamo ancora toccato: è decisamente una società virtual-materialista.
Un abbraccio a voi tutti e grazie per i commenti
Un abbraccio a voi tutti e grazie per i commenti
gabriele marcon 27/07/2016 - 17:52
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Iperbole sapida che sa tanto di vero. Domenica ero in un posto di una bellezza mozzafiato. Due ragazzine (con genitori) non hanno alzato gli occhi dal cellulare neanche per un istante. I genitori non se ne sono nemmeno accorti.
E mi aggiungo a Salvo: a dodici, un qualsiasi istrione lo porta sulla strada che vuole lui.
E mi aggiungo a Salvo: a dodici, un qualsiasi istrione lo porta sulla strada che vuole lui.
Valerio Poggi 27/07/2016 - 11:17
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Ma i genitori li ha messi sottovuoto e spediti sulla luna?
ANNA BAGLIONI 26/07/2016 - 22:18
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A undici vede per la prima volta una gallina ed ha paura.
5*
5*
salvo bonafè 26/07/2016 - 21:44
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