La ROSA
La strada era deserta. Camminava a testa bassa, forse i pensieri le impedivano di cercare con gli occhi nuove immagini e altri piedi. Stringeva tra le mani una rosa appassita color crema. Si sentiva come quella rosa tra le sue mani. Era stata recisa e portata via dalla sua terra, era stata sistemata in uno splendido vaso lucente colmo di acqua purissima, e annusata ogni mattina, fino a quando non si erano accorti che qualche petalo aveva iniziato a staccarsi e ad appoggiarsi sulla tavola. Allora avevano deciso di sostituirla con un' altra rosa, magari di colore differente, e così l'avevano gettata dal terzo piano, sull'asfalto. Lei aveva osservato il volo della rosa, l'aveva vista schiantarsi al suolo, perdere altri petali, confondere il suo delicato profumo con quello delle cicche di sigaretta accanto a lei. D'istinto era corsa a raccoglierla, ed ora non voleva abbandonarla. L'avrebbe portata con sé, e ne avrebbe conservato i petali tra le pagine di un libro amato. Non l'aveva trovata per puro caso, era tra le sue mani perché era un essere simile a lei, che della sua bellezza un giorno si sarebbe liberata, e non sarebbe più stata amata. La rosa gialla, tra le mani di una rosa rossa d'amore e di rabbia, bianca di purezza e nera di tristezza ed eleganza. Un giorno sarebbe stata libera anche lei, e magari qualche anima sensibile le avrebbe fatto una carezza sincera, e l'avrebbe accompagnata per mano in un giardino invisibile ai più pieno di meraviglie inesplorate. Un giorno avrebbe finalmente visto come splendono le lacrime alla luce del sole, e non avrebbe avuto più paura del buio nascosto nelle stanze della sua casa. Lei che da bambina danzava sotto la pioggia ridendo e alzando le braccia al cielo. Lei che da donna alzava il viso verso la pioggia e apriva la bocca per esserne baciata e chiudeva gli occhi per mescolare le proprie lacrime a quelle del cielo. Arrivò davanti alla porta di casa, disegnò un sorriso sulle labbra color vermiglio, sussurrò con tristezza alla rosa " Arrivate amica mia", ma non riuscì ad aprire la porta. Le mani le tremavano,le chiavi le cadevano. Infine si voltò e prese a correre più veloce che poteva. Correva senza sapere dove sarebbe andare, mentre l'elastico scivolava dai suoi capelli come i petali dalla sua rosa, liberandoli nel vento come fossero farfalle, e la sciarpa si librava nell'aria uggiosa del pomeriggio sprigionando tutto attorno il suo profumo di ambra. Si fermò davanti a un immenso salice piangente e si inginocchiò adagio poggiando le ginocchia su minuscoli sassi e fili d'erba, e in quell'istante capi' che non sarebbe mai più stata la stessa, e la sua casa non sarebbe stata né la tomba della rosa ormai senza petali, nè la sua. Il giorno che tanto aveva aspettato era proprio quello, il giorno della sua LIBERTA'.
Maddalena.
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Straordinario racconto, Maddalena.
Serena settimana.
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