La tengo stretta nella mano … la mia ricetta. La guardo … il mio nome è scritto li, sì sono proprio io … chi lo avrebbe detto :” Si richiede una Tomografia Assiale Computerizzata” ,anche detta: TAC. Già ,tic tac … tic tac … lo scandire del’orologio, il tempo che passa … tic tac ..il mio tempo che passa … quanto sarà.?.
“ Scusi è qui che devo aspettare il turno? ” sento, come un eco lontano la mia voce, che chiede informazioni all’infermiera, mentre altri occhi mi guardano sospetti ,mi scrutano … allarmati sembrano dirmi : ” chi ti credi d’essere non pensare di scavalcare il turno, c’ero prima io “ … ma la mia mente è persa ..insegue i suoi pensieri ..-sente solo scandire il suo tic tac … quanto tempo m’è rimasto … tic tac … tic tac … ed il tempo và .
Due ore circa mi ha detto l’infermiera … mi guardo attorno cercando un posto dove sedermi .
C’è una mamma vicino alla porta d’entrata ,il suo bambino non ha più i capelli,ha gli occhi azzurri con un espressione triste,un espressione di dolore. I bambini non dovrebbero avere quello sguardo triste e grave .. come chi, della vita ha conosciuto solo il trantran, d’un andirivieni d’ospedale … e di speranze, giochi e giostre non ha più … un nodo mi si forma alla gola,mentre vedo la mamma fargli una carezza su quel capo senza ricci, mentre con un sorriso dolce gli porge una merendina . Tic tac e la mente và. Mi sembrava ieri che correvo con la palla nello spiazzo davanti casa mia … e mia madre mi gridava: “ Vittoria, sta attenta, puoi cadere .. poi devo portarti all’ospedale! ” .
Mamma mia,che dolce che eri …. mamma mia, quanto mi manchi! Ora ,ci son venuta da sola all’ospedale, avrei tanto bisogno della tua carezza del tuo sorriso,ora … ora, che ho tanta paura ,e la tua mano non è più nella mia … e non si tratta d’una sbucciatura al ginocchio. Tic tac .. tic tac … cerco di non pensare,sposto con la mano i ricci sulla fronte … e senza farmi vedere ..m’asciugo gli occhi. Mi guardo attorno, c’è un posto lì vicino a quella coppia di vecchietti .Lei e carinissima, seduta composta col suo braccio infilato sotto a quello del marito, lo tiene per mano con discrezione come a dirgli “ insieme affronteremo ogni cosa,come sempre insieme, sono qui, ti sto vicino” … col suo cappellino d’altri tempi e con quel fiore che le ferma la piccola tesa … un ciuffetto di capelli candidi le esce frivolo e birichino vicino all’orecchio .Lui è lì, sembra nutrirsi di quel contatto che lo rassicura,come un bimbo impaurito e stanco, senza parlare si dicon tutto in quella stretta che parla d’un comune ed intimo sentire … chissà cos’ha e perché è qui ! Mi vado a sedere accanto a loro. Cerco nella borsetta ..una caramella qualcosa, mi sento un nodo forte alla gola e l’ansia un po’ mi prende e quel tic tac ..non smette,mi martella nella mente . Rivedo lo sguardo corrucciato di Massimo il medico di famiglia, mentre mi dice: “ Vittoria voglio capire bene,c’è un addensamento sottoascellare … è troppo esteso , voglio vederci chiaro,non ti allarmare,non sarà nulla. Ma vai domani,da questo amico mio,vedrai ti visiterà subito … sai meglio esser certi “ … Già niente di grave,non sarà nulla! Ripenso, a quante volte il dolore era stato così forte,a quante volte mi son detta:” macché non ci pensare sarà il deodorante,o sarà una di quelle puntine sottopelle … che vuoi che sia..è un po’ d’infiammazione” . Ed ora sono qua ripenso alla voce di Massimo … poi,mi dico: se non è niente perché ha voluto telefonare lui stesso al suo amico … tic tac … tic tac … mi riempie la mente e il cuore … tic tac. Mi accorgo adesso,di una ragazza; avrà forse una quindicina d’anni, è seduta di fronte a me, oscilla nervosamente la gamba accavallata mentre con le dita sembra tormentare attorcigliandola una ciocca dei lunghi capelli biondi … osserva un ragazzo poggiato sul muro all’entrata della grande sala d’attesa ,sembra imbronciato ed infastidito, getta il mozzicone di una sigaretta schiacciandola con la punta della scarpa . Non riesco a capire chi dei due debba essere visitato . Da una stanza esce un infermiera pronuncia il nome di una donna … uno sguardo veloce , triste e disperato della ragazza bionda al ragazzo imbronciato, sembra un grido silenzioso d’aiuto, lui volge il capo la guarda impietrito e poi torna a guardare fuori indifferente. Malinconica e triste la ragazza si avvia verso l’ambulatorio di ginecologia . Ho subito pensato ad un possibile aborto … un dolore forte alla bocca dello stomaco mi attanaglia ed ho voglia di andar via … di non essere qui .Giovani ancor prima di comprendere veramente cos’è la vita procurano morte a chi vuole vita ! Ecco mi chiamano ..raccolgo i miei referti e la borsetta,deglutisco e cerco di apparire serena e tranquilla ..ma un tumulto di pensieri ed ansia si muovono nella mia mente . Impacciata entro e mi seggo. Rispondo alle domande preliminari del medico … sembra avere un aria professionale e tutto attorno è scelto con cura .Mi guardo in giro,cercando di restar serena , mentre lui esamina le cartelle cliniche … il rumore dei fogli ed il suo silenzio accrescono la mia ansia … si alza dalla sedia e m’invita a sdraiarmi sul lettino … mi chiede di non respirare mentre il braccio del macchinario scorre su di me … che strano risento il tic tac mentre i raggi scandagliano il mio corpo immobile … l’esame è finito,mi rialzo … mi dicono di passare tra una settimana per ritirare l’esito . In silenzio e con un po’ d’imbarazzo … raccolgo le mie cose, saluto ed esco dall’ambulatorio … con la sensazione che tutto andrà bene … che si,alla fine tutto si dissolverà come neve al sole . Una settimana e saprò … una lunga settimana d’ansia … mi chiedo come farò a resistere alla tensione … resterò in stand- by per sette lunghi giorni ! Risento il dolore sotto il braccio e mi chiedo se davvero non sarà niente di grave … Ed i ma … i se affollano la mente. Tic tac … tic tac e la mente corre e và …. La metterò in stand-by!
“ Scusi è qui che devo aspettare il turno? ” sento, come un eco lontano la mia voce, che chiede informazioni all’infermiera, mentre altri occhi mi guardano sospetti ,mi scrutano … allarmati sembrano dirmi : ” chi ti credi d’essere non pensare di scavalcare il turno, c’ero prima io “ … ma la mia mente è persa ..insegue i suoi pensieri ..-sente solo scandire il suo tic tac … quanto tempo m’è rimasto … tic tac … tic tac … ed il tempo và .
Due ore circa mi ha detto l’infermiera … mi guardo attorno cercando un posto dove sedermi .
C’è una mamma vicino alla porta d’entrata ,il suo bambino non ha più i capelli,ha gli occhi azzurri con un espressione triste,un espressione di dolore. I bambini non dovrebbero avere quello sguardo triste e grave .. come chi, della vita ha conosciuto solo il trantran, d’un andirivieni d’ospedale … e di speranze, giochi e giostre non ha più … un nodo mi si forma alla gola,mentre vedo la mamma fargli una carezza su quel capo senza ricci, mentre con un sorriso dolce gli porge una merendina . Tic tac e la mente và. Mi sembrava ieri che correvo con la palla nello spiazzo davanti casa mia … e mia madre mi gridava: “ Vittoria, sta attenta, puoi cadere .. poi devo portarti all’ospedale! ” .
Mamma mia,che dolce che eri …. mamma mia, quanto mi manchi! Ora ,ci son venuta da sola all’ospedale, avrei tanto bisogno della tua carezza del tuo sorriso,ora … ora, che ho tanta paura ,e la tua mano non è più nella mia … e non si tratta d’una sbucciatura al ginocchio. Tic tac .. tic tac … cerco di non pensare,sposto con la mano i ricci sulla fronte … e senza farmi vedere ..m’asciugo gli occhi. Mi guardo attorno, c’è un posto lì vicino a quella coppia di vecchietti .Lei e carinissima, seduta composta col suo braccio infilato sotto a quello del marito, lo tiene per mano con discrezione come a dirgli “ insieme affronteremo ogni cosa,come sempre insieme, sono qui, ti sto vicino” … col suo cappellino d’altri tempi e con quel fiore che le ferma la piccola tesa … un ciuffetto di capelli candidi le esce frivolo e birichino vicino all’orecchio .Lui è lì, sembra nutrirsi di quel contatto che lo rassicura,come un bimbo impaurito e stanco, senza parlare si dicon tutto in quella stretta che parla d’un comune ed intimo sentire … chissà cos’ha e perché è qui ! Mi vado a sedere accanto a loro. Cerco nella borsetta ..una caramella qualcosa, mi sento un nodo forte alla gola e l’ansia un po’ mi prende e quel tic tac ..non smette,mi martella nella mente . Rivedo lo sguardo corrucciato di Massimo il medico di famiglia, mentre mi dice: “ Vittoria voglio capire bene,c’è un addensamento sottoascellare … è troppo esteso , voglio vederci chiaro,non ti allarmare,non sarà nulla. Ma vai domani,da questo amico mio,vedrai ti visiterà subito … sai meglio esser certi “ … Già niente di grave,non sarà nulla! Ripenso, a quante volte il dolore era stato così forte,a quante volte mi son detta:” macché non ci pensare sarà il deodorante,o sarà una di quelle puntine sottopelle … che vuoi che sia..è un po’ d’infiammazione” . Ed ora sono qua ripenso alla voce di Massimo … poi,mi dico: se non è niente perché ha voluto telefonare lui stesso al suo amico … tic tac … tic tac … mi riempie la mente e il cuore … tic tac. Mi accorgo adesso,di una ragazza; avrà forse una quindicina d’anni, è seduta di fronte a me, oscilla nervosamente la gamba accavallata mentre con le dita sembra tormentare attorcigliandola una ciocca dei lunghi capelli biondi … osserva un ragazzo poggiato sul muro all’entrata della grande sala d’attesa ,sembra imbronciato ed infastidito, getta il mozzicone di una sigaretta schiacciandola con la punta della scarpa . Non riesco a capire chi dei due debba essere visitato . Da una stanza esce un infermiera pronuncia il nome di una donna … uno sguardo veloce , triste e disperato della ragazza bionda al ragazzo imbronciato, sembra un grido silenzioso d’aiuto, lui volge il capo la guarda impietrito e poi torna a guardare fuori indifferente. Malinconica e triste la ragazza si avvia verso l’ambulatorio di ginecologia . Ho subito pensato ad un possibile aborto … un dolore forte alla bocca dello stomaco mi attanaglia ed ho voglia di andar via … di non essere qui .Giovani ancor prima di comprendere veramente cos’è la vita procurano morte a chi vuole vita ! Ecco mi chiamano ..raccolgo i miei referti e la borsetta,deglutisco e cerco di apparire serena e tranquilla ..ma un tumulto di pensieri ed ansia si muovono nella mia mente . Impacciata entro e mi seggo. Rispondo alle domande preliminari del medico … sembra avere un aria professionale e tutto attorno è scelto con cura .Mi guardo in giro,cercando di restar serena , mentre lui esamina le cartelle cliniche … il rumore dei fogli ed il suo silenzio accrescono la mia ansia … si alza dalla sedia e m’invita a sdraiarmi sul lettino … mi chiede di non respirare mentre il braccio del macchinario scorre su di me … che strano risento il tic tac mentre i raggi scandagliano il mio corpo immobile … l’esame è finito,mi rialzo … mi dicono di passare tra una settimana per ritirare l’esito . In silenzio e con un po’ d’imbarazzo … raccolgo le mie cose, saluto ed esco dall’ambulatorio … con la sensazione che tutto andrà bene … che si,alla fine tutto si dissolverà come neve al sole . Una settimana e saprò … una lunga settimana d’ansia … mi chiedo come farò a resistere alla tensione … resterò in stand- by per sette lunghi giorni ! Risento il dolore sotto il braccio e mi chiedo se davvero non sarà niente di grave … Ed i ma … i se affollano la mente. Tic tac … tic tac e la mente corre e và …. La metterò in stand-by!
Racconto scritto il 21/01/2013 - 13:38
Da Carla Davì
Letta n.1279 volte.
Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Antonio,ti chiedo scusa,per non aver letto e risposto prima al tuo bel commento ... grazie,per i tuoi complimenti.
Purtroppo è vero,la vita sembra scorrere tranquilla ... e quasi di nascosto sembra tramare a nostra insaputa ... viene a ghermire quel sereno tran tran di quieto vivere,stravolgendone i giorni... il corso ...rimane, solo di mettere in pausa l'ansia aspettando e sperando in un responso che ne alleggerisca il peso. Grazie ancora ...
Purtroppo è vero,la vita sembra scorrere tranquilla ... e quasi di nascosto sembra tramare a nostra insaputa ... viene a ghermire quel sereno tran tran di quieto vivere,stravolgendone i giorni... il corso ...rimane, solo di mettere in pausa l'ansia aspettando e sperando in un responso che ne alleggerisca il peso. Grazie ancora ...
Carla Davì 31/01/2013 - 14:52
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che dire...è la vita...questa è la frase ricorrente per chi non c'è dentro...a volte si assiste impotenti e si vorrebbe fare qualcosa...a volte ci si sente annullati..dovremmo essere sempre pronti e invece non lo siamo mai...il tuo racconto rispecchia una situazione sempre più critica e lo fai con una significativa e profonda commozione e stato d'animo...anche questa volta hai dato il tuo contributo di parole, gradevoli quasi come a sentire la voce che racconta..mi complimento.ciao.brava!antonio
antonio giraldo 25/01/2013 - 17:22
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