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lettera a un ragazzo sconosciuto

Ti parlero' di lei. Leggerai parole, vedrai immagini, ascolterai suoni, avvertirai profumi o odori segreti, accarezzerai pensieri nascosti-
Seguimi, ragazzo sconosciuto. Non conoscerai me, ma lei. Colei che amo.
Sulla pelle indosserebbe solo il vento, detesta i vestiti. Non entra nei negozi, non le piacciono. Fin da quando era bambina si piegava ai voleri della madre, portava pantaloni attillati e nastri nei capelli, ma li trovava sciocchi e ridicoli. Si sentiva ridicola lei stessa, ma non poteva opporsi. Non indossa nemmeno gli orecchini con gli alberi che le ho regalato per il suo compleanno. Lei parla, con gli alberi. Appoggia le mani sul loro tronco, dice che ne sente scorrere la linfa, che riescono a comunicare col battito del cuore. Il tempo si ferma sui suoi occhi chiusi, ed io la guardo mentre il mondo frenetico impazzisce nel traffico. Parla anche con gli animali. Non so come ci riesca, ma si avvicinano a lei, si fanno accarezzare, e le farfalle le volano tra le dita e sui capelli. Restano con lei mentre cammina o sfiora i petali delle sue rose. Sono riuscita a fotografarla molte volte con le sue farfalle. Tornano ogni giorno, finche' hanno vita. Tu immagina ragazzo sconosciuto, guardala, osserva le mie parole. So che sai molto sul suo conto, ma non conosci la poesia, e lei senza poesia non esiste. Non è lei. Sai? Il senso di te in lei non lo avevo capito. La vedevo soffrire in silenzio dei tuoi silenzi, mi facevi rabbia, mi davi uno strano senso di nausea. Le dicevo che per me eri soltanto un narciso vigliacco, un senza coraggio, un vile. Lei con gli occhi lucidi mi rispondeva che non ti conosco. Io cercavo di farla riflettere sul silenzio, volevo che ragionasse con quella punta di cinismo che in fondo ha sempre avuto in passato, per poter sopravvivere, ma no, era inutile. Il silenzio per lei non era dolore. Il dolore era solo il non vederti. Se avesse potuto, sarebbe rimasta con te silenzio per giorni interi. Anzi, lo ha fatto. Era con te, sempre. Con il pensiero. Per me, i fatti sono più importanti di qualsiasi silenzio o parola. Per mia sorella il silenzio è gia' un fatto di per se'. Un avvenimento misterioso e profondo, un dolce sospiro nella notte. Sono parole sue. Non attribuirle a me. Io non vedo attraverso le cose e le persone. Io vedo solo i fatti. E per me, tu eri soltanto una finzione di te stesso, un attore pauroso quando esce di scena. Scrive poesie. Ne hai mai lette? Si. Una. Me lo disse. Ma quella voleva che diventasse una canzone. Voleva che tu l'aiutassi a metterla in musica. Diceva che eri l'unico a cui l'avrebbe regalata, che era nata per te. Chissa' se lo hai capito! Io non credo. Tu le cantavi canzoni di altri, lei le scriveva per te. Restavo a guardarla senza sapere cosa dirle, e tu volgevi lo sguardo lontano. Eri impaurito dalla sua bellezza. Abituato a ragazze facili e donne infuocate di sola passione erotica. Sapevi fin dal principio che lei non era così. Ma non credevi che avrebbe provato dei sentimenti così belli per te. Pensavi di doverla corteggiare a lungo. Invece lei ti ha accolto a braccia aperte. Lei ti ha scritto poesie. Lei ti ha cantato l'amore.Lei ti ha baciato l'anima e non solo la pelle. Che spavento per uno come te! Dico bene? Lei con la bocca a forma di cuore e gli occhi come grandi smeraldi, lei con un corpo così simile al tuo, con la magrezza degli artisti che si nutrono di immagini e sensazioni ultraterrene. Quando mi ha mostrato la tua foto, sono rimasta a fissarti per qualche secondo, stupita da quanto le somigliassi. "Sembrate fratello e sorella", le ho detto sorridendo. Poi quando ti ho visto di persona, accanto a lei, ho pensato che foste nati l'una per l'altra. Eravate così belli. Intensi. Si sarebbe detto che vi incontravate da secoli e secoli. Non sono stata la sola, a notarvi. Il tuo amico sorrideva, e in fondo agli occhi aveva una strana malinconia. Sapeva tutto, come me. Eravamo gli unici a sapere in mezzo a tutta quella gente. Prima che ce ne andassimo, ho guardato i tuoi occhi. La ami. Sei pazzo di lei. E la odi. La sua vita è un intreccio di dolore e complicazioni, e lei è come una rosa profumata tra rovi con le spine, che con le sue spine ti ha punto. La ami, e la odi. Lei lo sente. So che a volte piange. Mai davanti a me. Davanti alla Luna, forse. Non me lo dice, ma da come risponde ai miei messaggi, lo capisco. Non dovevi scomparire in quel modo. Avresti dovuto abbracciarla per una notte intera. Avresti dovuto dirle che le vuoi bene.Avresti potuto raccoglierle un fiore. Lo avrebbe seccato in mezzo al suo quaderno di poesie e lo avrebbe conservato per sempre. Invece sei sparito. E lei?"Lo capisco"! E' più saggio di me. Sto imparando molto da lui." Saggio. Per lei tu sei saggio e sensibile. Non saprei proprio come convincerla del fatto che in fondo, sei un ragazzo normale, che non possiedi niente di più di tanti altri, o almeno non abbastanza per essere degno di tanta stima e tanto affetto, o amore. Non mi ha mai detto di essere innamorata. Non lo direbbe mai. Non le piace definire i sentimenti, dice che si toglie poesia quando si afferma qualcosa. Ma io vedo amore nei suoi occhi, e lo hai visto anche tu. L'ho visto anche nei tuoi, te l'ho già scritto. Varca il confine della "normalità", o la perderai. Mai del tutto. Ma non saprai più nulla di lei. Si nasconderà. Ti eviterà. Mi ha detto che non vuole importi la sua presenza. Significa esattamente questo: svanire, non esserci più, cercare di andare avanti.
infine... ragazzo sconosciuto, voglio che tu sappia che entrambi la amiamo. Questo ci rende simili, almeno un pò, e ci lega alla stessa luce. In qualche modo, ti voglio bene.
M.



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Racconto scritto il 05/08/2016 - 09:14
Da Lylas Lena
Letta n.1131 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


bel racconto ben composto 5*

POETA DELL'AMORE LUPO DELL'AMI 05/08/2016 - 18:50

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Un racconto davvero ben scritto e delicato! Brava, 5* buona serata!

Chiara B. 05/08/2016 - 17:39

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