Erano le 22:22 di venerdì sera.
Il nostro appuntamento era fissato per le 22:30 al nostro solito posto.
Sentivo ansia mista a paura. Paura di non piacere, paura di dire qualche stupidaggine. I miei capelli di colpo non andavano più bene, il rossetto, guardandomi con la fotocamera interna dell'iphone, era messo male. Mentre aspettavo che arrivasse, seduta in un gradino, cercavo la posizione più disinvolta possibile, mandando messaggi alle mie amiche per smorzare l'ansia. Mi chiedevo se fosse stato meglio che lui mi avesse visto col cellulare in mano o mentre fumavo una sigaretta. Nel dubbio, con una mano tenevo il cellulare con l'altra fumavo una le mie amate camel blu.
22:31
eccolo arrivare. Scende dalla macchina, mi saluta con i soliti due baci. Noto di essere molto più bassa di lui.
Momento di imbarazzo generale. Mi siedo nuovamente sullo stesso gradino, lasciando un po' di spazio anche per lui.
L'imbarazzo svanisce facilmente dato il suo essere così solare, movimentato, quasi iperattivo.
Abbiamo cominciato a parlare. Dalla cosa più stupida passavamo alla cosa più seria e viceversa. Era forse mezzanotte quando si avvicinò per baciarmi. Mi baciava toccandomi il viso, i capelli e io non pensavo più a nulla. Tutti i dubbi, tutte le perplessità, tutti gli interrogativi, i pensieri che fino a quel momento mi ero posta, sono magicamente svaniti. Poco dopo, ci siamo spostati all'interno della sua macchina.
2:30, ero a casa ed ero felice.
I miei capelli erano tornati alla normalità e del rossetto non c'era più traccia.
Il nostro appuntamento era fissato per le 22:30 al nostro solito posto.
Sentivo ansia mista a paura. Paura di non piacere, paura di dire qualche stupidaggine. I miei capelli di colpo non andavano più bene, il rossetto, guardandomi con la fotocamera interna dell'iphone, era messo male. Mentre aspettavo che arrivasse, seduta in un gradino, cercavo la posizione più disinvolta possibile, mandando messaggi alle mie amiche per smorzare l'ansia. Mi chiedevo se fosse stato meglio che lui mi avesse visto col cellulare in mano o mentre fumavo una sigaretta. Nel dubbio, con una mano tenevo il cellulare con l'altra fumavo una le mie amate camel blu.
22:31
eccolo arrivare. Scende dalla macchina, mi saluta con i soliti due baci. Noto di essere molto più bassa di lui.
Momento di imbarazzo generale. Mi siedo nuovamente sullo stesso gradino, lasciando un po' di spazio anche per lui.
L'imbarazzo svanisce facilmente dato il suo essere così solare, movimentato, quasi iperattivo.
Abbiamo cominciato a parlare. Dalla cosa più stupida passavamo alla cosa più seria e viceversa. Era forse mezzanotte quando si avvicinò per baciarmi. Mi baciava toccandomi il viso, i capelli e io non pensavo più a nulla. Tutti i dubbi, tutte le perplessità, tutti gli interrogativi, i pensieri che fino a quel momento mi ero posta, sono magicamente svaniti. Poco dopo, ci siamo spostati all'interno della sua macchina.
2:30, ero a casa ed ero felice.
I miei capelli erano tornati alla normalità e del rossetto non c'era più traccia.
Racconto scritto il 12/03/2017 - 03:02
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Commenti
Penso sia stata un'atmosfera buona voi due e basta! per un raggiungimento ottimale poi ovunque puo'accadere;ma leggendo,se era il solito posto d'incontro è stato ancora più forte perche d' ora in poi in voi quel posto quel gradino ha una traccia una ragione in piu. Visto che si parla di gradini anche io qui scrivo la intenderei come una storia da salirla insieme quella scala e nei momenti scendere e poi risalire sempre insieme. Comunque mi è piaciuto ;)
emanuele zaghini 20/08/2019 - 22:00
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