Lei lo guarda. Cattura la sua immagine per amarla nei momenti in cui le mancherà. Veste spesso di nero. Il suo viso angelico nasconde ferite in ogni dove. Il suo esile corpo regge il peso di imprecisati anni di adorata solitudine e sofferenze mai raccontate.Nelle mani stringe promesse che non gli ha mai fatto, e sa che non le dimenticherà. Nemmeno lui le scordera'. Sorride di rado, ma quando lo fa scopre denti bianchissimi e imperfetti come tutte le cose che adora. Lui si muove adagio. Non conosce la fretta di arrivare. La vede e vorrebbe andare da lei, dirle che mai nessuna gli ha donato l'anima prima. Quando arriva la notte il pensiero di lei lo prende come un valzer senza tempo, e balla sotto una Luna rossa con un ramo piantato nel cuore e un portafortuna nella tasca dei pantaloni. Lei lo sa. Cammina sulle braci ardenti della passione, ma resta in silenzio. Attende un segno, una poesia scritta sulla sabbia, un quadro pieno di luce che esca dall'oscurità del suo respiro profumato. A volte dimentica di essere una delle sue piume, uno dei suoi capelli, una delle sue ossa eleganti. Ma non lo abbandona mai. Lui non saprebbe come liberarsi di lei. A volte vorrebbe che la sua immagine svanisse all'improvviso, ma la ritrova nei sogni, e al mattino sospira di sollievo. Sa che un giorno potrebbe perderla, ma continuerebbe a vederla nelle cose di tutti i giorni, in un profilo di donna dell'Ottocento, con i capelli raccolti e i riccioli d'ambra appena accennati sulla cornice del volto. La vedrebbe in una stella solitaria che brilla potente, accanto a un mucchio di altre stelle tutte uguali. Lei ha imparato a camminare senza voltarsi indietro. Quando scopre una spalla d'alabastro, ondeggia impercettibilmente i fianchi. Si appoggia ad ogni albero che incontra, si ferma, ma non si volta. Sa che lui è lì. Sa che la segue da una certa distanza. Scompare nel mattino e riappare la sera, quando tutto tace e si ode il verso del gufo, il canto del cuculu. Lei non ha perso le parole. Non le sa più usare. Pensa non servano oramai. Lui sa che ha ragione, ma gli manca il modo in cui le metteva insieme per lui. Oltre il mondo in cui vivono, vi è un luogo segreto, un giardino nascosto in cui coltivano speranze come fossero rose, dove quando si siedono a terra uno accanto all'altra possono farsi accarezzare dal muschio e dall'edera. Lei conosce quel giardino meglio di lui, lo cura da tempo. Sa che ci tornerà, che avra' bisogno di sdraiarsi al sole accanto a lei, bere alla fontana del suo eterno amore, addormentarsi sul suo cuore. Ogni giorno lo accarezza da lontano. La sua bellezza e' terrificante. Quali tremori provoca alle sue mani! Quali sulla bocca! Ma lei lo frena, lo blocca. Non riesce a deglutire. Non sa che cosa dire. Lui vorrebbe solo prenderla e portarla via per mano, mostrarle i colori tra i campi di girasoli, regalarle un vestito diverso, strapparle un sorriso senza tempo. Ma non riesce più a guardarla negli occhi. Teme di perdersi, e non sa che è già' perduto. Lei gli fa paura. Non credeva di saper amare ancora. Allora fugge lontano. Raccoglie solo fiori senza spine, se ne circonda, e la lascia sola. Ma ovunque andra' lei saprà che tornerà'. Lo troverà e lo condurrà nel loro giardino segreto. Si ameranno così, senza parole, senza casa, senza spine quotidiane. Lui e lei.. Una sola creatura divisa in due. Una sola poesia.
L.
Racconto scritto il 09/08/2016 - 10:41
Da Lylas Lena
Letta n.1092 volte.
Voto: | su 0 votanti |
Commenti
Nessun commento è presente
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.