Dicono che Arte sia creare del bello.
Dicono che Arte sia immaginare.
Dicono che Arte sia sognare.
Dicono che l'arte sia per pochi.
Gli altri lo dicono, io no. Io non lo faccio perché, semplicemente, non la penso così.
L'arte non si può definire.
Ma, infondo, cosa si può definire senza apporre un limite alla definizione stessa di quel qualcosa?
Ecco perché ci provo comunque, ci provo proprio perché non posso, ci provo perché l'arte può tutto, e più una cosa è sbagliata, più lei la fa.
L'arte è occhio, l'arte è parola. Occhio per osservare, parola per riferire. So già che questa definizione sembra di parte. Ma lasciate che ve la spieghi prima di giudicare.
L'arte è occhio per osservare e parola per riferire. Osservare quello che tutti vedono senza guardare, riferire quello che tutti pensano senza realizzare.
E per osservare non serve la vista. Come per riferire non serve la voce.
Con la vista si vede, con la sensibilità si osserva. Con la voce si parla, con la sensibilità si riferisce.
E in questo mondo d'arte tutto rappresenta quello che sembra, ma nulla sembra quello che rappresenta. Tutto assume una forma nuova, mai assunta o immaginata prima d'ora, ma che, in fin dei conti, è la semplice e nuova configurazione che i pensieri e sentimenti di tutti assumono in maniera inedita. Come la parola è la semplice combinazione di lettere che tutti conoscono. Ma una parola non è mai un semplice insieme di suoni, una parola è, prima di tutto, una Realtà nuova.
Ecco perché una parola nuova è la vera Arte. E non importa che essa sia fatta di suoni, di lettere, di colori, di materiali, di movimenti o di silenzi. Importa solo che essa comunichi. Che comunichi qualcosa che tutti conoscono e sentono. Che spieghi quello che tutti sanno, senza la coscienza di sapere. Come la grammatica o la matematica, che cercano la regola unica che si cela dietro le mille applicazioni. Ma con una piccola, enorme differenza: qui nulla avviene scientificamente, tramite un processo induttivo. Non c'è analisi, non c'è stima. Non ci sono basi pratiche da cui partire. L'osservazione non è mai realistica, pur essendo reale. Le rappresentazioni sono prospettive, reazioni, sentimenti ed emozioni vere, forse più vere dei fatti, ma mai realtà.
La realtà gli artisti nemmeno sanno cosa sia. Di essa conoscono solo ciò che essa trasmette, ma ciò che la realtà trasmette non è, in fin dei conti, essa stessa la realtà? Se così fosse, mi sono appena contraddetta.
Ma ecco cosa è l'arte. L'arte è contraddizione.
Questa è la mia unica definizione, dimenticate le precedenti.
Ora giudicate la mia visione, se volete.
Distruggetela, se riuscite.
Ma vi sfido a contraddirmi.
Non potete.
Perché, così facendo, mi dareste solo ragione e, ai miei occhi, sareste più artisti di me.
Dicono che Arte sia immaginare.
Dicono che Arte sia sognare.
Dicono che l'arte sia per pochi.
Gli altri lo dicono, io no. Io non lo faccio perché, semplicemente, non la penso così.
L'arte non si può definire.
Ma, infondo, cosa si può definire senza apporre un limite alla definizione stessa di quel qualcosa?
Ecco perché ci provo comunque, ci provo proprio perché non posso, ci provo perché l'arte può tutto, e più una cosa è sbagliata, più lei la fa.
L'arte è occhio, l'arte è parola. Occhio per osservare, parola per riferire. So già che questa definizione sembra di parte. Ma lasciate che ve la spieghi prima di giudicare.
L'arte è occhio per osservare e parola per riferire. Osservare quello che tutti vedono senza guardare, riferire quello che tutti pensano senza realizzare.
E per osservare non serve la vista. Come per riferire non serve la voce.
Con la vista si vede, con la sensibilità si osserva. Con la voce si parla, con la sensibilità si riferisce.
E in questo mondo d'arte tutto rappresenta quello che sembra, ma nulla sembra quello che rappresenta. Tutto assume una forma nuova, mai assunta o immaginata prima d'ora, ma che, in fin dei conti, è la semplice e nuova configurazione che i pensieri e sentimenti di tutti assumono in maniera inedita. Come la parola è la semplice combinazione di lettere che tutti conoscono. Ma una parola non è mai un semplice insieme di suoni, una parola è, prima di tutto, una Realtà nuova.
Ecco perché una parola nuova è la vera Arte. E non importa che essa sia fatta di suoni, di lettere, di colori, di materiali, di movimenti o di silenzi. Importa solo che essa comunichi. Che comunichi qualcosa che tutti conoscono e sentono. Che spieghi quello che tutti sanno, senza la coscienza di sapere. Come la grammatica o la matematica, che cercano la regola unica che si cela dietro le mille applicazioni. Ma con una piccola, enorme differenza: qui nulla avviene scientificamente, tramite un processo induttivo. Non c'è analisi, non c'è stima. Non ci sono basi pratiche da cui partire. L'osservazione non è mai realistica, pur essendo reale. Le rappresentazioni sono prospettive, reazioni, sentimenti ed emozioni vere, forse più vere dei fatti, ma mai realtà.
La realtà gli artisti nemmeno sanno cosa sia. Di essa conoscono solo ciò che essa trasmette, ma ciò che la realtà trasmette non è, in fin dei conti, essa stessa la realtà? Se così fosse, mi sono appena contraddetta.
Ma ecco cosa è l'arte. L'arte è contraddizione.
Questa è la mia unica definizione, dimenticate le precedenti.
Ora giudicate la mia visione, se volete.
Distruggetela, se riuscite.
Ma vi sfido a contraddirmi.
Non potete.
Perché, così facendo, mi dareste solo ragione e, ai miei occhi, sareste più artisti di me.
Racconto scritto il 07/02/2017 - 00:39
Da Vera Serrau
Letta n.1202 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Scorrevole quanto superlativo seguitato letterario.
Lieta giornata, Vera.
*****
Lieta giornata, Vera.
*****
Rocco Michele LETTINI 07/02/2017 - 10:51
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a te rinnovo il benvenuta in questa pagina condividi con gli altri i tuoi pensieri e gli altri lo faranno con te, bel racconto 5*
GIANCARLO LUPO POETA DELL'AMO 07/02/2017 - 09:48
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