Ritorno al passato
Ho impostato 20 Luglio 1990, alla macchina del tempo, questa è la data della vigilia del mio matrimonio, scopo del viaggio indietro nel tempo, mandare a monte l’unione coniugale e riavere la mia sospirata libertà, senza legami e soprattutto senza una moglie invadente tra i piedi. Ho scelto il giorno prima, per avere tutto il tempo per organizzarmi e di avere un piano perfetto, per realizzare questo mio proposito. Mi sono vestito secondo la moda degli anni novanta, per comodità mia, ho utilizzato un abbigliamento casual; scarpe da running, jeans e una camicia bianca. Avevo impostato la traiettoria in una zona isolata di Arzano, un paese in provincia di Napoli e puntualmente alle otto del mattino, mi sono ritrovato nel luogo prefissato; ho nascosto la macchina del tempo, ricoprendola di arbusti, rendendola invisibile ai passanti. Il salto temporale è riuscito alla perfezione, non ci sono stati contrattempi e la strumentazione ha funzionato come doveva; c’era il rischio di ritrovarmi anche di cinquant’anni più indietro o addirittura in avanti. Mi sono incamminato verso il centro del paese e diretto verso la casa dei miei genitori; ho bussato alla porta e mi ha aperto mia madre, alla sua vista mi è venuto un nodo alla gola, da farmi mancare il respiro, ero orfano di entrambi i genitori, prima mamma nel 1995 e poi papà nel 2000. Mi sono presentato come parente della sposa e ho detto di aver fatto una improvvisata per conoscere il mio futuro nipote. Al cospetto di me stesso più giovane, non c’è stato nessun scompenso, apportato dalla linea temporale, mentre l’altro me, non poteva fiutare se stesso più vecchio, mi confessò che era abbastanza imbarazzato e che trovava in me qualcosa di familiare, nelle movenze, nei comportamenti e persino nel tono della voce, sebbene mi sforzassi di darle un timbro diverso. Più tardi arrivò anche mio padre, che tornava dal barbiere; ebbi la stessa reazione nel rivederlo, la stessa avuta con mia madre. Fatte le presentazioni, la sua generosità e il suo animo gioviale ti contagia e ti tranquillizza, sfociando in una bellissima conversazione; raccontandomi di aneddoti, che ovviamente ero a conoscenza. Anche lui e mia madre notarono l’aria familiare, che sprigionava la mia persona; insistettero molto affinché rimanessi a pranzo, ma io per evitare di tradirmi, declinai l’invito. Uscii da quell’abitazione con il magone che mi permeava tutto il corpo e i ricordi che vividi venivano a galla, in una vena malinconia di un passato ormai andato. Allo stesso modo mi sono presentato da mia suocera, dai cognati e cognate, come zio dello sposo; rivedendo mia moglie da giovane, così bella, allegra, affabile, lontana parente della donna che è diventata col tempo, un momento di incertezza si diffonde dentro di me, che mi lascia titubante sullo scopo prefissato. Riflettendo sono giunto, che anche se diamo molta importanza alla nostra indipendenza, ed esistono i diritti della persona, desideriamo la sicurezza ed il calore di una relazione profonda, con qualcuno che condivide e la pensa come noi. Possiamo dire di voler stare soli, e di aver bisogno del nostro spazio, ma il desiderio più forte è quello di condividere questo spazio con la persona amata. Benché l'attrazione sessuale abbia un ruolo importante in un rapporto, nel nostro desiderio di intimità, unirsi profondamente ad una persona va ben oltre il sesso. Inoltre mi sembra che la realtà sia piuttosto un gioco di luci e ombre, un alternarsi di albe e tramonti, un succedersi di stagioni di frutti e di attesa. La vita della famiglia nasce da una scintilla, che illumina l'uno agli occhi dell'altra e si fonda sull'impegno dei due ad essere futuro e felicità l'uno per l'altra e, insieme, per altri. Poi questo progetto deve dipanarsi, giorno per giorno, nelle varie circostanze, non nonostante, ma proprio attraverso i vari passaggi, a volte impervi, del nostro sentiero. Se in questi anni ho continuato a guardarla negli occhi, a parlarle, magari sottovoce, delle nostre ansie e delle nostre speranze, se abbiamo cercato insieme il bene dei nostri figli, pur con le inevitabili imperfezioni di genitori, se abbiamo svolto il nostro lavoro con onestà e senso di responsabilità verso il bene comune e ci siamo impegnati in azioni concrete di solidarietà, allora certamente il rapporto è costruito sulla roccia dell'amore. Spesso scegliamo di fare le cose sbagliate al posto di quelle giuste; essere egoisti, squallidi, offensivi, pieni di rancore, arroganti, incapaci di perdonare, una predisposizione al rapporto del tipo “Io ho i miei bisogni” spezza necessariamente lo spirito di cooperazione, il ciclo negativo continua finché non si perde l'intimità, ed il matrimonio precipita. Diciamocelo, tutti noi abbiamo bisogno di un aiuto, una forza interiore che ci permetta di amare l’altro nel solo modo che dia speranza al matrimonio. Per ultimo e non per importanza, privarmi della gioia e della sensazione d'infinita commozione suscitata da un frugoletto che, a braccia aperte e con gli occhi ridenti, si precipita verso di te, chiamandoti nonno. No! A tutto questo non potevo proprio rinunciarvi! Allora di corsa mi sono recato nel luogo dove avevo lasciato la macchina del tempo e liberatela dagli arbusti, ho digitato sulla tastiera la sequenza, che mi avrebbe riportato di nuovo al 14 agosto 2016, per un problema di interferenza e di riduzione di energia, il salto temporale è diverso da quello programmato. Non è stato ancora provato ma, in base alla teoria, si potrebbe addirittura arrivare nel vuoto cosmico, in pratica la terra gira intorno al sole ed, a sua volta, intorno alla galassia, in sostanza il punto dove mi trovo adesso corrisponderebbe al vuoto cosmico tra un anno. Sono stati studiati degli accorgimenti per evitare un fatto del genere, il problema è che i computer attuali non hanno la potenza sufficiente per eseguire le operazioni richieste in modo assolutamente preciso. In ogni caso, per evitare di finire nel vuoto cosmico, ho predisposto il computer in modo che, in caso d’incertezza sui dati, mi trasporti sulla rotta più sicura. Mi chiedo: dove sono finito?
Mi avvicino ad un’edicola, guardo un quotidiano messo all’interno di una bacheca.
20 giugno 2006, ho fatto un salto di sedici anni e un mese, ho sprecato energie e tempo per nulla.
Dopo ventiquattro ore in caso di avaria automaticamente la macchina del tempo si disintegrerà e per sempre dovrò restare qui.
Confesso che questa ipotesi mi fa venire i brividi!
Sono capitato a Firenze, anziché a Cassino, passerò il tempo visitando la città.
Cammino per le vie del centro, entro nei musei.
Sono le 20 e 30 mancano poche ore al viaggio di ritorno.
Entro in una pizzeria, per fortuna mi sono portato qualche euro.
– Savino, sei tu?! Che ci fai qui?! – una voce alle spalle mi sorprende, non riesco a riconoscerla. Proprio lui doveva capitarmi!
– Buonasera! Mi scusi ma non so chi è lei?
– Ma come non ti ricordi? – insiste il tipo.
– Mi perdoni ma direi proprio di no! Fingo di non riconoscerlo.
– Caspita! Sei invecchiato parecchio. Ma cosa diamine fai? Saranno passati otto anni e sembrano diciotto – Guardi mi ha scambiato con un'altra persona?
Esco dal locale a pancia vuota, ci mancava il rompiscatole!
Cammino in cerca di un altro locale, improvvisamente sento una frenata.
Faccio in tempo a girarmi, un’auto fuori controllo mi prende in pieno, volo, vado a sbattere contro un’altra auto parcheggiata lì davanti.
Pian piano si forma un piccolo capannello di persone.
Dopo un po’ un’ambulanza mi carica, viaggio verso l’ospedale.
Mi fanno male le gambe, sono stordito dal colpo.
Non ci voleva! Mi trovo in una situazione difficile, non so che ora sono? Quanto tempo è trascorso? Che pasticcio!
Mi vengono fatti i prelievi, una lastra, vengo accompagnato a letto e per fortuna, solo qualche escoriazione. Temo che dovrò vagare ancora un bel po’, in questo spazio temporale; quest’incidente non sarebbe dovuto mai accadere. Quest’imprevisto mi coglie del tutto di sorpresa e impreparato; non so se giungerò in tempo alla macchina del tempo? e se sono in piena efficienza per affrontare il viaggio? Mi dispiace! Non ce l’ho fatta! Sono senza parole! Sospeso in più linee temporali.
Mi avvicino ad un’edicola, guardo un quotidiano messo all’interno di una bacheca.
20 giugno 2006, ho fatto un salto di sedici anni e un mese, ho sprecato energie e tempo per nulla.
Dopo ventiquattro ore in caso di avaria automaticamente la macchina del tempo si disintegrerà e per sempre dovrò restare qui.
Confesso che questa ipotesi mi fa venire i brividi!
Sono capitato a Firenze, anziché a Cassino, passerò il tempo visitando la città.
Cammino per le vie del centro, entro nei musei.
Sono le 20 e 30 mancano poche ore al viaggio di ritorno.
Entro in una pizzeria, per fortuna mi sono portato qualche euro.
– Savino, sei tu?! Che ci fai qui?! – una voce alle spalle mi sorprende, non riesco a riconoscerla. Proprio lui doveva capitarmi!
– Buonasera! Mi scusi ma non so chi è lei?
– Ma come non ti ricordi? – insiste il tipo.
– Mi perdoni ma direi proprio di no! Fingo di non riconoscerlo.
– Caspita! Sei invecchiato parecchio. Ma cosa diamine fai? Saranno passati otto anni e sembrano diciotto – Guardi mi ha scambiato con un'altra persona?
Esco dal locale a pancia vuota, ci mancava il rompiscatole!
Cammino in cerca di un altro locale, improvvisamente sento una frenata.
Faccio in tempo a girarmi, un’auto fuori controllo mi prende in pieno, volo, vado a sbattere contro un’altra auto parcheggiata lì davanti.
Pian piano si forma un piccolo capannello di persone.
Dopo un po’ un’ambulanza mi carica, viaggio verso l’ospedale.
Mi fanno male le gambe, sono stordito dal colpo.
Non ci voleva! Mi trovo in una situazione difficile, non so che ora sono? Quanto tempo è trascorso? Che pasticcio!
Mi vengono fatti i prelievi, una lastra, vengo accompagnato a letto e per fortuna, solo qualche escoriazione. Temo che dovrò vagare ancora un bel po’, in questo spazio temporale; quest’incidente non sarebbe dovuto mai accadere. Quest’imprevisto mi coglie del tutto di sorpresa e impreparato; non so se giungerò in tempo alla macchina del tempo? e se sono in piena efficienza per affrontare il viaggio? Mi dispiace! Non ce l’ho fatta! Sono senza parole! Sospeso in più linee temporali.
Racconto scritto il 14/08/2016 - 01:19
Da Savino Spina
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Commenti
Mi è piaciuto tantissimo.
Invecchiato di dieci anni in pochi secondi, possibile scientificamente ma non provato, la massa ci fotte nel teletrasporto.Il racconto è scritto con ottima proprietà di linguaggio e con la conoscenza della materia scientifica.
Ciao. 5*
Invecchiato di dieci anni in pochi secondi, possibile scientificamente ma non provato, la massa ci fotte nel teletrasporto.Il racconto è scritto con ottima proprietà di linguaggio e con la conoscenza della materia scientifica.
Ciao. 5*
salvo bonafè 14/08/2016 - 18:58
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Ero partito con l'intento di un racconto esilarante e l'inizio cominciava, mi sono fidanzato con la mia attuale moglie nel 1987 (primo scudetto del Napoli), sposato mel 1990 (secondo scudetto) e aspettavo il terzo per il divorzio (quest'anno c'ero andato vicino). Ecco la trovata del viaggio nel passato, per dire alla fatidica domanda del prete: Vuoi tu Savino prendere la qui presente, Giulia come tua legittima sposa per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi? NO! Poi andando avanti nella scrittura, alcuni risvolti della narrazione, mi hanno fatto cambiare rotta: dal ironico al serioso!
Savino Spina 14/08/2016 - 17:49
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