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Coppia che scoppia

Potremmo essere una bella famiglia se non fosse per la testardaggine di mio marito, siamo persone perbene e oneste, abbiamo una bella casa e una figlia appena nata, che per me è la cosa più bella del mondo, per lei sono disposta a qualunque sacrificio. Una situazione in cui ci sto dentro in modo talmente scontato e vivo così di corsa, con i ritmi sfrenati, che non mi soffermo più a valutarne il senso o l’importanza. Eppure è importante, che senza ne morirei. A guardarla dal di fuori è perfetta; ciononostante viverla è faticosissimo. Spesso mi ritrovo a pensare di non farcela, che le incombenze sono troppe e che non sono in grado di cavarmela. Entrano in ballo tante forze e direzionarle tutte per lo stesso verso è difficile, soprattutto soddisfare i bisogni della piccina e le esigenze di mio marito, che rivendica uno spazio tutto suo per gestire i suoi svaghi e le sue aspirazioni. A me il compito di gestire i tempi perché tutto sia portato a termine, a fine giornata. Mi succede allora, di tanto in tanto, di sentirmi satura e di avercela con tutto e tutti e la netta impressione che non ci sia abbastanza tempo da dedicarmi, né la comprensione dei miei per la tenacia con cui, comunque, porto avanti la famiglia. E’ il momento in cui entro in crisi: sono di malumore e di sicuro non trasmetto serenità né senso materno. Avrei bisogno anch’io delle coccole e di un gesto o una carezza che non sono proprio a portata di mano. Per fortuna con un po’ di buona volontà ritrovo facilmente l’equilibrio e la forza me la dà la mia piccina, che è tale da far sopportare ogni fatica. Ho sempre lavorato, ma da quando ho avuto la bambina, ho dovuto lasciare il lavoro, anche se avendo qualcuno a cui affidarla, sono convinta che deve essere la madre ad accudire i propri figli, ad occuparsi della propria casa; non disdegnando qualche rara volta di un aiutino in casi d’emergenza. Giorgio è una persona onesta, ha sempre lavorato, materialmente non ci fa mancare niente, di questo non posso lamentarmi, ma assume atteggiamenti irriguardosi e si comporta da marito e padre padrone. Scarica tutti i problemi e le responsabilità sulle mie spalle, mentre opta delle scelte senza consultarmi, obbligandomi ad accettarle senza riserve. Io non sono così, ho un carattere molto aperto e sempre disposta al dialogo per questo vorrei che qualsiasi decisione o difficoltà si affrontasse insieme (così dovrebbe essere una vera famiglia). Questa situazione è insostenibile, oltre a farmi soffrire, è anche motivo di continui litigi che sta rovinando i nostri rapporti. Mi trovavo in condizione d’emergenza e avevo chiesto l’aiuto di mia madre, che subito si è precipitata in mio soccorso, mentre io mi occupavo della bambina, lei sbrigava le faccende domestiche. Appena Aurora si è addormentata, ho dato il cambio a mia madre, dandole l’opportunità di godersi la nipotina durante la nanna. Quando a un certo punto Giorgio rientra a casa dal lavoro e si avvicina al carrozzino, dove Aurora dormiva e mia madre la contemplava placidamente, le prende il ciuccio dalla bocca e con un gesto di stizza, lo butta dal balcone, lasciando di sasso mia madre. Intanto, poco prima, era giunto mio padre per riprenderla e portarla a casa loro; fortunatamente non ha assistito alla fastidiosa scena, che ha qualcosa di raccapricciante! Esistono due scuole di pensiero se dare il ciucciotto ai neonati e Giorgio è un fautore a non darlo. Ma quello non è il modo giusto per far valere la sua tesi e si è comportato da vero cafone, lasciando esterrefatta mia madre e facendole insidiare il dubbio di non piacergli! Tornati a casa, la mamma ha raccontato l’episodio a papà; non conosco la reazione di mio padre e a tale proposito, ho ricevuto una sua email: “Cristina a papà, fai leggere questo a Giorgio”: E’ vero che il ciuccio può proteggere contro il rischio SIDS (morte in culla)? “Numerosi studi confermano che l’uso del ciuccio durante il sonno può fornire una protezione ulteriore contro il rischio SIDS (la temuta sindrome della morte in culla che può colpire, sia pure raramente, i bambini nel primo anno di vita durante il sonno): il bambino, succhiando, non va incontro alle apnee notturne e non riesce a mettersi nella posizione prona (che sembra costituire un fattore di rischio). Insomma, ok al ciuccio quando si mette a nanna il bebè, ma non facciamoci assillare dal pensiero di rimetterglielo in bocca ogni volta che cade!” Un danno per i dentini? “E’ uno dei timori più frequenti dei genitori. In realtà, fino ai 2-3 anni, il ciuccio non interferisce minimamente con la formazione delle arcate dentarie. Solo un uso prolungato e protratto nel tempo potrebbe, ma il condizionale è d’obbligo! Creare problemi di malocclusione. Quel che è sicuramente dannoso, invece, è l’abitudine di intingerlo in sostanze dolci prima di metterlo in bocca, poiché potrebbe favorire la formazione di carie, anche sui dentini da latte”. Ciao e dormi tranquilla! Conosco bene papà! Lui ritiene primo di tutto bisogna soppesare i vantaggi e gli svantaggi e qualora gli svantaggi fossero innumerevoli ed un unico vantaggio, la scelta potrebbe essere indirizzata in quella unica utilità, come questo caso che evita il rischio della morte in culla! Anche perché ritiene il diritto alla vita che è sacro. Più volte nei momenti di sconforto, ho pensato di prendere mia figlia, di abbandonare Giorgio e tornarmene a casa di mamma e papà; poi la ragione ha il sopravvento e desisto per non creare ulteriori disagi ai miei genitori. Non è giusto esporli nelle mie beghe coniugali; piuttosto i miei problemi è più conveniente, che sia io a trovare la migliore soluzione e poi come si può disattendere il detto popolare: “tra moglie e marito non mettere il dito”. Ho fatto leggere il messaggio di papà a Giorgio, ma già in precedenza mi aveva chiesto scusa; adducendo che quello scatto rabbioso era dovuto a un cedimento di nervi, per alcune situazione negative su lavoro. Ripromettendomi di ricomprarmi il ciuccio da 0 al primo mese, ho altri ciucci, ma non sono adatti, lo saranno tra un mese o più. Giorgio fondamentalmente è una persona buona, un uomo di cuore, alla mano, disponibile, ma per controbilanciare un impulsivo, non riesce a controllare gli scatti d’ira, è convinto di avere sempre ragione. Per queste caratteristiche si rende antipatico alla maggioranza delle persone, ma chi lo conosce profondamente riesce ad apprezzarlo. Difficilmente si cambiano le persone e devo ammettere che anch’io non ho un caratterino mica da ridere, neanche priva di difetti. Ma ho la convinzione che il tempo tutto appiana, ci conosceremo meglio, riusciremo ad elevare la nostra soglia di sopportazione; caso contrario meglio il divorzio che infelicitare tutta una vita.



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Racconto scritto il 13/03/2017 - 17:11
Da Savino Spina
Letta n.1757 volte.
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Commenti


Molto ben scritto

Ilario Lekin 14/03/2017 - 23:27

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Quando ringraziai un amico per un commento, che mi piacque molto con: <Grazie delle belle parole, ma tu sei di parte>! Mi rispose così: < Aha Ah. Ma certo. Io non amo gli imparziali in quanto spesso sono ipocriti e falsi e all' origine dei conflitti. Eh Eh. Sono di parte e l' importante è essere dalla parte giusta>. Ci ho riflettuto molto, spesso non prendiamo coscienza che esiste in ogni essere umano un mondo di tenebre, di paura e di odio. Ecco che rischiamo di diventare molto intolleranti, aggressivi e di dividere il mondo in oppressori e oppressi, in “giusti”o “sbagliati”. La differenza quindi è tutta qui, siamo orientati esclusivamente verso coloro che ci apprezzano e pronti a ricambiare a prescindere.

Savino Spina 13/03/2017 - 23:07

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