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Pomodoro - Seconda e ultima parte

3° capitolo - Ritorno a Auria


I due amici ringraziarono sentitamente, Arton tirò fuori il denaro e lo consegnò nelle mani di Eghin che si cimentò subito a contarlo.
«Mancherebbero 1000 Draghi ma non importa… le casse sono tutte vostre, vi faccio un grosso sconto, ma solo perché siete di Auria e vi manda Gedeom ed anche se non ho mai avuto il piacere di conoscerlo di persona, nutro ugualmente profonda stima per il vostro sovrano.»
Con l’aiuto del venditore, le molte casse di pomodoro furono caricate sul carro coperto e dopo aver stretto calorosamente la mano ai due, consegnò a loro un sacchettino marrone legato con uno spago.
«Ragazzi miei, mi raccomando, non scordatevi di dare anche questo a re Gedeom, e mandategli i miei saluti! Vi ringrazio e vi auguro buon viaggio di ritorno!» concluse cordialmente Eghin dimostrandosi una persona di buon cuore e di una affabilità fuori dal comune.
Una volta usciti dal regno di Zyon, i due amici andarono in una zona isolata oltre che sicura per potersi riposare fino all’indomani mattina, ma prima, di comune accordo decisero di assaggiare l’agognato frutto di colore rosso tanto desiderato dal loro re.
Ne presero un campione a testa e dopo averli lavati con dell’acqua, addentarono e masticarono in men che non si dica.
La loro faccia, fu delusa e schifata allo stesso tempo.
«Non mi piace, sai? Lo immaginavo di sapore dolciastro, non so... tipo caco o qualcosa del genere, invece è così acidulo!» si lamentò disgustato Symon e scaraventò lontano il pomodoro mordicchiato.
Arton non disse nulla, annui soltanto debolmente e a differenza dell’amico decise di finire il frutto rosso fino in fondo.
Dopo alcuni istanti, ci mancò poco che vomitasse, mostrandosi abbastanza frastornato.
«Sarà che il nostro palato non è abituato a codesto frutto, oppure è proprio il sapore che non è buono, non so, ma dobbiamo eseguire gli ordini del re e fargli recapitare ste porcherie!».
Symon trovò giusta l’affermazione dell’amico.
«Si, ti dò pienamente ragione. Sai che facciamo? Per evitare di farlo domattina e per anticipare i tempi, utilizziamo già da adesso lo spray in dotazione per spruzzarlo su questi “cosi” rossi in modo da preservarli, guarda, se dipendesse da me, li butterei tutti in quel ruscelletto davanti a noi...»
Arton, trovò più che giusta l’idea e si misero subito all’opera.
Per questioni igieniche presero una larga tovaglia e la posizionarono a terra svuotando i contenuti delle casse sopra di essa.
Pazientemente Arton e Symon spruzzarono con estrema precisione su ogni singolo pomodoro per poi rimettere nuovamente tutto a posto.
Verso sera inoltrata i due erano sfiniti, mangiarono qualcosa di leggero e andarono a dormire.
La mattina seguente come già avvenuto all’andata, partirono di buon’ora ripercorrendo all'inverso lo stesso tragitto.
Si stupirono del fatto che il ritorno si rilevò ancora più rilassante dell’andata, poiché a detta loro aver superato il bosco di Egon senza intoppi, significava aver praticamente lasciato il peggio alle spalle ma cantarono vittoria troppo presto.
Ai piedi della montagna di Aramo furono improvvisamente circuiti da una banda di briganti pronti e decisi a depredarli.
Erano in cinque, tutti vestiti e mascherati di nero, con in mano dei bastoni o dei randelli.
«Dateci tutto e subito, altrimenti vi massacreremo a dovere!» minacciò il capo della banda con voce dura.
I due avventurieri non si lasciarono intimorire dai cinque di manigoldi, anzi, nel loro inconscio non aspettavano altro di poter ingaggiare prima o poi qualche battaglia, essendo bravi combattenti ed avendo già sostenuto migliaia di scontri sapevano perfettamente come gestire situazioni del genere.
Non che avessero oro, soldi, o gioielli, ma solo un carro strapieno di pomodori, ma si risparmiarono di riferire ai balordi tale dettaglio, essendo gente ripugnante meritava soltanto di essere punita a dovere.
«Caro Arton finalmente un pò di azione! I bifolchi hanno in mano solo dei dei miseri pezzi di legno e poi son pure privi di armi da lancio, sarà un gioco da ragazzi sbarazzarci di loro… dico bene amico mio?» espose in maniera sprezzante Symon.
Quest’ultimo a pari merito dell’amico aveva coraggio da vendere, con la sola differenza che in più aveva una indole cauta e riflessiva.
«Concordo Symon, però non sottovalutiamoli, ti ricordo che siamo solo in due e loro in cinque, stavolta le armi bianche non servono, sarà uno scontro ad armi pari, anche noi useremo i nostri bastoni!»
Dopo averli analizzati a dovere aggiunse:
«Utilizzeremo la solita strategia, cioè colpirli un pò tutti e non concentrarci solo ed esclusivamente sul singolo, altrimenti ci faranno a pezzi!»
Symon sapeva più che bene la tattica da adottare, e sin dal primo incontro con i loschi figuri avvertì “prurito” alle mani, praticamente non vedeva l’ora di lanciarsi nella mischia.
«Iniziano le danze: caricaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!» gridò esaltato.
I briganti erano convinti di ottenere bottino facile, non si aspettarono neanche minimamente questa loro iniziativa, e fu così che si lanciarono all’attacco.
I due avventurieri lottarono come furie e grazie alla loro conoscenza ed esperienza nell’arte del combattimento, riuscirono a metterli tutti a tappeto senza causare vittime.
Symon e Arton ebbero soltanto alcuni graffi di poco conto, mentre il bilancio dei malviventi sconfitti fu il seguente:

Un brigante con la gamba slogata.
Un brigante ferito alla testa e con la mano fratturata.
Un brigante con un braccio rotto e tutti i denti davanti spezzati.
Un brigante con la spalla destra lussata.
L’ultimo brigante invece... si pisciò semplicemente addosso, il loro capo.

E fu proprio il capobanda che raccolse i suoi compari e li invitò a scappare.
«Via, via, viaaaaaaaaaa!!! Andiamocene da qui, questi due ci ammazzonooooooooo»!!!» e claudicanti batterono ritirata.
La coppia festeggiò la vittoria battendo il cinque, e dopo aver bevuto una buona quantità di acqua ed aver applicato qualche cerotto qua e là, ritornarono infine in marcia per risalire le montagne Aramo.
La salita, al contrario della discesa, si dimostrò particolarmene faticosa, ma per loro fortuna avevano due cavalli possenti, che con una forza inaudita e fuori dal comune riuscirono a trainare sorprendentemente il carro coperto portando carico e occupanti a destinazione.
Il tabellone di marcia fu rispettato nuovamente, i due amici impiegarono come all’andata una settimana esatta.


4° capitolo - Missione compiuta


Alle porte di Auria, il biondino Symon si rivolse con fare incerto al suo compagno.
«L’altra volta il re si è dimostrato troppo vago, il fatto è che sono troppo curioso di chiedergli cosa intende farne di questi pomodori senza peccare di invadenza!»
«A questo punto sono curioso anch’io!» gli fece eco Arton.
Una volta entrati nel regno, si avviarono immediatamente al Palazzo Reale, si fecero dapprima annunciare per poi accedere all’interno dei Magazzini Reali.
Il re appena saputo del loro ritorno, gli andò incontro e li abbracciò come un padre abbraccia i propri figli.
«Ben tornati ragazzi vi aspettavo con trepidazione, in questi giorni...» e non terminò la frase dal momento che posò lo sguardo sul carro coperto strapieno di cassette.
«Meraviglia delle meraviglie! Ma quanti pomodori e quanto sono belli! Ragazzi, vi chiedo un’ultimo sforzo. Prendete tutte le casse e portatele nel mio Laboratorio Reale! Vedete quella porta? Si tratta di un'ingresso che collega il magazzino con le cucine, dove sulla destra è adibita una porta di colore rossa, un locale a cui non ho mai fatto entrare nessuno, tranne in questo preciso istante voi due.
Arton e Symon si sentirono onorati sia per le parole del re e sia del fatto che avrebbero varcato la misteriosa stanza, ed eseguirono l’ordine impartito.
Il Laboratorio Reale, aveva un aspetto abbastanza somigliante con le Cucine Reali, con la sola differenza che vi erano presenti ampolle di tutte le grandezze, strumentazioni particolari e curiosi arnesi da cucina.
Da segnalare infine l’immancabile teca di libri di cucina di ogni genere e di ogni lingua, persino in elfico e in druido.
Una volta finite le operazioni di scarico, il sovrano li raggiunse nel Laboratorio Reale, dimostrandosi visibilmente contento e compiaciuto.
Prese alcuni pomodori in mano e restò soddisfatto del fatto che fossero in ottime condizioni, confermando che lo spray si dimostrò davvero efficace.
Symon estrasse dal suo zaino il sacchettino marrone legato con uno spago ottenuto da Eghin e lo porse al re.
«Sua maestà, Eghin colui che ci ha venduto i pomodori vi manda i suoi saluti e ci ha raccomandato espressamente di darle questo!»
Il re sorrise.
«Che gentile, chissà cosa conterrà?» e in maniera frenetica si mise a sfilacciarlo e in pochi secondi lo aprì.
All'interno dell'involucro trovò dei semini con alcuni fogliettini di carta scritti, e si cimentò subito a leggerli con attenzione.
«Questi semi servono per la semina dei pomodori, tra l'altro quel brav'uomo mi ha anche fornito le istruzioni necessarie per poterli coltivare e farli crescere a dovere.» disse felicissimo come un bambino e cominciò a saltellare allegramente.
«Visto che siamo in alta montagna, le terre di Auria non sarebbero indicate per coltivazione, ma non importa in quanto c'è la possibilità di sfruttare le mie Serre Reali, ed eventualmente posso sempre contare su Aeryn il mio mago botanico ed altri stretti collaboratori che mi aiuteranno senz’altro nell’impresa!» spiegò sempre più esaltato.
«Sua maestà, spero di non apparire indelicato e sfacciato, ma i pomodori precisamente come intendete utilizzarli?» gli domandò con Symon con tono rispettoso e deferente.
«Sei proprio curioso eh? Va bene, a voi due lo posso già dire: i pomodori verranno utilizzati principalmente per la pasta e per la pizza, poi più avanti vedrò di implementarli per altri piatti.» gli rispose sorridendo e prese un altro pomodoro qualsiasi tra le mani.
«Da questi frutti rossi, con la dovuta cottura è possibile ricavarne un liquido che ho battezzato “sugo”! Sarà un’autentica rivelazione in ambito culinario, me lo sento!» affermò con certezza.
Dopo questa confidenza, ad un occhio attento non sarebbero di certo sfuggite le facce sconcertate dei due avventurieri, ma Gedeom troppo preso dall’euforia non ci fece caso e dalla tasca nel frattempo estrasse qualcosa.
«Ecco le tessere che vi avevo promesso, potrete mangiare da oggi in poi per tutto l’anno intero dove volete e quando vorrete, mentre su quel tavolo ci sono cinquemila Draghi a testa, prendeteli!»
Arton e Symon non se lo fecero ripetere due volte e lo ringraziarono sentitamente.
«E adesso scusate… ma vorrei mettermi subito all’opera, siete stati magnifici, vi sono e vi sarò sempre molto riconoscente, passami a trovare di tanto in tanto! A presto ragazzi!» li congedò Gedeom di fretta e furia.
Quest’ultimi salutarono il loro sovrano e uscirono dal Palazzo Reale.
Una volta fuori dalla reggia, Symon manifestò a voce alta tutto il suo disgusto ad Arton.
«Il pomodoro sulla pasta? Bleah! E il pomodoro sulla pizza? Che schifooooo! Ti ricordi quando ne abbiamo assaggiato uno? Semplicemente rivoltante!»
«Che ci puoi fare? Ormai ha una certa età, si vede che sta cominciando a perdere colpi, e poi quella cosa del “suco” o del “suggo!" Con tutto il rispetto che ho per il re, credo sia inutile negare che stavolta ha toppato ancora prima di cominciare.» espose Arton abbastanza titubante.
Decisero di troncarla lì e di cambiare discorso, alla fin fine il Sovrano di Auria poteva cucinare ciò che voleva, anche i sassi.
«Ehi amico, ascolta. Torniamo a casa, ci diamo rinfrescata, ci riposiamo e poi stasera sul tardi potremmo andare a mangiare al “Gedeom Crown”, lì fanno della pasta spettacolare, per non parlare delle pizze al formaggio a dir poco divine, che ne dici?» propose Arton.
«Ottima idea amico mio, vada per il “Gedeom Crown”! Con queste tessere ci possiamo sbizzarrire alla grande! Non è da tutti poter andare a mangiare in uno dei più cari e raffinati ristoranti del regno!» gli rispose Symon entusiasta.
I due si salutarono battendo il cinque, con la promessa di rivedersi in serata per una cena da nobili.
Otto mesi dopo, Auria cambiò soprannome, da ”Il Regno del Gusto” diventò “Il Regno Planetario del Gusto.”
Avvenne anche un cambiamento in Symon e Arton che col tempo dovettero ricredersi, rivalutando positivamente il pomodoro e che anche crudo non era affatto male.




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Racconto scritto il 05/10/2016 - 20:41
Da Giuseppe Scilipoti
Letta n.1302 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


Ciao Santa, si tratta di uno dei miei pochi fantasy della mia attuale produzione, un racconto nato casualmente perché ho immaginato un mondo senza pomodoro. Insomma così, doveva essere un piccolo scritto ma poi mi sono lasciato andare alla fantasia che ha fatto sì che ne uscisse questo "polposo" componimento.
Sono molto contento che hai provato "gusto" nel leggerlo e per il tempo che hai speso. Forse un giorno ne potrei trarne un romanzo.
PS. No, nessuna Scardino tra i miei parenti.

Giuseppe Scilipoti 25/12/2018 - 23:16

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Mi sono molto divertita a leggere questo racconto.Ti posso chiedere come è nata quest'idea mi riferisco al pomodoro.?
Sono contenta che tu abbia scelto un alimento che ci rappresenta, pasta e pizza. Traggo, inoltre, da questo racconto una morale come nelle favole e cioè : prima di giudicare le cose e perchè no anche le persone, bisogna conoscerle. L'ho già detto che sie bravo ?....si beh..te lo ripeto. Ciao.
Ah! Poi se mi permetti volevo chiederti..hai una cugina col mio stesso cognome? Saluti.

santa scardino 25/12/2018 - 22:24

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Grazie Ilario come sempre faccio del mio meglio per darvi in 'pasto' qualcosa di buono

Giuseppe Scilipoti 09/10/2016 - 12:07

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Racconto davvero esilerante mi ha divertito moltissimo. Ben strutturato i miei rinnovati complimenti

Ilario Lekin 09/10/2016 - 09:00

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Flavia innanzitutto chiamami per nome ovvero Giuseppe, niente Scilipoti, lo trovo più diretto più amichevole e meno da caserma
Si sto su Facebook ma tieni presente che non lo uso tantissimo. Ad ogni modo ti ho mandato il link in privato. Sono iscritto da poco qui magari più avanti nella mia biografia autore lo metto pubblico, per adesso preferisco mandare il link del mio profilo a chi me lo richiede Grazie per l'interessamento, fammi sapere se ti è arrivato il messaggio e una volta che farai richiesta del mio contatto FB ti aggiungerò.

Giuseppe Scilipoti 08/10/2016 - 11:41

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Grazie Loris!!! Come canta Rita Pavone, in una celebre canzone? Viva la pa-pa-pappa / Col po-po-po-po-po-po-pomodoro /
Quindi viva la pappa ma anche il pomodoro, oppure viva entrambi

Giuseppe Scilipoti 08/10/2016 - 11:35

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Letti entrambi e... molto divertente la storia. Non credo che il pomodoro abbia mai avuto un'ode così ben fatta.
Buona giornata Giuseppe.

Loris Marcato 08/10/2016 - 10:17

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mi piacerebbe interagire con te in maniera un po meno complicata, non sei su Facebook ?

Flavia Spadiliero 08/10/2016 - 10:06

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Grazie di cuore Marirosa e e Flavia. I vostri commenti mi esortano a continuare a scrivere altri componimenti. Sono davvero soddisfatto nell'essere riuscito a scrivere qualcosa di buono. Un abbraccio e un bacio a tutti e due

Giuseppe Scilipoti 08/10/2016 - 09:18

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caro Scilipoti, sei unico e il tuo Pomodoro mi ha divertita tantissimo.Mi ricorda la vera storia del pomodoro usato come pianta ornamentale e ritenuto velenoso. E le cucine stracolme di libri di ricette sembrano la mia cucina che dopo la distruzione della mia biblioteca è quanto rimane.Mi sei piaciuto tantissimo

Flavia Spadiliero 08/10/2016 - 08:23

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Racconto molto carino e scorrevole! 5*

Marirosa Tomaselli 07/10/2016 - 15:37

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