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= Poesia
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Scenari

Sulla strada c’era molta gente,si arrabbatava.Coperte, panni,molti tessuti.
Era finita un era,si doveva uscire di casa,stare all’aperto.
Tutte le certezze,i sogni,le menzogne,erano lì.
Non si potevano più nascondere.
Costruire su distese di rifiuti e cemento armato era un po’ improbabile.
Ferro dappertutto,non troppo salutare come materiale.
Qualcuno era allegro,non ce la faceva più a vivere nel vecchio sistema.
Sempre miserabile senza troppi contatti non era poi granchè la sua vita.
Aveva delle idee nella catastrofe,i monti erano sempre lì,l’acqua c’era si poteva fare qualcosa.
Con tutti i rifiuti che c’erano si potevano fare cose, il problema era l’angoscia generale.
Dopo anni di inutilizzo del cervello e degli arti le persone erano disorientate.
Abituate ad essere gestite, al poco uso cerebrale, potevano essere pericolose.
Donne, volevano andare via. Il percorso non era lungo si poteva arrivare al verde in altitudine.
Per il momento poteva andare bene poi si sarebbe intrapreso un lavoro con le macerie.
Lì avrebbero potuto organizzarsi,riflettere, e temporaneamente sopravvivere.
Gli uomini potevano seguirle e aiutarle con i lavori più pesanti.
Temporanemente dovevano farlo di insediarsi in qualche zona fertile,poi sarebbero tutti tornati nelle città,
per ripulire le zone e costruire nuovi palazzi.
Poteva essere possibile non morire. Sopravvivere.
Sole nuovo,sole blu,intenso potente e stabile.
VISIONE IMMENSA.



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Racconto scritto il 24/11/2016 - 18:23
Da Daniele Foglini
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