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Patente d'amore: attentE ai segnali!

Lina non si poteva dire bella ma avvenente sì; di corporatura minuta ed armonica, aveva un viso luminoso, roseo con il quale facevano bel contrasto i capelli neri e setosi. Gli occhi, scuri anch'essi, avevano una luce lievemente malinconica che suggeriva una predisposizione alla fragilità. Nonostante avesse appena diciassette anni Lina si curava molto; la pelle del viso sempre idratata, gli occhi sottolineati da una sottile riga di eyeliner, le ciglia infoltite e arcuate da mascara di ottima qualità, le unghie laccate con smalto trasparente, le gambe, le ascelle e le labbra rigorosamente depilate. La cura della sua persona era per lei un impegno e, contemporaneamente, un piacere quotidiano di cui non si privava mai.
Nella nostra classe, 2^ liceo classico, era molto ammirata sebbene ci fossero diverse ragazze più carine di lei, proprio perché la cura che aveva del suo aspetto fisico la rendeva, agli occhi dei maschi, più femminile ed attraente.
Parecchi, sia della nostra classe che dell'istituto, le facevano il filo e lei si compiaceva di questa ammirazione trattando tutti con cordiale amabilità,senza sussiego.
Finché non si fece avanti Pompeo.
Si capì subito che lui era un'altra cosa e che avrebbe potuto fare breccia nel cuore di Lina.
Alto, biondo, occhi penetranti , aveva il solo difetto di parlare con un accento ed un'inflessione fortemente dialettali che neppure la prolungata educazione scolastica aveva, neanche in misura minima, attenuati. Lina aveva già avuto qualche esperienza sentimentale ma niente che si potesse paragonare a quello che sentiva per Pompeo.Era stregata da quel ragazzone biondo che tra tante aveva scelto proprio lei e la riempiva di premure ed attenzioni facendola sentire davvero fortunata. I primi tempi del fidanzamento furono vissuti da Lina in uno stato di esaltazione euforica che la rendeva ancora più espansiva e gioiosa nei confronti dei compagni. Poi le cose cominciarono a cambiare. Lina prese ad isolarsi sempre di più; alla fine delle lezioni non si fermava, come era sua consuetudine, a chiacchierare con i compagni e gli amici ma si allontanava frettolosamente per ritornare da sola a casa disdegnando la compagnia di quelli che abitavano nei suoi paraggi e ai quali si era sempre unita molto volentieri. Era sempre sovrappensiero e di malumore, come se qualcosa la tormentasse. Cominciò a girare la voce che Lina soffrisse per l'eccessiva gelosia di Pompeo che le avrebbe imposto una serie interminabile di divieti. Ma erano illazioni, pettegolezzi, voci che, appunto, giravano ma senza riscontro giacché Lina non si confidava con nessuno.
Fu Stefano ,per primo, ad osservare:
-Lina non è più quella di una volta. È dimagrita troppo, la pelle è avvizzita ... gli occhi.... hanno perso il loro splendore. Dico sul serio, sembra un'altra.
Da allora ogni mattina qualcuno diceva la sua, seguito da un coro di consensi.
- I capelli di Lina sono sempre unti ed opachi eppure erano così belli!
- Ma avete visto le mani? Ma che le sta succedendo? Starà bene?
- A me fa un po' pena, sembra infelice.
Per tutto l'inverno Lina fu tra gli argomenti preferiti della 2^ A ; mossi da invidia, da malizia, da pietà, da benevolenza o da qualunque sentimento si voglia, i pareri di tutti erano concordi: Lina diventava ogni giorno più brutta. Ed era appena trascorso l'inverno. Come si sarebbe trasformata fino alla chiusura dell'anno scolastico?
La primavera arrivò e con essa, infatti, si completò la metamorfosi di Lina; quando si presentò a scuola con la gonna e non con i consueti pantaloni si videro le sue gambe coperte da una peluria così lunga e così fitta da attirare gli occhi di tutti come calamita. Impossibile distogliere lo sguardo.
Nessuno osava dire una parola. Fu Elena a rompere il ghiaccio:
-......sembra una scimmia! Io comincio a preoccuparmi......
I genitori non la vedono?..
Le fece eco Magda -Non sarebbe il caso di parlarle?.
Detto fatto.
All'uscita dalla scuola tre delle compagne solitamente più vicine a Lina la affiancarono impedendole di allontanarsi .
- Ti vorremmo parlare....o è proibito?...Hai qualche problema?......
- Non mi fate tardare....ma quale problema! Va tutto bene......non vi date pensiero. ....va tutto bene.
-Scusa Lina ma tu non ci sembri più tu...ma .. ti vedi? C'è qualcosa che non quadra...Se non sei pronta per parlarne possiamo farlo in un altro momento.....ma riflettici. ....noi ci siamo ora e ci saremo sempre.
Non dovettero attendere molto. Lina solo tre giorni dopo invitò le compagne a casa sua e, una volta che furono insieme, affrontò lei stessa l'argomento senza preamboli, come se temesse di non avere il tempo di fare quanto si era riproposta o, ancora di più, per impedire a se stessa di cambiare idea e fare marcia indietro.
- È Pompeo il mio problema. È geloso e possessivo. Controlla tutto...persino l'aria che respiro. Non gli va bene mai niente....se potesse mi terrebbe sotto chiave....io...
io mi sento disperata.....non riesco a pensare di lasciarlo...........................
....ma so che così non va..... finirò per diventare pazza.
-Se è per questo, sei sulla buona strada! -la interruppe Mariolina- C'è una sola via di scampo: piantarlo subito. Soffrirai ma ne uscirai prima o poi. Se continuerai, ti giocherai la vita intera. Convinciti, Pompeo, da quello che tu dici, non ci sta con la testa, secondo me ..... è psicopatico.
Ma...fammi capire una cosa, sei tu che ti sei lasciata andare, intendo dire fisicamente, o è Pompeo che ti vuole conciata così?
-Pompeo vuole che io non faccia nulla per il mio corpo che, secondo lui, deve rimanere come è stato voluto dalla natura, quindi niente trucco, niente messe in piega, niente depilazione, niente di niente.....Neppure coi miei mi lascia libertà di parlare....quando viene a casa, guai se i miei fratelli ed io parliamo tra noi.....Sono grane e discussioni a non finire....per non parlare del fatto che stabilisce lui le trasmissioni televisive adatte a me, i romanzi che posso leggere, le amiche che posso frequentare.........se e come posso ridere..........non ce la faccio più.
-E che cosa aspetti? - intervenne Elena - ma ti sei bevuto il cervello? Pompeo deve uscire dalla tua vita....subito.
Lina prese a piangere sommessamente e si lasciò sfuggire: Mi fa paura.
Si fece silenzio intorno a lei. Quella parola lasciava intravedere scenari inquietanti finora non emersi.
-Ma usa le mani, ti minaccia?
Lina annuì ripetutamente.
-E i tuoi genitori?- chiese Elena
- Non sono contenti di Pompeo ma mi spingono ad avere pazienza....non sanno tutte le cose.
-Beh, è venuto il momento di dir loro tutto quello che devono sapere, poi si informeranno anche i carabinieri e si faranno tutti i passi necessari.
- Eh,andiamo piano...Prima devo parlare con Pompeo che non la prenderà bene, sono certa di questo.....non voglio nemmemo immaginare le scenate che farà e quello che dovrò passare.
-Veramente-incalzava Elena- dovrebbe bastare una sola frase :'Non ti voglio più' ma visto che il soggetto è veramente particolare si potrebbe organizzare un addio un pò insolito. Che ne diresti di farlo venire a casa tua e di invitare per la stessa ora tutti noi della 2^ A col pretesto di organizzare un lavoro per la scuola? Poi tu, davanti a tutti noi, gli dirai chiaro e tondo che di lui non ne vuoi sapere più niente e noi ti appoggeremo tirando un enorme sospiro di sollievo tale da scuotere la casa e lo spaventeremo un poco, sì, dovrà capire che non sei sola ma hai trenta guardiani pronti a difenderti. Se quel bastardo proverà a perseguitarti dovrà fare i conti con noi, non ti lasceremo sola, mai. Intanto, prima di ogni cosa, fallo per decenza, fatti una messa a punto cominciando dalla ceretta alle gambe, e torna la Lina che ci piaceva tanto.....E, mi raccomando, questa squallida storia non facciamola passare per una storia d'amore.



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Racconto scritto il 03/10/2016 - 09:40
Da Aurelia Strada
Letta n.1067 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Grazie di cuore,Antonio e lieta serata. Aurelia

Aurelia Strada 03/10/2016 - 22:23

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Bellissimo racconto letto volentieri.

antonio girardi 03/10/2016 - 18:11

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Grazie Millina, grazie Poeta per i vostri commenti gradevoli e graditi. Ad entrambi felice giornata.Ciaociao Aurelia

Aurelia Strada 03/10/2016 - 15:21

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ADESSO LA AVRAI LA PATENTE VISTO CHE LA PRATICA è FATTA OVVIAMENTE SCHERZO SONO BRUTTE E BRUTTI MOMENTI PIACIUTA 5*

POETA DELL'AMORE LUPO DELL'AMI 03/10/2016 - 12:09

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Bel racconto Aurelia, la sofferenza e l'umiliazione nonché la paura vissute da molte ragazze e donne a causa di "amori" sbagliati.
Spesso non si leggono i segnali, le avvisaglie della gelosia e della brutalità e queste creature si trovano in una strada senza uscita.
La tua Lina è stata fortunata ad avere una classe così, che ha sopperito alla comoda distrazione della sua famiglia, ma è nella solitudine e nell'indifferenza che purtroppo si consumano queste vite.
Ciao!

Millina Spina 03/10/2016 - 10:42

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